“Sereno Natale” è indubbiamente uno degli auguri più diffusi, per una festa che è tutto sommato chiassosa e rumorosa. Certo diventa difficile predisporsi alla festa quando, nel ritrovarsi, pesa quel posto vuoto a tavola, quella telefonata che non arriverà più, quell’abbraccio che puoi solo sognare, oppure quando non hai più un lavoro, quando vedi qualcuno a cui vuoi bene stare male, quando con una diagnosi sono state appena distrutte le tue aspettative, o ancora quando sai che che ti aspetta un nuovo anno in salita, pieno di incertezze, in cui bisognerà trovare ancora la forza di stare in piedi per affrontare l’ennesima difficoltà. Eppure, forse è proprio questo il senso vero del Natale, ovvero di una famiglia che festeggia la vita, rappresentata dalla nascita, nonostante avvenga in una stalla, e la culla sia una mangiatoia, famiglia che si stringe a protezione e supporto. Forse è per questo che quando la famiglia diventa imperfetta, spezzata o con al suo interno un vuoto non si capisce più il senso del Natale, e con esso, della vita stessa. Questo perché ormai siamo abituati a fermarci all’apparenza (la famiglia perfetta e felice), senza soffermarci a cercare di guardare oltre (la mangiatoia con il bue e l’asinello), ovvero le difficoltà e l’imperfezione di quella stessa famiglia, che trova nel rendere omaggio, con gioia, al nuovo nato la propria resilienza, raggiungendo così la tanto augurata serenità, non come condizione caduta dall’alto, ma come predisposizione d’animo alla vita nella sua magia, ma con la determinazione ad affrontarla nella sua interezza. Concludo augurando... resiliente Natale a tutti!!
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