Alessandro Palazzotti
Carissimo, anche a me era capitato di vedere il filmato in questione e ti confesso che ho sentito uno strano senso di disagio, senza riuscirne a scoprire la motivazione. Le tue riflessioni mi stanno siutando e non posso non condividerle. La saga della simpatia dei passaggi di ragazzi con sdd in "C'e' posta per te" mi aveva fatto interrogare sulla positivita' o meno di questi messaggi, e mi chiedevo...perche' solo down?...perche' solo giovani e belli?.... le persone down sono solo il 5% e il resto del mondo con deficit intellettivo? e i plurihandicap?....in Special Olympics sappiamo quanto sia piu' duro e difficile portare all'attivita' motoria, al gioco e poi allo sport quelle persone che rischiano di diventare soprammobili in casa e ghost per l'intero condominio umano....questi eccessi di facile corporativismo non so quanto ci aiutino per creare un mondo piu' inclusivo, ma sicuramente ci rendono il lavoro sulle altre situazioni molto piu' difficile....
C.
Ciao a tutti! Alessandro, ammetto che alcune cose che scrivi sono corrette, specie sulla rappresentazione di una disabilità che in qualche modo è più "simpatica" (uso parole improprie, ma per far mi capire) rispetto a quella più difficile da comprendere e da affrontare. In questo caso, però, trovo il video appropriato e utile. La sindrome di Down è una disabilità che porta, nella maggior parte dei casi, a far scegliere future mamme ad abortire. Il caso della Danimarca, dove fra pochi anni non vi saranno più persone con SD è esemplificativo della tendenza. E' importante far comprendere, nella Giornata dedicata a tale sindrome, che è una disabilità affrontabile e anche con grandi soddisfazioni dai figli, come gli amici di Special Olympics mostrano ogni giorno. Per questo, mi va bene mostrarla al positivo, e anche nella simpatia. So di essere un po' controcorrente rispetto ad alcune associazioni, ma secondo me anche la partecipazione a C'è Posta Per Te andava in questa direzione, certo con modalità diverse rispetto magari a SO, ma con il risultato di raggiungere un pubblico vasto con un messaggio che diceva: sì, sono simpatico. Un caro abbraccio
N.
"Disabilita' affrontabile anche con grandi soddisfazioni dai figli". Ma cosa si intende con soddisfazioni? A parte il fatto che citare Special Olympics è l'esempio più lampante dello stigma che li avvolge: speciali. Speciali e perché? Perché sono simpatici? Perché sono i nostri figli? Perché "quanto sono carini?" La risposta magica, ripeto, è stigma. Forse non vi rendete conto di quanto queste persone ne siano immersi, in primis dai genitori stessi. Non ne ho mai sentito parlare come Persone. E questo si riflette su tutta la vita che fanno. Vengono trattati come diversi in tutto, nel rapporto con gli altri che li trattano come bambini, compreso il tono della voce, allo sport che fanno che per forza deve essere "diversamente" qualcosa o speciale qualcos'altro, fino a concludere anche nel lavoro. Sì, perché coloro che hanno tutte le competenze acquisite per svolgere un lavoro vengono poi inseriti con borsa lavoro: ovvero se va bene pagati 1 euro l'ora. Con il sostegno dei genitori nuovamente che si vantano di poter dire che i loro figli lavorano quando invece sono complici di un sistema che quei figli li sfrutta. Sì, perché di sfruttamento si tratta, nessuna Persona accetterebbe di lavorare a quelle condizioni. Invece proliferano i ristoranti dove i proprietari si fanno belli con il lavoro gratuito di questi uomini e donne (e non ragazzi, perché qua c'è il vizio dello stigma anche in come vengono chiamati dato che a 50 anni sono sempre ragazzi)! E tutti ad applaudire questi progetti. No, la disabilita' verrà presentata bene solo quando la si guarderà con gli occhi della realtà.
E si avrà il coraggio di denunciare tutte le discriminazion che si è costretti a subire.
Alessandro Mosconi
Alessandro, C., N. innanzitutto GRAZIE per le vostre risposte ed il vostro contributo, che mostra senza ombra di dubbio quanto articolato possa essere il nostro sentire sul tema, a seconda dei valori in cui crediamo e per i quali combattiamo tutti ogni giorno e delle nostre esperienze di vita. E non è un caso a mio parere che il mio messaggio, indirizzato a persone che spendono gran parte del loro tempo a combattere per eliminare ogni possibile discriminazione, ognuno come sa e puo' fare, abbia ricevuto risposte così simili e differenti al tempo stesso. Quasi che sui valori fondamentali si possa essere tutti d'accordo... salvo poi dividerci su come questi si "declinano" nella realtà quotidiana. A C. mi permetto di dire che "tutto" ciò che scrivo è "corretto", non solo alcune cose... perchè sono sensazioni vissute e vere. Al massimo possono non essere condivisibili. E' vero ciò che dici della Danimarca... ma è altrettanto vero che in quel (p)aese è anche stata approvata una legge sull'eutanasia in età pediatrica (che sana una "pratica" già consolidata) che va ben oltre da un punto di vista culturale rispetto allo stato "down-free". E quindi il problema è culturale... e non ristretto ad un tipo di disabilità. In questo senso io credo e ribadisco che non sia giusto nè opportuno e neppure efficace ai fini della costruzione di una corretta cultura della diversità (o non-diversità... basta intendersi sui termini) legare la possibile felicità di una persona alle sue "capacità" come questo spot fa in maniera molto netta... "spostando" il problema della dignità della vita "appena un po' più in là"... Ed è questa la cosa che reputo pericolosa del plebiscitario successo che non a caso questo filmato sta avendo sul web. Sul mostrare al positivo sfondi una porta aperta... anche se io farei ancora un passo... perchè mostrare al positivo, al negativo? Perchè non mostrare in maniera assolutamente "realistica" la realtà? Quali altri strumenti possono creare la vera rivoluzione culturale nei confronti della disabilità se non un approccio onesto e libero da fronzoli e orpelli, nel bene e nel male? Su Special Olympics mi trovo d'accordo con te sul fatto che è una straordinaria esperienza di crescita per i ragazzi con disabilità intellettiva-relazionale... in quanto li aiuta a misurarsi con se stessi e coi propri limti... ad integrarsi con gli altri (grazie ai programmi di sport integrato), in assenza di possibilità diverse. Perchè va detto N. che se non ci fosse stata Special Olympics, i nostri ragazzi non avrebbero avuto un sacco di opportunità in questo senso. Tutto migliorabile ovviamente... ma Alessandro Palazzotti, che ringrazio per il suo intervento... sa bene quanto io abbia creduto e creda in questa realtà, pur non essendone più parte viva, e non facendo più mio figlio sport con SO da quando lavora. Già... lavora! Perchè tu hai perfettamente ragione N. quando parli di borse-lavoro... di sfruttamento (che non è solo di lavoro fatto... ma anche di "immagine" come dici tu... del farsi belli con...), però è anche vero che qualcuno un lavoro "vero" ce l'ha... mio figlio ha questa (meritata!) fortuna ormai da sei anni. E come lui qualche altro ragazzo-a. Ma se è vero che questa cosa lo potrà aiutare nella ricerca di una sua autonomia, nel fatto che potrà tra non molto forse andare a vivere da solo (con un progetto ovviamente!) insieme a qualche amico o a una fidanzata che per ora non ha ... è altrettanto vero che non sono queste ... o almeno non "solo" queste... le "vere" cose che fanno la felicità di una persona. Perchè è più importante la sfera affettiva, quella relazionale etc etc. E questa si costruisce su altri piani. E a volte non necessita nemmeno di particolari "skill". Così almeno voglio credere e sperare... a favore del mio secondo figlio Simone, inchiodato oltre che su una sedia a rotelle dai problemi collegati alla sua sindrome genetica, anche da delle capacità relazionali molto limitate e da una speranza di autonomia praticamente "nulla". Non credere per lui nella possibilità di una vita piena di "felicità" (dove questa parola spesso sostituisce la più onesta e realistica... "serenità"), sarebbe il vero motivo di sconfitta della sua esistenza come persona, e della mia come genitore. E questo ho voluto dire essenzialmente con questo post. Un caro saluto ed un abbraccio a tutti voi. Alessandro
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