Originariamente inviato da
cuomo
Gentilissima famiglia,
il comportamento di Stefano sicuramente è un'espressione di un suo stato di disagio. Un disagio che alla sua età è consueto per tutti e implica il rapporto tra lui e le cose e gli avvenimenti che lo circondano. Ciascuno ha modalità differenti di esternarlo.
Le problematiche intorno alla sessualità, a cui vi riferite, possono essere una concausa di tanti elementi che giocano e si concentrano a questa età.
Per questo motivo sicuramente è opportuno fare una riflessione globale con un professionista nell'ambito psicologico.
Oltre che la sessualità vi possono essere rischi legati al fatto che i suoi amici, i compagni di scuola a questa età si spingono a far scherzi di "cattivo gusto" che possono essere mortificanti o a spingerlo ad avere atteggiamenti aggressivi. Inoltre in classe i ragazzi iniziano a parlare tra loro, le ragazze, gli amici e questo parlare tra loro di amori, di fidanzatini, di motorini, di andare a ballare,... possono farlo sentire escluso.
Anche l'iniziare ad avere sempre una più chiara la sensazione della differenza tra lui e gli altri senza comprenderne il perchè può disorientarlo.
Il ragazzo sa del suo stato?
E' stato informato in modo appropriato?
L'avere coscienza del proprio stato, del fatto che ha la trisomia 21, l'essere informato di cosa comporta,... sono riferimenti informativi che è importante fornire prima possibile e con l'ausilio di un professionista esperto nel settore (non da uno psicologo qualunque).
Sicuramente è urgente che la famiglia prenda contatti con uno psicologo che abbia una esperienza approfondita sulla trisomia 21.
E' la famiglia principalmente che deve prendere contatti, successivamente sarà il professionista a decidere come si dovrà procedere in quanto vi può essere la necessità:
- di seguire solo il ragazzo,
- di seguire la famiglia in contemporanea (in compresenza o meno),
- di iniziare solo con la famiglia per fornire ai genitori le chiavi concettuali, gli strumenti per poter "leggere" le motivazioni che possono portare il figlio a comportarsi con modalità agressive o "forti".
Dal mio punto di vista è fondamentale fare una analisi della situazione non solo riferendosi al ragazzo ma al contesto quindi sia casa, che scuola che tempo libero.
Io non conosco il contesto famigliare ma a volte è successo che la sorella ha trovato il fidanzato e quindi torna a casa più tardi, a volte il fratello si è sposato ed è andato fuori casa, un fratello ha preso la patente,... i fratelli escono di sera e lui sta in casa,... sono molteplici le cause che possono creare un disorientamento in Stefano e quindi un'analisi contestuale è consigliabile.
Colgo l'occasione per inviare i miei saluti.
Nicola Cuomo
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