Non con la mole vincete o fallite ... siate il meglio di qualsiasi cosa siete
www.darioweb.com
Quindi, secondo il vostro punto di vista, va bene abortire come metodo contraccettivo ma è moralmente deprecabile farlo se il bambino è senza cervello o con una trisomia 13?
Poi sarò limitata io... ma la sdd non riesco proprio a vederla come una connottazione positiva dell'essere diversi... la differenza non è tanto da paragonare al colore dei capelli ma fare proprio la differenza tra l'avere un figlio libero e spedito (per usare un'espressione cara ai nostri nonni) oppure no, averlo sano oppure no... chi sarebbe contento se il proprio figlio non camminasse? chi direbbe "va bè è come se fosse biondo anzichè moro"?
Va bene che la sdd non è proprio una malattia... però non è manco una botta di salute
No no Paola, io parlo specificamente della sdd in quanto condizione compatibile con la vita, (e una vita piu' che dignitosa, aggiungerei). Troppo spesso si fa di tutta l'erba un fascio!! Fra una diagnosi di t21 e una di t-13 o t-18 c'e' un abisso, non sono nemmeno paragonabili da nessun punto di vista e le scelte che ne conseguono sono basate su parametri diversissimi.
Il discorso era piuttosto quello del voler "buttar via" un figlio diverso perche' giudicato imperfetto, tipo, mi non mi hanno mandato il pacco che avevo chiesto, lo rispedisco al mittente. I casi di malattie genetiche gravi incompatibili con la vita pero' sono tutta un'altra storia, molto piu' tragica e dolorosa, e' chiaro.....
Condivido il pensiero espresso da Paola.
Per quel che mi riguarda invece posso dire che a suo tempo votai a favore dell'aborto (ho visto mia madre adortire "clandestinamente", convinta da mio padre che già con altri 4 figli faceva una gran fatica ad andare avanti... e per poco non ci lascia le penne )
Io personalmente non lo avrei mai fatto!
Ma non sono altrettanto sicura che sarei stata ugualmente determinata qualora mi fosse stato diagnosticato un grave handicap al figlio che portavo in grembo.
Ho un'amica della mia stessa età con una figlia di 27 anni ( stessa età di mio figlio ) con un gravissimo handicap, mi ricordo come fosse oggi il giorno in cui andai a trovarla a casa poco dopo aver partorito......non sembrava essere così grave....( ha condotto per tutti questi anni una vita, passatemi la parola, da "vegetale".... )
.......la sindrome di down a confronto è NIENTE!
E come giustamente mi fa notare dars, per me Francesco non è stata una brutta sorpresa, abbiamo scelto di accoglierlo ed è ASSOLUTAMENTE diverso, anche se non nascondo i momenti di paura e voglia di tornare indietro dell'ultimo momento ( spariti all'istante nel momento del primo incontro ).
Però tanta gente per strada mi ha fermato per farmi i complimenti ma spesso anche per dirmi che loro non l'avrebbero mai fatto!
Lory
Credo che Paola abbia un po' "forzato" l'esempio volutamente (ma se è così lo dirà lei!) per accentuare il contrasto di ciò che avevo sottolineato prima anch'io ... e cioè la stranezza di trovare scritte da Valeria e da te che l'hai "quotata"... parole di "comprensione" e "rispetto" per quelle donne che compiendo una scelta di autodeterminazione, decidono di non volere "un" figlio ... qualunque sia il suo "corredo" cromosomico, ricorrendo all'IVG ... comprensione che non è data al contrario a chi sceglie di non volere "quel" figlio... a seguito della scoperta dei suoi "difetti" di fabbrica. E' un atteggiamento che così... visto da "fuori" (bella questa! ) appare troppo esplicitamente condizionato dal coinvolgimento emotivo che nasce dall'essere genitore speciale... e perciò estremamente soggettivo. Tutto qui.Originariamente inviato da chicchi123
Non con la mole vincete o fallite ... siate il meglio di qualsiasi cosa siete
www.darioweb.com
Forse sono stata poco chiara in questo passaggio ...quello che intendevo dire è che pur non condividendo IN NESSUN CASO l'aborto, sono più propensa a comprendere una donna che scelga questa dolorosa strada perchè incinta a seguito di una violenza....perchè in disperate condizioni economiche.....perchè gravemente ammalata...piuttosto che una donna che compia questa dolorosa scelta (perchè comunque dolorosa è!!!) perchè il figlio è "difettato" e non corrisponde alle sue aspettative!!!!
Tutto qui....
non riuscirò proprio mai a comprendere questo pensiero, che invece è abbastanza diffuso.
Da un lato, non dico che giustificate, ma riuscite a comprendere persone che non vogliono un figlio perchè non riescono a tollerare il fatto che sia frutto di una violenza, perchè non riescono ad adattarsi ad una condizione economica che per forza si abbassa (dovendo mantenere anche un/un altro figlio), perchè non possono pensare di lasciare solo un figlio una volta morte loro di malattia (una sorta di "dopo di noi" anticipato, però con figlio potenzialmente "svelto e spedito")... non comprendete invece persone che non riescono a tollerare il fatto di aver messo al mondo un figlio gravemente disabile, di faticare per tutta la vita a gestirlo, di doverlo lasciare sulle spalle dei fratelli o in un istituto una volta venute meno loro... ma com'è possibile???
Ti dirò....quello che personalmente mi spaventa è l'idea della selezione della specie. In un aborto cosidetto "terapeutico" si nasconde l'implicita minaccia della rincorsa alla specie perfetta....all'annullamento della capacità di vedere oltre ciò che appare....il desiderio di soddisfare un edonismo che rende tutti un po superficiali...l'illusione del controllo....e la conseguente implicita idea che NOI normo siamo migliori, siamo la "razza" da proteggere e portare avanti...
Chi ti dice che un figlio che metti al mondo sano non "diventi" gravemente disabile!? Non credo che le motivazioni che tu riferisci siano quelle realmente predominanti....penso piuttosto che abbiamo imparato a conferire valore alla vita in base all'efficenza, all'estetica e alla conformità! Ecco cosa mi spaventa, non sappiamo più guardare al battito di un cuore indipendentemente dall'involucro, non sappiamo più leggere in quel battito ciò che vi è inciso.....guardiamo la copertina senza leggere il libro e lo recensiamo con assoluta superficialità e presunzione!
ah, ecco, perchè sul piano materiale mi sfuggiva la logica!
Lo so che per molta gente è così. Quel che cercavo (male) di far capire è che per me e per mia moglie quella scelta sarebbe stata più traumatica (non più difficile) dell'altra. Poi, una cosa è come reagisce l'uomo e un'altra, per ovvi motivi, è come reagisce la donna. E stiamo volutamente rimanendo nel generico.
Ciao
Francesco
"Secondo alcuni autorevoli testi di tecnica aeronautica, il calabrone non può volare,
a causa della forma e del peso del proprio corpo in rapporto alla superficie alare.
Ma il calabrone non lo sa
e perciò continua a volare"
Sì si chiama iperbole
Diciamo che mi sembra che si usino due pesi e due misure come se la sdd fosse un aspetto trascurabile nell'avere un figlio, come se fosse esattamente la stessa cosa che averlo sano (uso volutamente questo termine), come se non fosse vero che si fa più fatica, come se non fosse vero che ci vogliono più risorse (spesso anche economiche), come non fosse vero che alcune mamme dopo aver avuto un figlio con sdd hanno dovuto lasciare il lavoro o ridurne l'orario per seguirlo meglio, quando con un bambino normo questo non sarebbe accaduto, come non fosse vero che il dopo di noi diventa un problema reale. Con tutte queste variabili bisogna fare i conti una volta che il figlio è al mondo e non sempre si abortisce per edonismo od egoismo puro, ma a volte proprio perchè "costretti" dalle situazioni economiche o anche sociali.
Insomma preferisco immaginare un bambino abortito (anche con sdd) che uno che cresce nascosto per vergogna o abbandonato a se stesso perchè non ci sono le risorse per crescerlo al meglio.
Altra cosa sulla carta l'aborto terapeutico si fa perchè i suoi problemi sono incompatibili con la vita della madre, non del bambino
Segnalibri