Pe' dint' 'e viche addò nun trase 'o mare
A chiamarla vacanza, come mi aveva preannunciato papà, si fa un grosso sforzo. E non è solo per la mancanza di sabbia (come egli ha avuto l'ardire di ironizzare in pubblico): anche le porte dell'ascensore si aprivano e chiudevano automaticamente senza alcun apparente comando ma a loro piacimento. Spero che Rita, che invece è parsa avere particolare attitudine (e amicizie fra i soci di maggioranza) un giorno ci spieghi.
Mi ci hanno portato, sembrerebbe, per introdurmi a certi discorsi; danno per scontato che io non abbia finora capito. Eppure qualcosa di particolare ci deve essere in chi porta il pallone per giocare e poi, dopo i primi due goal sotto, decide che il gioco è finito e va via senza lasciare neppure il pallone.
Ma, mi dicono i più grandi, Carola (la preferita) le ha cantate e suonate a tutti; certo a modo suo, da gentildonna pacata ma determinata.
Papà ha detto una sola cosa giusta: il problema sono i genitori.
Prendi quelli con la strana bavetta rossa al collo: per i 6 giorni dei comizi tutti (i genitori) a dire che erano pochi e impreparati; poi si decide che votano anche i minori e quelli vincono. Anzi: stravincono!
Il bilancio, comunque, si chiude con un avanzo di amministrazione. Tutti hanno potuto divertirsi... fermo restando che se si nasce tondi difficilmente si morirà quadrati per il sotto fatto che in famiglia è arrivato un tipetto speciale!