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Scuola choc/ Roma, bimbo autistico costretto a leccare la pipì dalla maestra
Giovedí 01.03.2007 18:05
SCUOLA IMPAZZITA
L'ha umiliato, insultato e poi lo ha costretto a leccare la sua pipì dal pavimento. Lei è una insegnante di sostegno e lui è un bimbo autistico che per il nerovosismo non è riuscito a trattenersi dal farsi la pipì addosso. Non accade solo a Milano che i bambini subiscano violenze e vessazioni da insegnanti e vigilantes. Dopo il caso della maestra che ha tagliato la lingua dell'alunno chiacchierone e quello della guardia giurata che in biblioteca ha puntato la pistola alla tempia di un bimbo rumoroso, da Roma arriva questo nuovo caso-choc in uno dei più noti istituti della capitale. Siamo all’istituto Villa Flaminia, una delle scuole private cattoliche più rinomate della città.
Il pm Nunzia D’Elia, scrive il Velino, ha già chiesto il rinvio a giudizio dell’insegnante per i reati di violenza privatae abuso dei mezzi di correzione e a giorni verrà fissata l’udienza preliminare in cui un giudice dovrà stabilire se quanto denunciato dalla mamma della vittima è accaduto realmente e con quali modalità.
I fatti sono accaduti nel febbraio 2004. Marco, sette anni, è affetto da autismo. Da alcuni mesi, la mamma del piccolo Marco, su consiglio della scuola, aveva affiancato un'insegnante di sostegno alla maestra del Villa Flaminia, per meglio seguire il figlio durante l'orario scolastico. Era stata scelta la dotteressa Pamela Rossi, che veniva pagata duemila euro al mese dalla famiglia del bambino, in aggiunta alla retta colastica. La mamma del piccolo Marco aveva notato che proprio dal momento dell'assunzione dell'insegnante il carattere del figlio era cambiato in peggio: aveva cominciato a farsi la pipì addosso, cosa che non era mai accaduta.
Ecco cosa accadeva a scuola - A quel punto la mamma decise di infilare un registratore digitale nello zainetto del bambino, per capire cosa avveniva durante l'orario scolastico. A sera, ascoltando la registrazione, la signora scoprì che il figlio non veniva nemmeno tenuto in classe con gli altrialunni, ma in un'aula a parte, in compagnia dell'insegnante di sostegno, che durante tutto il tempo rimaneva impegnata a preparare un proprio esame di specializzazione e redarguiva violentemente il bambino ogni volta che questo si faceva sentire. In una di queste occasioni, il piccolo Marco non riuscì a trattenere la pipì e il registratore ha documentato come l'insegnante lo minacciò di fargliela leccare e poi glielo fece fare davvero, costringendolo con il viso sul pavimento: "Adesso te l'ho fatta leccare, la prossima volta te la faccio bere", si sente distintamente sul registratore. Inoltre, secondo la mamma del bambino, in un'altra occasione l'insegnante avrebbe costretto il piccolo Marco a infilare la testa nel water del bagno. Ora si aspetta l'udienza preliminare per discutere la richiesta di rinvio a giudizio. E si attende giustizia.
francesca
02-03-2007, 14:37
E meno male che le davano 2.000 euro! :twisted: :twisted: :twisted:
:mitra: :manga:
Io la vorrei solo UCCIDERE... (E NON IN SENSO FIGURATO).
sto malissimo ma che insegnante può essere?
Dev'essere radiata da tuto e da tutti ... non merita niente dalla vita e forse neanche di vivere...
Scusate lo sfogo ma sto soffrendo troppo
infatti viene un groppo allo stomaco a legger certe cose... ma come le danno le abilitazioni x il sostegno??? forse a questo punto sarebbe il caso di richiedere anche un certificato di buona salute mentale... qua mi sembra ci siano troppi fuori di testa...
Che meraviglia le scuole private... vero? :twisted:
francesco
02-03-2007, 15:34
da dove l'hai presa la notizia? grazie
:shock: NON HO PAROLE . Ste cacchio di insegnanti di sostegno :shock: :?
ma è possibile rinunciare al sostegno?
:evil: :evil:
Un fatto accaduto nel 2004????
E ancora si attende giustizia????? ( Se non ho capito male!!)
Roba da matti, ma da legare proprio :evil: :evil:
ma è possibile rinunciare al sostegno?
Piano piano, dovremo andare noi mamme a fare il sostegno ai nostri figli Sonia, te lo dico io !!!Almeno stiamo tranquille :wink:
gigliorosa
02-03-2007, 16:27
Un plauso alla mamma che si è insospettita e ha utilizzato i mezzi idonei a scoprire l'indegno comportamento dell'"insegnante".
Gente del genere non ha scusanti.Di nessun tipo.
:evil:
Mio Dio...... ma come facciamo a proteggere i nostri figli da questo mondo schifoso???
IO ho davvero tanta paura...
ma è possibile rinunciare al sostegno?
Piano piano, dovremo andare noi mamme a fare il sostegno ai nostri figli Sonia, te lo dico io !!!Almeno stiamo tranquille :wink:
sai che ci stavo pensando !!!
ma è possibile rinunciare al sostegno?
Piano piano, dovremo andare noi mamme a fare il sostegno ai nostri figli Sonia, te lo dico io !!!Almeno stiamo tranquille :wink:
sai che ci stavo pensando !!!
oggi dopo aver letto la notizia ho pensato la stessa cosa...sono un 'insegnate della scuola dell'infanzia ( supplente) e ho pensato di propormi io come insegnante x mio figlio chissà se mi accettano :wink:
sapete a volte cosa penso? ( o spero) che tuttu quello che raccontanto i giornalisti non può essere vero,non posso immaginare una "persona" che possa avere anche solo dei pensieri così aberranti e quindi per non soffrire mi rifugio nel mio non può essere ,
"Maestra taglia la lingua ad un alunno” Assurdo
-ma non solo licenziata come dice il Ministro Fioroni, non deve più
lavorare a fianco dei bambini ne ragazzi, educatrice? e poi dicono
che i genitori non sanno più educare ( in parte è vero)ma se gli
educatori sono questi allora i bambini non hanno speranza , i
cuccioli d'uomo sono i soli che hanno necessità di una guida a lungo
termine per imparare a camminare da soli ,ma se le guide sono queste
dove possono andare?
non sono scandalizzata più di tanto , ne ho conosciuti di insegnanti
incapaci e dannosi, ma al danno fisico e di questa portata non
pensavo si potesse arrivare .
marina cometto
associazione CLAUDIA BOTTIGELLI
www.claudiabottigelli.it
-- In sociale-edscuola@yahoogroups.com, "mollica_63"
<roberta.vale@...> ha scritto:
>
> ---
> Ma ci sorprendiamo ora?!!!!
> Dopo decenni di connivenza tra le istituzioni che detengono "il
> potere?" Guardate alla formazione degli insegnanti: per abilitarsi
si
> deve pagare con il risultato che tutti risultano idonei, cani e
porci.
> Guardate il commercio abietto dei master,i corsi di specializzazione
> di 400 ore che fanno ridere i polli, la corsa per non perdere punti
in
> graduatoria, la guerra per il doppio punteggio di montagna!!!
> Sono decenni che urliamo e denunciamo questo scempio operato alla
> nostra scuola ma la Fadis ogni volta ci ha risposto che non si
> interessa di problemi sindacali ( come se la formazione fosse un
> problema sindacale!!!), il ministero continua a sfornare disillusi
> che, dopo salato pagamento, credono che entrare nella scuola
equivalga
> ad acquisire un privilegio, i sindacati poi che Dio ci salvi!!!!
> La scuola è diventata terra di predatori, leggete Baricco "I nuovi
> barbari..", si parla indirettamente anche di scuola!!!
> Io, che ho denunciato il mio collega curricolare di psicologia che
> esortava ragazzine di 15 anni a provare l'ecstasy per verificarne
gli
> effetti,sono stata invitata a considerare bene le conseguenze della
> mia decisione!!!!Allora faccio sempre più fatica ad orientarmi in un
> sistema malato alle radici, oggi mia figlia, alla domanda "Ma di chi
> dobbiamo fidarci?" mi ha risposto " di noi stessi!", a 14 anni ha
> capito la non credibilità del nostro sistema sociale, scuola
compresa
> naturalmente!!!
> un caro saluto
> roberta morgoni
>
>
>
> In sociale-edscuola@yahoogroups.com, stella <stel_car@> ha scritto:
> >
> > Assurdo!!! ma dove va la scuola...
> >
> > Assurdo!!! ma dove va la scuola...
> > Resto, sconcertata allibita, a leggere queste notizie.
> > che, sempre più spesso appaiono sui giornali o in tv .
> > Mi domando ma siamo esseri umani?
> >
> > Al Ministro , chiederei di controllare
> > con verifiche serie in primis, le attitudini dei docenti.La loro
> idoneità a svolgere il loro delicato compito. Chiedere, a chi svolge
> questo ruolo importante, delicato di rispolverare la pedagogia. Non
> allontanare i genitori dalla scuola ma, permettere loro di essere
> cooperativi con la scuola. mettendo a loro disposizione strumenti
> operativi per poter collaborare.
> > rimettere mano alla riforma degli oo.cc.rimotivando i genitori
alla
> partecipazione attiva.
> >
> > SOLO COSì, SI PUO' RIQUALIFICARE UNA SCUOLA CHE VA ALLA DERIVA,
PER
> UNA SOCIETà MIGLIORE, PER IL FUTURO DELLE GIOVANI GENERAZIONI.
> > GENITORI-SCUOLA- ISTITUZIONI IN SINERGIA E OGNUNO FACCIA LA
PROPRIA
> PARTE SENZA COLPEVOLIZZARE LA FAMIGLIA NE' I TANTII DOCENTI CHE CON
> SCRUPOLO E DEDIZIONE LAVORANO SENZA GRATIFICAZIONI. SE SI VUOLE
> DAVVERO CHE LA SCUOLA FUNZIONI,CI DOBBIAMO TUTTI SVEGLIARE.
> >
> > Stella Carfora.
> >
> >
> > L'insegnante è stata sospesa: «Non volevo, mi dispiace». Denuncia
> del preside a polizia e assicurazione
> > Maestra taglia la lingua a un bimbo. «Un gioco»
> > Milano, 5 punti di sutura. Il piccolo ha 7 anni: «Ho paura, non
vado
> più a scuola» STRUMENTI
> > VERSIONE STAMPABILE
> > I PIU' LETTI
> > INVIA QUESTO ARTICOLO
> > MILANO — Un gioco. «Tira fuori la lingua, forza...». Un
gioco? «Tira
> fuori la lingua che te la taglio, così non parli più». La maestra lo
> dice una, due volte. Alla terza l'alunno è a tiro. Sono già due
volte
> che va al cestino a temperare la matita. «Ancora?»
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L'insegnante è stata sospesa: «Non volevo, mi dispiace». Denuncia del preside a polizia e assicurazione Maestra taglia la lingua a un bimbo. «Un gioco» Milano, 5 punti di sutura. Il piccolo ha 7 anni: «Ho paura, non vado più a scuola» STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
MILANO — Un gioco. «Tira fuori la lingua, forza...». Un gioco? «Tira fuori la lingua che te la taglio, così non parli più». La maestra lo dice una, due volte. Alla terza l'alunno è a tiro. Sono già due volte che va al cestino a temperare la matita. «Ancora?». L'insegnante sorride, certo, ma adesso prende un paio di forbici e abbassa le lame sulla bocca. Un taglio netto. Il bimbo ha 7 anni e mezzo ed è vivace come vuole l'età. Ma ora sanguina a dirotto. Piange. Allora subito in bagno con la maestra a sciacquare, poi giù in segreteria, la telefonata alla mamma, al 118 e di corsa all'ospedale pediatrico «Vittore Buzzi». Il gioco finisce con cinque punti di sutura, lo docente sospesa «a titolo cautelativo», una denuncia per lesioni e una richiesta di danni. La famiglia contro scuola e insegnante. Che all'inizio, in bagno, avrebbe provato pure a convincere il bimbo: «Non dire alla mamma che sono stata io, ma che hai fatto tutto da solo». Ma poi monta in ambulanza e crolla: «Non volevo, signora, mi dispiace. Non so come sia potuto succedere».
Come sia, è successo. Sono le 16 di martedì 20 febbraio in una scuola elementare nella zona nord-ovest di Milano. Mezz'ora all'uscita. L'insegnante di ruolo è fuori aula. Chiede a R. S., 22 anni, docente di sostegno, di tenere calma la sua II per qualche minuto. È in quei minuti che Ahmed (lo chiameremo così) si alza per andare due volte al cestino. Poi, il gioco: «Non era la prima volta che la maestra lo faceva», racconta il bimbo. Ma stavolta finisce male. Venti giorni di prognosi per «una ferita a tutto spessore della lingua», è scritto nel referto. E dieta «semiliquida e semifredda». Yogurt e frullati.
Una settimana dopo, il bambino è ancora sotto choc. A scuola non ha messo piede e non vuole farlo: «Ho paura che mi facciano ancora male». Non dorme la notte, ha gl'incubi e scappa da tavola quando spuntano i coltelli. Per accudirlo, la madre ha lasciato il lavoro in una cooperativa. Sono giorni di visite, notti in bianco e burocrazia. La denuncia ai carabinieri e poi la causa affidata all'avvocato Piero Porciani. Ieri, la decisione: la famiglia si costituisce parte civile contro l'insegnante e denuncia l'istituto. La richiesta: un risarcimento per danni materiali e morali.
Siamo in una scuola «di frontiera», a Milano. Una tra tante. Un iscritto su due è figlio d'immigrati. Le circolari sono scritte persino in arabo e in cinese. Integrazione e polemiche. Che sia per il presepe o i canti di Natale. Ma in questi giorni a scuola non canta e non parla nessuno. Né i bidelli, né gli insegnanti. Il preside ha chiesto silenzio e riservatezza: «È in atto un'indagine, siamo ancora a metà percorso. La questione è seria». Si capisce dalla lettera inviata alla famiglia di Ahmed: «Dal colloquio avuto con la maestra emerge la necessità di avere ulteriori notizie». Per ora, R. S. è stata «allontanata dalla classe». Questa mattina, i genitori del piccolo hanno un incontro a scuola. Il preside ha chiesto di vedere «le forbici del bambino». Ha già fatto denuncia alla polizia e all'assicurazione.
La maestra ha già ammesso: «Voleva essere uno scherzo, è stato un incidente». Ma le scuse non bastano, incalza il direttore scolastico regionale, Anna Maria Dominici: «Ho mandato subito un ispettore per capire le responsabilità e fare proposte su come intervenire». Perché, insomma, «è una vicenda che ha davvero dell'incredibile». E però non si creda «che dipenda dall'inesperienza: queste cose non devono mai succedere».
Pagella di metà anno. Ahmed ha buono e distinto in tutte le materie, solo sufficiente in scienze («Non riesco a imparare le parti delle foglie..»). Buono anche in condotta: «Sono bravo, io...», sorride. Anche alla playstation. È da una settimana che sfida «La Gang nel Bosco». Questo sì, un gioco.
Annachiara Sacchi
Armando Stella
27 febbraio 2007
SUL corriere della sera c'e' anch eocme proseguonole indagini ele difese che apporta la maestra.
Ma mi chiedo ...questi episodi sono inaumento o eè la stampa che riporta solo fatti sconcertanti dimenticando le buone notizie , se ci sono?
infatti viene un groppo allo stomaco a legger certe cose... ma come le danno le abilitazioni x il sostegno??? forse a questo punto sarebbe il caso di richiedere anche un certificato di buona salute mentale... qua mi sembra ci siano troppi fuori di testa...
Che meraviglia le scuole private... vero? :twisted:
e mi sa prorio che bisognara' fare come quando si voleva arruolarsi nell'arma, nella finanza, etc. si chiedeva la fedina penale di sette generazioni e lo stato di salute mentale.
Ma adesso anche chi e' in divisa da' i numeri....visto che puntano le pistole alle tempie dei bambini..
Pura pazzia ...mi sembra...e con la scusa della pazzia non si va nemmeno in carcere!
mi fermo mi sa che inizio a delirare......
La cosa più assurda è che le insegnanti di sostegno, invece che essere persone più formate proprio perchè il loro è un compito particolarmente delicato, spesso sono insegnanti alle prime armi che accettano il sostegno solo perchè costrette in attesa di ottenere il ruolo!!!
ASSURDO!!!
Poi non è detto che non ci siano pazzi anche tra gli insegnanti più formati e preparati...però questo sistema sembra proprio una presa in giro!
ma è possibile rinunciare al sostegno?
Ho letto l'articolo, sono indignata quanto voi, ma rinunciare ad un diritto penso sia una cosa sbagliata.
E' giusto denunciare questi episodi di violenza fisica e psicologica, ma ci sono molte insegnanti di sostegno che credono fermamente in ciò che fanno e nei vostri figli. Lavorano con passione e dedizione, gioiscono ad ogni piccola conquista dei "loro" bambini, cercano di non arrendersi quando incontrano o meglio si scontrano con l'attuale organizzazione scolastica.
C'è chi "cresce" insieme ai vostri bimbi/ragazzi, sia professionalmente che come persona. Chi sa cogliere la ricchezza che proviene da loro, gli stimoli..
Anche io ho incominciato questa esperienza con tantissime paure, non sono un'insegnante di sostegno, ma un'assistente educativa.
Non mi interessa ora delineare le differenze di ruolo, ma i bimbi che ho incontrato in questi anni, la loro determinazione, il coraggio, le emozioni, le difficoltà..questi piccoli grandi uomini mi hanno in-segnato tantissimo.
La piccola "che mi insegue" mi ha trasmesso l'amore per la musica e ora grazie a lei strimpello la chitarra e ho deciso di iniziare a prendere lezioni di sax.
Ho conosciuto delle insegnanti di sostegno e non sono tutte dei mostri..lo so che sono i vostri figli e certi fatti fanno innorridire, ma provate a pensare alle tante esperienze positive, che non facendo notizia purtroppo non vengono trasmesse dai telegiornali
Sonia
da dove l'hai presa la notizia? grazie
scusate ho dimenticato di mettere il link!
http://canali.libero.it/affaritaliani/cronache/romamaetrafaleccarepipi%20.html
sono veramente sconvolta!! :cry: negli ultimi tempi ho sentito solo cose spaventose; ma come noi mamme già spaventate di lasciare i ns. figli con gli amichetti (viste le violenze lette ultimamente), a scuola con insegnanti o sostegni incapaci..dobbiamo anche avere paura che gli usino violenza? (che sia fisica o spicologica??) cosa si dovrebbe fare?? :? Mamma mia, se non ci fosse un po' di speranza ed ottimismo in noi vivremmo veramente male! Io sono un socio del telefono azzurro e non ti dico cosa non si sente, davvero: la violenza da parenti o addirittura da uno dei genitori, violenza di gruppo su un amico/a ed ora sempre più spesso anche gli insegnanti, certo che questa prospettiva del mondo e un vero incubo!! :shock: Meno male che se guardo bene, vedo anche: l'affetto sincero di amici e familiari, l'impegno dei volontari la forza di noi genitori che ce la mettiamo tutta per dare una vita serena ai nostri figli. :wink:
ma è possibile rinunciare al sostegno?
Ho letto l'articolo, sono indignata quanto voi, ma rinunciare ad un diritto penso sia una cosa sbagliata.
E' giusto denunciare questi episodi di violenza fisica e psicologica, ma ci sono molte insegnanti di sostegno che credono fermamente in ciò che fanno e nei vostri figli. Lavorano con passione e dedizione, gioiscono ad ogni piccola conquista dei "loro" bambini, cercano di non arrendersi quando incontrano o meglio si scontrano con l'attuale organizzazione scolastica.
C'è chi "cresce" insieme ai vostri bimbi/ragazzi, sia professionalmente che come persona. Chi sa cogliere la ricchezza che proviene da loro, gli stimoli..
Anche io ho incominciato questa esperienza con tantissime paure, non sono un'insegnante di sostegno, ma un'assistente educativa.
Non mi interessa ora delineare le differenze di ruolo, ma i bimbi che ho incontrato in questi anni, la loro determinazione, il coraggio, le emozioni, le difficoltà..questi piccoli grandi uomini mi hanno in-segnato tantissimo.
La piccola "che mi insegue" mi ha trasmesso l'amore per la musica e ora grazie a lei strimpello la chitarra e ho deciso di iniziare a prendere lezioni di sax.
Ho conosciuto delle insegnanti di sostegno e non sono tutte dei mostri..lo so che sono i vostri figli e certi fatti fanno innorridire, ma provate a pensare alle tante esperienze positive, che non facendo notizia purtroppo non vengono trasmesse dai telegiornali
Sonia
sono completamente d'accordo con Sonia, forse perchè viviamo la stessa realtà..E' triste e fa imbestialire anche me leggere certe cose, ma bsiogna pensare anche alle persone che credono davvero nei vostri figli e lavorano ogni giorno per portare a casa dei piccoli risultati...e non lo fanno per 2000 euro al mese!!! Parliamone, è giusto che questi episodi vengano denunciari e spero davvero che non si possano più avvicinare ad un bambino..!!!
premetto che non sono un'insegnante però avendo due figlie dicui una diversamente abile ,sto spesso a contatto con la scuola ed ho l'impressione che molto spesso ci sia un "Burn Out" diffuso tra i docenti. Sono demotivati,mal pagati,costretti adm operare in aule "sgarrupate"se non addirittura pericolanti e non hanno spesso neppure gli ausili minimi come gesso,penne,armadietti per i libri. Oltre a tutto questo abbiamo una scuola ancorata a vecchi sistemi ormai sorpassati. il 17 marzo mi sono recata al colloquio genitori maestri per la presa visione della scheda. Nell'attesa
fuori dall'aula perche entrava un genitore alla volta,osservavo gli altri genitori anche un pò in ansia per sapere se il proprio figlio avava avuto ottimo o distinto.Un amamma è uscita e ha quasi aggredito il figlio dicendo poi a casa facciamo i conti ;il bambino si è messo a piangere e mi ha fatto veramente pena. Ho chiesto a mia figlia perchè e lei mi ha detto che é il più somaro non sa neppure leggere.! Ho avuto l'impressione di entrare in un tribunale dove i giudici(insegnanti) emettevano il verdetto: Bravo, prmo della classe o somaro senza rimedio.Ma la scuola non dovrebbe essere così ,andrebbe intesa come laboratorio di esperienze,dove tutti i bambini,compresi i diversamente abili,lavorando insieme in gruppo raggiungono gli obiettivi didattici prefissati . Quindi non ci deve essere il primo della classe e non è giusto bollare un binbo come somaro ,o peggio come discolo. gli insegnanti si dovebbrero rapportare più spesso con i genitori e non una o due volte l'anno. Il giudizio ,amio avviso andrebbe dato al gruppo di lavoro dei bambini che avendo ciascuno delle potenzialità(chi più chi meno) tuttavia raggiunge l'obiettivo e va premiato il gruppo con un voto unico:Bravi tutti avete raggiunto l'obiettivo di riassumere un racconto,o di scrivere un tema. L'insegnante deve diventare un tutor ,un accompagnatore e dare gli in put giusti per saper lavorare,anche spiegare che per fare un tema bisogna prima fare uno schema ed ordinare i pensieri,come fare un'introduzione,un corpo del tema oppure una conclusione finale. Ho letto che tutti i bambini di una classe sono come degli orchestrali ognuno ha uno strumento,c'è che suona il pianoforte,ma c'è anche chi suona il timpano o il tamburo,ma tutti contribuiscono a fare un'orchestra e a produrre un brano di musica fino alla sinfonia,cioè a raggiungere insieme obiettivi più elevati. Oggi la scuola è disumana ,occorre lavorare molto affinchè sia la cartina di tornasole di un rinnovato UMANESIMO!
nn ho nemmeno finito di leggere, dal nervosismo.
che vergogna tutto questo nel 2007
premetto che non sono un'insegnante però avendo due figlie dicui una diversamente abile ,sto spesso a contatto con la scuola ed ho l'impressione che molto spesso ci sia un "Burn Out" diffuso tra i docenti. Sono demotivati,mal pagati,costretti adm operare in aule "sgarrupate"se non addirittura pericolanti e non hanno spesso neppure gli ausili minimi come gesso,penne,armadietti per i libri. Oltre a tutto questo abbiamo una scuola ancorata a vecchi sistemi ormai sorpassati. il 17 marzo mi sono recata al colloquio genitori maestri per la presa visione della scheda. Nell'attesa
fuori dall'aula perche entrava un genitore alla volta,osservavo gli altri genitori anche un pò in ansia per sapere se il proprio figlio avava avuto ottimo o distinto.Un amamma è uscita e ha quasi aggredito il figlio dicendo poi a casa facciamo i conti ;il bambino si è messo a piangere e mi ha fatto veramente pena. Ho chiesto a mia figlia perchè e lei mi ha detto che é il più somaro non sa neppure leggere.! Ho avuto l'impressione di entrare in un tribunale dove i giudici(insegnanti) emettevano il verdetto: Bravo, prmo della classe o somaro senza rimedio.Ma la scuola non dovrebbe essere così ,andrebbe intesa come laboratorio di esperienze,dove tutti i bambini,compresi i diversamente abili,lavorando insieme in gruppo raggiungono gli obiettivi didattici prefissati . Quindi non ci deve essere il primo della classe e non è giusto bollare un binbo come somaro ,o peggio come discolo. gli insegnanti si dovebbrero rapportare più spesso con i genitori e non una o due volte l'anno. Il giudizio ,amio avviso andrebbe dato al gruppo di lavoro dei bambini che avendo ciascuno delle potenzialità(chi più chi meno) tuttavia raggiunge l'obiettivo e va premiato il gruppo con un voto unico:Bravi tutti avete raggiunto l'obiettivo di riassumere un racconto,o di scrivere un tema. L'insegnante deve diventare un tutor ,un accompagnatore e dare gli in put giusti per saper lavorare,anche spiegare che per fare un tema bisogna prima fare uno schema ed ordinare i pensieri,come fare un'introduzione,un corpo del tema oppure una conclusione finale. Ho letto che tutti i bambini di una classe sono come degli orchestrali ognuno ha uno strumento,c'è che suona il pianoforte,ma c'è anche chi suona il timpano o il tamburo,ma tutti contribuiscono a fare un'orchestra e a produrre un brano di musica fino alla sinfonia,cioè a raggiungere insieme obiettivi più elevati. Oggi la scuola è disumana ,occorre lavorare molto affinchè sia la cartina di tornasole di un rinnovato UMANESIMO!
CAngel io con questi discorsi( mi sembrano l emie parole) HO COMBATTUTO PER TRE ANNI...in una classe dove oltre a esserci mia figli adown ci sono altre realta' particolari quindi c'e' un bel geruppetto di esclusi ch evengono isolatr dalle altre mamme, non sono mai invitati ai compleanni ...gli stessi compagni hanno assimilato il ragionamento dei genitori e ascoltano quelelo che viene detto giornalmente dalle insegnanti.
Adesso non ho piu' ne ' la voglia e ne' la salute mi affido all'insegnate di sostegno e che diriga lei il tutto....e' brava e culturalmente preparata.
Intanto ci ho rimesso molto in affetti familiari, vita doemstica e sociale <pensando che le cose potessero cambiare.
alcune volte mi pento di aver tolto tanto a me stessa e ai figli .
*/http://www2.tecnicadellascuola.it/index.php?id=19721&action=view&c
In queste ultime settimane, a fronte di alcuni episodi che hanno trovato
ampia risonanza attraverso i “media”, la figura dell’insegnante di
sostegno è salita alla ribalta, quasi sempre in termini negativi.
Incalzanti notizie che lasciano sconcertati! Episodi poco edificanti
hanno guadagnato le prime pagine dei quotidiani, dei settimanali e hanno
vagato via etere, riecheggiando, amplificandosi ... come un’onda anomala!
Che cosa sta succedendo? La figura dell’insegnante di sostegno si offre
attraverso un’immagine distorta, deformata dagli episodi riportati dalla
cronaca.
E il rischio della “generalizzazione” di singoli casi è in agguato.
Per questo occorre fare molta attenzione! Non è lecito generalizzare, né
mettere in “cattiva luce” le migliaia di insegnanti di sostegno che, con
il loro contributo, con loro serietà professionale e il loro impegno,
giorno dopo giorno si prodigano per realizzare e costruire il processo
di integrazione scolastica e sociale degli alunni in situazione di handicap.
Questa parte della scuola merita una valutazione più attenta e
responsabile. Occorre dire chiaramente che sono in atto sforzi
considerevoli da parte di molti insegnanti di sostegno, spesso in prima
linea a difesa e a costruzione di un diritto che la Costituzione
riconosce e garantisce a ciascun cittadino italiano.
Il grido d’allarme e di stupore scattato, infatti, denuncia un insieme
di fattori che, al di là dei singoli episodi, coinvolgono molti attori.
Ecco perché mentre è necessario condannare fermamente le azioni /che
violano l’integrità e la dignità della persona, //che impediscono la
realizzazione di un’integrazione reale, //che propongono come costanti
situazioni che creano “dis-integrazione //scolastica e sociale”, /è
opportuno e doveroso fermarsi , per capire “dove siamo ora e dove ci
stiamo dirigendo”.
Rispetto all’integrazione, di parole ne sono state spese a fiumi.
La stessa Unione Europea ha preso posizione:
- l’anno europeo del disabile (2003) è stato indicativo di un pensiero
che si sta sempre più diffondendo;
- le direttive europee volte alla non-discriminazione e alle pari
opportunità (a cui è dedicato il 2007) oltre che all’attenzione per
l’inserimento sociale dei disabili, in particolare nel mondo del lavoro,
testimoniano la crescita di una sensibilità che può avere quale sbocco
unicamente una “convivenza” rispettosa del riconoscimento dell’identità
di ciascuno.
Tuttavia, oltre i buoni intenti e le possibili soluzioni, resta un
sistema che, pur più che valido negli intenti, fatica a decollare e che
sembra, in questi ultimi anni, avere innescato la retromarcia.
La nostra Associazione, alla quale aderiscono insegnanti di sostegno,
assistenti educatori, genitori e simpatizzanti di diverse regioni
italiane, da anni si sforza di richiamare l’attenzione delle Istituzioni
preposte sui temi cardine dell’integrazione, alla cui base sta la
*formazione* degli insegnanti, improntando la sua azione in conformità
sui principi contenuti nelle norme che hanno segnato e segnano i
percorsi per l’integrazione scolastica degli alunni disabili in Italia.
*Il malessere e il disagio sociale* *subito e vissuto* da parte di
coloro che rappresentano la fascia più debole e, con loro, molto spesso
anche da parte di insegnanti di sostegno impegnati e di famiglie
coinvolte, *chiedono di ripensare l’integrazione*, entro tempi brevi,
individuando soluzioni e attuando interventi chiari, decisi e
rigorosamente seri: non è più ammissibile, e non deve essere
assolutamente ammesso, che si mettano in atto azioni “sui disabili,
senza i disabili”.
Da sempre abbiamo denunciato le contraddizioni presenti, contraddizioni
che chiedono “soluzioni” reali, per non vanificare gli sforzi compiuti a
partire dal 1977.
Alcune parole chiave sono:
1.*Formazione: i*l percorso formativo per gli insegnanti di sostegno ha
subito variazioni sensibili, giocate al ribasso, riguardo alla durata,
rispondendo più a logiche estranee all’integrazione (quali l’immissione
in ruolo, la certezza di un posto di lavoro, la possibilità di lavoro
sotto casa, una sistemazione dei perdenti posto) piuttosto che alla
necessità di offrire personale professionalmente preparato a rispondere
alle sfide e ai bisogni speciali derivanti dal ruolo ricoperto. In
questi ultimi trent’anni si è passati dai corsi monovalenti, ai corsi
biennali, ai corsi biennali universitari (per la sola durata di due anni
accademici), percorsi di 700 ore, e percorsi di 400 ore; ogni tanto si
ventila l’ipotesi di percorsi ancora più brevi per “formare nuovi
insegnanti di sostegno”...
Per la cronaca, ricordiamo che per la formazione di insegnanti di
sostegno attualmente sono in atto corsi di 400 ore, presso le SSIS per
la scuola secondaria di primo e secondo grado e il corso di laurea per
la scuola primaria, a conclusione dei quali qualora i docenti
specializzati vengano assegnati a classi in cui sono presenti alunni con
minorazione sensoriale (D.M. 26 maggio 1998), gli insegnanti stessi
devono frequentare un ulteriore corso formativo attivato dalla scuola
presso cui svolgono il servizio.
2. *Assunzione: *da anni moltissimi insegnanti che si sono formati con
percorsi biennali universitari transitano da una scuola all’altra,
vivendo il dramma della precarietà di un ruolo che non consente loro di
intervenire in modo efficace, proprio per la “provvisorietà” quotidiana.
Al sostegno vengono assegnati spesso docenti “in esubero” oppure docenti
privi di di titolo.
3. *Continuità educativo-didattica*: la continuità educativo-didattica
appare condizionata dal continuo “tourn-over” degli insegnanti di
sostegno, chiamati a rispondere a logiche di “raccolta punti”, di
persone in costante migrazione interna, di docenti che riescono ad
ottenere un punto in più grazie a master o altro corso. Oltre a ledere
il diritto all’istruzione, la /discontinuità/ impedisce la costruzione
della relazione fra docente e discenti, presupposto essenziale per la
positiva realizzazione dell’integrazione.
4. *Insegnante assegnato alla classe o allo stanzino? *L’integrazione,
dice la norma, deve avvenire nelle classi: molto spesso, tuttavia, gli
alunni in situazione di handicap trascorrono gran parte del loro tempo
all’interno di “stanzini” o “stanzino del sorriso” o “aula delle
autonomie” insieme all’insegnante di sostegno. Sull’altro versante, il
docente di sostegno vive la sua condizione di insegnante di tipo B e
talvolta “nega” il suo ruolo.
Quante volte, durante le udienze generali, abbiamo trovato il cartello
riportante il nome del docente con la scritta: “attività di sostegno
alla classe...?
5. *Utilizzo:* è prassi abbastanza consolidata che, in assenza dei
docenti curricolari, l’insegnante di sostegno venga utilizzato per la
loro “sostituzione”, mentre quasi mai succede il contrario.
6. *Sostituzione insegnante/assistente:* assistenti o insegnanti? Il
dilemma spesso viene risolto a discapito della figura docente,
rafforzando il principio che l’alunno in situazione di handicap non
necessita di intervento didattico, ma solo educativo. E la scuola? Come
può rispondere al suo dovere di insegnare?
Al tempo stesso, per gli assistenti educatori, importanti per la loro
funzione, non è definito alcun ruolo e, nella prassi, capita spesso che
gli assistenti “siano messi in condizione di supplire” l’insegnante di
sostegno, pur essendo privi di formazione specifica per la didattica.
Questa situazione richiede chiarezza e regolamentazione.
Il processo dell’integrazione scolastica e sociale deve *andare avanti* !
* *
*LE NOSTRE RICHIESTE*
* *
Il primo invito lo rivolgiamo al Ministro, On. Fioroni, affinché
intervenga al più presto, per definire ruoli, percorsi di formazione(non
più giocati al ribasso) e competenze specifiche che da anni attendono
una loro collocazione e per fissare criteri ai quali tutti, nella
scuola, devono attenersi, senza scappatoie e fraintendimenti.
Alle famiglie e alle associazioni delle persone disabili chiediamo di
“esigere” personale professionalmente qualificato; di esigere la
definizione e la partecipazione alla stesura dei documenti,
contribuendo, per la propria parte, al percorso scolastico dei figli e
alla definizione del progetto di vita.
Invitiamo inoltre tutti gli insegnanti di sostegno, che da anni operano
nella scuola, ad inviare le loro testimonianze, raccontando la
“quotidianità”, le piccole azioni che, giorno dopo giorno,
contribuiscono a sviluppare e potenziare il processo e il progresso
dell’integrazione. Storie di didattica. Storie di socializzazione.
Storie di inserimento. Storie di comunicazione. Storie di apprendimento.
Storie di successi e difficoltà.
Rispondiamo in termini di qualità.
Scrivete le vostre testimonianze a
_sostegno@sostegno.org <mailto:sostegno@sostegno.org>_
La campagna "*30 anni di integrazione in Italia: dalla L. 517/77 ad
oggi" *ospiterà i vostri elaborati.
* *
*Per eventuali contatti:*
*Evelina Chiocca, **presidente Coordinamento Italiano Insegnanti
Sostegno (C.I.I.S.)*
*e-mail: **_sostegno@sostegno.org_*
Che ne pensate di scrivere tutti facendo uscire le ns idee e i ns bisogni dal forum?difficile non e', io l'ho appena fatto.
*/http://www2.tecnicadellascuola.it/index.php?id=19721&action=view&c
6. *Sostituzione insegnante/assistente:* assistenti o insegnanti? Il
dilemma spesso viene risolto a discapito della figura docente,
rafforzando il principio che l’alunno in situazione di handicap non
necessita di intervento didattico, ma solo educativo. E la scuola? Come
può rispondere al suo dovere di insegnare?
Al tempo stesso, per gli assistenti educatori, importanti per la loro
funzione, non è definito alcun ruolo e, nella prassi, capita spesso che
gli assistenti “siano messi in condizione di supplire” l’insegnante di
sostegno, pur essendo privi di formazione specifica per la didattica.
Gli assistenti educatori, educativi, all'autonomia o qualsivoglia terminologia non possono supplire le insegnanti di sostegno o di classe, non per la formazione "specifica" ma piuttosto perchè ricoprono un altro ruolo, non dipendono dalla stato :cry: ma spesso da cooperative sociali :evil:, e non hanno il mandato per coprire altri ruoli.
La formazione specifica per la didattica appartiene solo a chi si laurea in scienze della formazione, la maggior parte delle insegnanti ha un diploma di scuola media superiore durante la quale avrà affrontato in modo generale alcune discipline psico-pedagogiche.
Mi dispiace contraddirvi, ma a scuola si parla sempre e solo e si fa quasi sempre e solo didattica. Non importa se i vostri figli hanno poche relazioni con gli altri bimbi, la cosa principale è che sappiano fare le addizioni.
Inoltre io ho sempre fatto anche didattica e non sono un esemplare unico.
Provate a spiegarmi cosa fa altrimenti un'assistente educativa per 15 ore in una classe..
Insegnare vuol dire tante cose, spero che la scuola non sia limitata alla didattica..in una scuola organizzata in tal modo sul profitto, i vostri figli non troverebbero spazio.
Bisognerebbe puntura sull'apprendimento cooperativo, ma occore tempo, voglia..la disponibilità forse di sacrificare un po' di didattica per fare didattica.
Mi piacerebbe che il ruolo degli assistenti educativi fosse disciplinato da alcune norme, che richiedessero una preparazione specifica.
Gli assistenti educativi mandano giù tanti di quei rospi amari per questo mancato riconoscimento che avviene da ogni punto di vista. Le cooperative sociali..l'essere considerato sempre una figura inferiore..per mancanza di formazione, anche se il più delle volte è superiore a quella delle insegnanti..
Le soddisfazioni più grandi, l'affetto più grande, il riconoscimento di maggior valore è quello dei bambini.
[quote="cangel"]Quindi non ci deve essere il primo della classe e non è giusto bollare un binbo come somaro ,o peggio come discolo. . Il giudizio ,amio avviso andrebbe dato al gruppo di lavoro dei bambini che avendo ciascuno delle potenzialità(chi più chi meno) tuttavia raggiunge l'obiettivo e va premiato il gruppo con un voto unico:Bravi tutti avete raggiunto l'obiettivo di riassumere un racconto,o di scrivere un tema. [quote]
Questo è principio sul quale si basa l'apprendimento cooperativo... :D
Grazie per averlo esposto.
IO ho risposto e sarebbe bello che lo facessimo tutti in base alle ns idee ed esperienze vissute.
Data: 24/03/2007 9.43.20
A: _sostegno@sostegno.org
Oggetto: integrazione
Tutto quello che avete descritto PURTROPPO avviene spesso ma e' anche piu difficile
Che venga messo in pratica DAI DIRIGENTI SCOLASTICI ALL'INSEGNA DEL RISPARMIO.....se l'insegnate di sostegno motivata, collabora
Con la famiglia, E SA quale sono I suoi diritti e viene supportata dal team insegnanti Della classe PERCHE' considerata utile e importante per il percorso di tutti gli alunni.
Piu fra di loro fanno coesione e piu' progetti insieme possono fare. L'inizio e' proprio questo
fare integrazioni fra insegnanti e puo avvenire se c'e' continuita
Altrimenti e' difficile ogni anno creare gruppo se l'insegnante di sostegno
E' sempre diversa, is perdono mesi a conoscere IL bambino, <Le insegnanti a
Trovare vie e e metodi comuni di lavoro .
Il compito delle famiglie e' far is che questo avvenga nella difesa del
diritto allo studio di tutti quanti..SE il clima in classe è questo difficilmente si approvano comportamenti poco legali e che tolgono ruolo all'insegnante di sostegno perche'<questa diventa anello importante per tutta la classe in tutte le ore.
E altresi' importante IL ruolo educativo Della famiglia affinche' IL
bambino possa poter stare nel gruppo e essere accolto nel migliore dei modi
Evitando esclusioni per motivi di comportmaneto,ben diversi DA quelli
Derivanti dalla patologia.
Sono genitore di una bambina down di 10 anni che frequenta la 4 elementare .
Nell'istituto ci sono altri bambini down, ognuno diverso dall'altro con IL
Proprio vissuto e bagaglio educativo e culturale e di Grande importanza .
Non is puo affidare alla scuola l'intero
percorso di crescita dei ns figli..is possono ottenere risultati solo
Lavorando insieme sull'educazione e I comportamenti sociali.< sia insegnanti
Che genitori Ed educatori, figure che spesso mancano .
La formazione deve essere rivolta sia agli insegnanti che Ai genitori tutti,
Anche quelli dei bambini non disabili che vanno insieme a scuola,
Altrimenti l'accettazione Sara' difficile in quanto chi non conosce spesso
Non as come rapportarsi AI ns figli , spesso prevalgono I pregiudizi e Le
Paure legate a vecchi stereotipi e generalizzazioni.
Posso considerare l'esperienza personale abbastanza positiva non tanto per
Gli apprendimenti puramente didattici dove is va per gradi, quanto per IL
Lavoro educativo svolto sulla bambina e sull'accettazione di se' DA parte
Dei compagni , compito piu arduo del puro insegnamento nozionistico.
Questo avviene solo lavorando insieme con la scuola e Le altre famiglia , aprendoci
Noi stessi agli agli in modo DA favorirne I contatti anche extrascuola.
Cordialmente vi saluto augurandovi buon lavoro.
Isabella
-------Messaggio originale-------
Da: Rolando A. Borzetti
Data: 23/03/2007 19.42.55
A: sociale-edscuola@yahoogroups.com
Oggetto: [sociale-edscuola] Insegnanti di sostegno: occorre non
generalizzare"
*/http://www2.tecnicadellascuola.it/index.php?id=19721&action=view&c
di CIIS/*
In queste ultime settimane, a fronte di alcuni episodi che hanno trovato
ampia risonanza attraverso i media, la figura dellinsegnante di
sostegno salita alla ribalta, quasi sempre in termini negativi.
Incalzanti notizie che lasciano sconcertati! Episodi poco edificanti
hanno guadagnato le prime pagine dei quotidiani, dei settimanali e hanno
vagato via etere, riecheggiando, amplificandosi ... come unonda anomala!
Che cosa sta succedendo? La figura dellinsegnante di sostegno si offre
attraverso unimmagine distorta, deformata dagli episodi riportati dalla
cronaca.
E il rischio della generalizzazione di singoli casi in agguato.
Per questo occorre fare molta attenzione! Non lecito generalizzare, n
mettere in cattiva luce le migliaia di insegnanti di sostegno che, con
il loro contributo, con loro seriet professionale e il loro impegno,
giorno dopo giorno si prodigano per realizzare e costruire il processo
di integrazione scolastica e sociale degli alunni in situazione di handicap.
Questa parte della scuola merita una valutazione pi attenta e
responsabile. Occorre dire chiaramente che sono in atto sforzi
considerevoli da parte di molti insegnanti di sostegno, spesso in prima
linea a difesa e a costruzione di un diritto che la Costituzione
riconosce e garantisce a ciascun cittadino italiano.
Il grido dallarme e di stupore scattato, infatti, denuncia un insieme
di fattori che, al di l dei singoli episodi, coinvolgono molti attori.
Ecco perch mentre necessario condannare fermamente le azioni /che
violano lintegrit e la dignit della persona, //che impediscono la
realizzazione di unintegrazione reale, //che propongono come costanti
situazioni che creano dis-integrazione //scolastica e sociale, /
opportuno e doveroso fermarsi , per capire dove siamo ora e dove ci
stiamo dirigendo.
Rispetto allintegrazione, di parole ne sono state spese a fiumi.
La stessa Unione Europea ha preso posizione:
- lanno europeo del disabile (2003) stato indicativo di un pensiero
che si sta sempre pi diffondendo;
- le direttive europee volte alla non-discriminazione e alle pari
opportunit (a cui dedicato il 2007) oltre che allattenzione per
linserimento sociale dei disabili, in particolare nel mondo del lavoro,
testimoniano la crescita di una sensibilit che pu avere quale sbocco
unicamente una convivenza rispettosa del riconoscimento dellidentit
di ciascuno.
Tuttavia, oltre i buoni intenti e le possibili soluzioni, resta un
sistema che, pur pi che valido negli intenti, fatica a decollare e che
sembra, in questi ultimi anni, avere innescato la retromarcia.
La nostra Associazione, alla quale aderiscono insegnanti di sostegno,
assistenti educatori, genitori e simpatizzanti di diverse regioni
italiane, da anni si sforza di richiamare lattenzione delle Istituzioni
preposte sui temi cardine dellintegrazione, alla cui base sta la
*formazione* degli insegnanti, improntando la sua azione in conformit
sui principi contenuti nelle norme che hanno segnato e segnano i
percorsi per lintegrazione scolastica degli alunni disabili in Italia.
*Il malessere e il disagio sociale* *subito e vissuto* da parte di
coloro che rappresentano la fascia pi debole e, con loro, molto spesso
anche da parte di insegnanti di sostegno impegnati e di famiglie
coinvolte, *chiedono di ripensare lintegrazione*, entro tempi brevi,
individuando soluzioni e attuando interventi chiari, decisi e
rigorosamente seri: non pi ammissibile, e non deve essere
assolutamente ammesso, che si mettano in atto azioni sui disabili,
senza i disabili.
Da sempre abbiamo denunciato le contraddizioni presenti, contraddizioni
che chiedono soluzioni reali, per non vanificare gli sforzi compiuti a
partire dal 1977.
Alcune parole chiave sono:
1.*Formazione: i*l percorso formativo per gli insegnanti di sostegno ha
subito variazioni sensibili, giocate al ribasso, riguardo alla durata,
rispondendo pi a logiche estranee allintegrazione (quali limmissione
in ruolo, la certezza di un posto di lavoro, la possibilit di lavoro
sotto casa, una sistemazione dei perdenti posto) piuttosto che alla
necessit di offrire personale professionalmente preparato a rispondere
alle sfide e ai bisogni speciali derivanti dal ruolo ricoperto. In
questi ultimi trentanni si passati dai corsi monovalenti, ai corsi
biennali, ai corsi biennali universitari (per la sola durata di due anni
accademici), percorsi di 700 ore, e percorsi di 400 ore; ogni tanto si
ventila lipotesi di percorsi ancora pi brevi per formare nuovi
insegnanti di sostegno...
Per la cronaca, ricordiamo che per la formazione di insegnanti di
sostegno attualmente sono in atto corsi di 400 ore, presso le SSIS per
la scuola secondaria di primo e secondo grado e il corso di laurea per
la scuola primaria, a conclusione dei quali qualora i docenti
specializzati vengano assegnati a classi in cui sono presenti alunni con
minorazione sensoriale (D.M. 26 maggio 1998), gli insegnanti stessi
devono frequentare un ulteriore corso formativo attivato dalla scuola
presso cui svolgono il servizio.
2. *Assunzione: *da anni moltissimi insegnanti che si sono formati con
percorsi biennali universitari transitano da una scuola allaltra,
vivendo il dramma della precariet di un ruolo che non consente loro di
intervenire in modo efficace, proprio per la provvisoriet quotidiana.
Al sostegno vengono assegnati spesso docenti in esubero oppure docenti
privi di di titolo.
3. *Continuit educativo-didattica*: la continuit educativo-didattica
appare condizionata dal continuo tourn-over degli insegnanti di
sostegno, chiamati a rispondere a logiche di raccolta punti, di
persone in costante migrazione interna, di docenti che riescono ad
ottenere un punto in pi grazie a master o altro corso. Oltre a ledere
il diritto allistruzione, la /discontinuit/ impedisce la costruzione
della relazione fra docente e discenti, presupposto essenziale per la
positiva realizzazione dellintegrazione.
4. *Insegnante assegnato alla classe o allo stanzino? *Lintegrazione,
dice la norma, deve avvenire nelle classi: molto spesso, tuttavia, gli
alunni in situazione di handicap trascorrono gran parte del loro tempo
allinterno di stanzini o stanzino del sorriso o aula delle
autonomie insieme allinsegnante di sostegno. Sullaltro versante, il
docente di sostegno vive la sua condizione di insegnante di tipo B e
talvolta nega il suo ruolo.
Quante volte, durante le udienze generali, abbiamo trovato il cartello
riportante il nome del docente con la scritta: attivit di sostegno
alla classe...?
5. *Utilizzo:* prassi abbastanza consolidata che, in assenza dei
docenti curricolari, linsegnante di sostegno venga utilizzato per la
loro sostituzione, mentre quasi mai succede il contrario.
6. *Sostituzione insegnante/assistente:* assistenti o insegnanti? Il
dilemma spesso viene risolto a discapito della figura docente,
rafforzando il principio che lalunno in situazione di handicap non
necessita di intervento didattico, ma solo educativo. E la scuola? Come
pu rispondere al suo dovere di insegnare?
Al tempo stesso, per gli assistenti educatori, importanti per la loro
funzione, non definito alcun ruolo e, nella prassi, capita spesso che
gli assistenti siano messi in condizione di supplire linsegnante di
sostegno, pur essendo privi di formazione specifica per la didattica.
Questa situazione richiede chiarezza e regolamentazione.
Il processo dellintegrazione scolastica e sociale deve *andare avanti* !
* *
*LE NOSTRE RICHIESTE*
* *
Il primo invito lo rivolgiamo al Ministro, On. Fioroni, affinch
intervenga al pi presto, per definire ruoli, percorsi di formazione(non
pi giocati al ribasso) e competenze specifiche che da anni attendono
una loro collocazione e per fissare criteri ai quali tutti, nella
scuola, devono attenersi, senza scappatoie e fraintendimenti.
Alle famiglie e alle associazioni delle persone disabili chiediamo di
esigere personale professionalmente qualificato; di esigere la
definizione e la partecipazione alla stesura dei documenti,
contribuendo, per la propria parte, al percorso scolastico dei figli e
alla definizione del progetto di vita.
Invitiamo inoltre tutti gli insegnanti di sostegno, che da anni operano
nella scuola, ad inviare le loro testimonianze, raccontando la
quotidianit, le piccole azioni che, giorno dopo giorno,
contribuiscono a sviluppare e potenziare il processo e il progresso
dellintegrazione. Storie di didattica. Storie di socializzazione.
Storie di inserimento. Storie di comunicazione. Storie di apprendimento.
Storie di successi e difficolt.
Rispondiamo in termini di qualit.
Scrivete le vostre testimonianze a
_sostegno@sostegno.org <mailto:sostegno@sostegno.org>_
La campagna "*30 anni di integrazione in Italia: dalla L. 517/77 ad
oggi" *ospiter i vostri elaborati.
* *
*Per eventuali contatti:*
*Evelina Chiocca, **presidente Coordinamento Italiano Insegnanti
Sostegno (C.I.I.S.)*
*e-mail: **_sostegno@sostegno.org_*
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La cosa più assurda è che le insegnanti di sostegno, invece che essere persone più formate proprio perchè il loro è un compito particolarmente delicato, spesso sono insegnanti alle prime armi che accettano il sostegno solo perchè costrette in attesa di ottenere il ruolo!!!
ASSURDO!!!
Poi non è detto che non ci siano pazzi anche tra gli insegnanti più formati e preparati...però questo sistema sembra proprio una presa in giro!
Che usano il sotegno SOLO per salire in graduatoria e che se ne fregano dei bimbi
La cosa più assurda è che le insegnanti di sostegno, invece che essere persone più formate proprio perchè il loro è un compito particolarmente delicato, spesso sono insegnanti alle prime armi che accettano il sostegno solo perchè costrette in attesa di ottenere il ruolo!!!
ASSURDO!!!
Poi non è detto che non ci siano pazzi anche tra gli insegnanti più formati e preparati...però questo sistema sembra proprio una presa in giro!
Che usano il sotegno SOLO per salire in graduatoria e che se ne fregano dei bimbi
Il percorso di studi per chi oggi vuol diventare insegnante di sostegno prevede un numero maggiore di esami rispetto a quello dell'insegnante di classe.
Tutti devono poter iniziare per costruirsi un'esperienza, anche le "insegnanti alle prime armi".
Sul resto, concordo..ci sono però insegnanti che tengono molto ai loro bimbi.
Chissà perchè la maggior parte aspirano alla classe. Una mia insegnante delle medie che mi accompagnò fino agli esami, scelse l'anno successivo di "fare l'insegnante di sostegno", a me parve una decisione insolita, strana..difficilmente comprensibile. Solo ora capisco..
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