aledario
25-03-2016, 11:33
Gli auguri che ho fatto a tutti anche su faccialibro... li condivido sul Pianeta con il pudore e l'intima consapevolezza che chi li leggerà da qui... ha già bene sperimentato nella vita il valore e l'importanza della sconfitta, e sa che esso ci viene insegnato quotidianamente da persone che amiamo in modo irripetibile ed unico. Perchè hanno parte privilegiata anche se non consapevolmente scelta in questo mistero.
Che si guardi alla vita e alla morte del Figlio di Dio quasi 2000 anni fa o alle famose parole pronunciate dal laicissimo Pier Paolo Pasolini durante un'intervista alla rivista "Vie nuove" nel 1961, che riporto qui sotto... la sostanza non cambia. Alla verità che ci salva... che ci salva veramente... si può arrivare da molte strade. Ma tutte di sicuro hanno in comune l'esperienza bruciante e inevitabile della sofferenza e dell'umana sconfitta. Speriamo di incontrarci tutti là, un giorno, al di là del punto di partenza e del percorso personale di ognuno di noi..
E' il mio augurio di Buona Pasqua per tutti, oggi... nel giorno del "perdente" per eccellenza.
"Penso che sia necessario educare le nuove generazioni al valore della sconfitta. Alla sua gestione. All'umanità che ne scaturisce. A costruire un'identità capace di avvertire una comunanza di destino, dove si può fallire e ricominciare senza che il valore e la dignità ne siano intaccati. A non divenire uno sgomitatore sociale, a non passare sul corpo degli altri per arrivare primo.
In questo mondo di vincitori volgari e disonesti, di prevaricatori falsi e opportunisti, della gente che conta, che occupa il potere, che scippa il presente, figuriamoci il futuro, a tutti i nevrotici del successo, dell'apparire, del diventare.... A questa antropologia del vincente preferisco di gran lunga chi perde. E' un esercizio che mi riesce bene. E mi riconcilia con il mio sacro poco.
Ma io sono un uomo che preferisce perdere piuttosto che vincere con modi sleali e spietati. Grave colpa da parte mia, lo so! E il bello è che ho la sfacciataggine di difendere tale colpa, di considerarla quasi una virtù…"
Che si guardi alla vita e alla morte del Figlio di Dio quasi 2000 anni fa o alle famose parole pronunciate dal laicissimo Pier Paolo Pasolini durante un'intervista alla rivista "Vie nuove" nel 1961, che riporto qui sotto... la sostanza non cambia. Alla verità che ci salva... che ci salva veramente... si può arrivare da molte strade. Ma tutte di sicuro hanno in comune l'esperienza bruciante e inevitabile della sofferenza e dell'umana sconfitta. Speriamo di incontrarci tutti là, un giorno, al di là del punto di partenza e del percorso personale di ognuno di noi..
E' il mio augurio di Buona Pasqua per tutti, oggi... nel giorno del "perdente" per eccellenza.
"Penso che sia necessario educare le nuove generazioni al valore della sconfitta. Alla sua gestione. All'umanità che ne scaturisce. A costruire un'identità capace di avvertire una comunanza di destino, dove si può fallire e ricominciare senza che il valore e la dignità ne siano intaccati. A non divenire uno sgomitatore sociale, a non passare sul corpo degli altri per arrivare primo.
In questo mondo di vincitori volgari e disonesti, di prevaricatori falsi e opportunisti, della gente che conta, che occupa il potere, che scippa il presente, figuriamoci il futuro, a tutti i nevrotici del successo, dell'apparire, del diventare.... A questa antropologia del vincente preferisco di gran lunga chi perde. E' un esercizio che mi riesce bene. E mi riconcilia con il mio sacro poco.
Ma io sono un uomo che preferisce perdere piuttosto che vincere con modi sleali e spietati. Grave colpa da parte mia, lo so! E il bello è che ho la sfacciataggine di difendere tale colpa, di considerarla quasi una virtù…"