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maddy
09-11-2014, 00:46
Cari amici, oggi più che mai ho bisogno di confronto e consiglio.
Ieri io e mio marito Paolo abbiamo incontrato le maestre di Monica. E' stato il primo incontro lungo e approfondito, dopo uno fugace, praticamente di sola presentazione.
Monica fa la prima elementare e ha un grosso problema di manualità fine che le rende difficilissimo scrivere, lei non sa nemmeno disegnare.
A questo incontro erano presenti le due insegnanti di classe e il sostegno.
Dopo una lunga sviolinata per il fatto che Monica è autonoma, intraprendente, integrata, rispetta le regole etc etc emerge che per 4 ore alla settimana viene portata fuori dalla classe. In pratica, nelle ore in cui si fa "scrittura", l'insegnante di sostegno le fa fare delle attività differenziate in un'altra aula. Queste attività differenziate da quanto ho capito consisterebbero in attività al computer, composizione di lettere con das, pongo e roba simile, manipolazioni varie, scrittura gigante su imitazione alla lavagna, ma anche la composizione di un albero, che non ho capito cosa c'entra... Sì perché mi hanno detto che fanno queste cose per instradarla alla scrittura, così difficile per lei.
Quando mi hanno detto queste cose mi si sono rizzati i capelli e ho espresso la mia contrarietà con una certa decisione (Paolo poi mi ha detto che sono stata un po' aggressiva....) e ho argomentato che non capisco come non si possano fare queste cose stando in classe. Mi è stato risposto: come si fa con le manipolazioni? e ma monica si distrae, se altri fanno cose diverse da lei. e ma noi disturbiamo gli altri e gli altri disturbano noi.
Non mi aspettavo questo, davvero, e mi si è annebbiata la mente. Avevo solo voglia di piangere e confusamente ho ripetuto per un po' che preferirei trovassero delle modalità alternative cosicché Monica possa stare in classe anche quando fanno cose che sono al momento fuori dalla sua portata. Ho fatto la figura della mamma ansiosa, che non si fida.... infatti mi è stato detto più volte di fidarmi, che fanno così proprio perché monica poi (ma quando?) possa stare tranquillamente sempre in aula. Mi hanno anche detto che non è l'unica ad uscire dall'aula, ci sono altri due bambini che stanno evidenziando delle criticità che, quando possibile, vengono portati in altra aula per "attività di potenziamento". Ho risposto che non mi importa nulla di cosa fanno con gli altri, e così ho fatto anche la figura dell'individualista.
Su questa cosa ci ho perso il sonno e oggi ne ho parlato alla riunione dell'associazione locale. Alla presidente sono venuti i fumi a sentirmi e assolutamente mi ha detto che non sta né in cielo né in terra che facciano così, in prima elementare!!! Che assolutamente devono trovare modalità alternative e (a questo non avevo pensato) cosa farebbero poi gli altri che è così fuori dalla portata di Monica? mica staranno già scrivendo i romanzi?
Paolo invece è più rilassato: a lui le maestre hanno dato l'impressione di sapere il fatto loro e lui pensa che probabilmente un trattamento uno-a-uno possa aiutare (non mi ha saputo spiegare però come la mettiamo con la composizione dell'albero... :-x )
Allora il punto è questo : sono io imbesuita dalla chimera dell'integrazione a tutti i costi oppure no? In pratica, Paolo (senza dirlo a chiare lettere) mi ha fatto venire il dubbio che intestardendomi sulla permanenza in classe sto solo inseguendo un principio, uno slogan, a discapito delle necessità concrete, attuali, di Monica.
Vorrei davvero sapere cosa ne pensate voi, in base alla vostra esperienza
Grazie

Fulvio Bolzano
09-11-2014, 09:25
Ciao Maddalena,onestamente almeno per quanto mi concerne non posso di certo darti un opinione in base alle mie esperienze perché come tu ben sai con Lisa non sono ancora giunto a questo punto della sua vita,ma se mi permetti comunque un opinione in merito vorrei dartela.
Nonostante io chiaramente non fossi presente al colloquio con le maestre e quindi non posso sapere il tono,il modo e tutto il contorno in cui vi hanno comunicato il loro modo di operare mi permetto di schierarmi sul pensiero di Paolo in quanto penso che operare con Monica in separata sede probabilmente le permette di focalizzare la sua attenzione solo su quello che realmente fa e non magari sull'osservare gli amichetti e magari porsi domande davanti al lavoro che svolge totalmente diverso dei compagni di classe. Sul fatto dell'uscire dalla classe già quando ero alle elementari io ( una vita fa...aime') si usava operare nelle famose aule di sostegno ma mai nessuno di noi bimbi ha mai visto in modo diverso i compagni che ci andavano.
Se penso alla mia Lisa, che come dice il dottore che la segue è una grande osservatrice, penso che sarei forse il primo a chiedere di fare determinate attività in separata sede in quando noto che già a casa facendo attività di base per la motorieta' lei si perde via guardando prima una cosa poi un altra ecc ecc non focalizzando così l'attenzione su quello che realmente dovrebbe provare a fare.
Questo indubbiamente non so se magari possa essere o meno anche una problematica che ha anche Monica ma almeno per ora che è solo l'inizio della scuola una possibilità alle maestre la darei.....potrebbe essere davvero che la loro teoria agevoli più rapidamente il potenziamento di Monica e che quindi le permetta di poter poi lavorare con la classe.
Io sento di continuo da amici e dai miei nipoti che oggi come oggi è all'ordine del giorno che bimbi operino in aule separate per superare lo loro difficoltà ( bimbi stranieri con la totale mancanza della conoscenza dell'italiano,bimbi che fanno sedute con lo psicologo per realtà famigliari difficili e poi bimbi come i nostri o con esigenze simili)....a mio parere ( ripeto che io ci devo ancora passare per queste salite ) non penso sia il fatto di fare certe attività in una aula apposita che la possa discriminare. Se Monica a scuola ci va volentieri,se si è fatta nuovi amici che le vogliono bene,se gioca con loro ecc ecc il problema dell'aula separata si risolverà da solo secondo me.

Christian2010
09-11-2014, 10:00
Ciao Maddy, anche noi non ci siamo ancora passati perchè Chri è ancora piccolo, ma leggendo le tue parole la penso anch'io come tuo marito.....
le attività che Monica fa nelle 4 ore in cui è sola con l'insegnante di sostegno mi sembrano mirate x migliorare la manualità fine. Non penso che ci sia da parte delle maestre la volontà di discriminarla (certo io non ero al colloquio e non so in che termini si sono espresse), ma l'impressione mia è che vogliano veramente lavorare bene x risolvere questa sua problematica. Penso che effettivamente sia difficile svolgere due tipi di attività diverse nelle stessa classe con bambini così piccoli che già faticano a concentrarsi. La mia bimba più grande, Elisa, fa la prima elementare e le maestre ci dicono che ancora non sono capaci di concentrarsi x un tempo abbastanza lungo, infatti sono costrette a cambiare spesso attività durante la mattinata. Certo anch'io ci sarei rimasta male al tuo posto venendolo a sapere dopo due mesi di scuola, avrebbero dovuto forse parlarne con voi subito di questa intenzione che avevano. Ma loro non ti hanno detto se hanno notato miglioramenti svolgendo le attività in modo individuale? So che è facile parlare sulle esperienze degli altri, ma se Monica è contenta forse si potrebbe continuare così x un pò.....
Ciao!

Sergio
09-11-2014, 10:55
Non ricordo esattamente se Giorgio in prima uscisse dalla classe,gli anni successivi sì,anche lui ha molte difficoltà con la manualità fine e anche ora scrive solo in stampato maiuscolo,ricordo e conservo un quaderno ''supplementare'' dove a casa al di fuori dei compiti dati a tutti si doveva esercitare a scrivere lettere,sillabe e poi parole,in realtà a casa aveva più lavoro da fare,piccolo suggerimento non potrebbero darti alcune cose che svolgono fuori dalla classe da fare a casa per es.nel we?così da rimanere il più possibile in classe.Io non demonizzo l'uscita dalla classe in toto,certo è che quando nelle classi successive facevano cose che Giorgio non era ancora in grado di fare ritenevo più proficuo per lui consolidare quello che sapeva o comunque seguire il suo personale percorso.

mela
09-11-2014, 12:20
Ciao Maddy, anche io non ricordo esattamente cosa facesse mio figlio in prima elementare , so che comunque la classe per tutti i 5 anni era posta di fronte ad un'area aperta e tranquilla dove erano stati messi alcuni banchi per far lavorare gli alunni con difficoltà in modo tranquillo..e ovviamente la porta della classe rimaneva aperta.
Ma questa è una soluzione che magari non tutti possono adottare o gradiscono.

Anche Gabriele ha sempre avuto difficoltà nella motricità fine, per cui immagino la situazione di tua figlia...certo forse potrebbe fare queste cose con tutti gli altri però io se fossi in te lascerei perdere nel senso che non mi sembrano un numero di ore che possano pregiudicare l'integrazione con la classe. , sono solo 4 alla settimana , meno di un'ora al giorno su 6 di presenza a scuola...probabilmente si perde i momenti di didattica più pesanti e noiosi a favore di altre attività più adatte a lei...
Immagino che stiano cercando di aiutarla a riportare su foglio quello che vede e forse la composizione dell'albero è un esercizio in questo senso..poi arriverà la composizione del corpo umano ecc ecc per arrivare al disegno vero e proprio...
Io non mi preoccuperei di aver mostrato i miei sentimenti a riguardo, in fondo anche per te è un'esperienza nuova e importante ..molte mamme si scontrano con le insegnanti per molto meno..poi se hai dei dubbi fai bene ad esprimerli , in modo che le maestre sappiano che sei una mamma presente e attenta e dunque devono sempre tenere conto anche della tua opinione.
Inoltre tieni presente che potrebbe succedere (ti auguro di no, ma non sa mai) che nel corso degli anni sorgano altre situazioni di portata più seria per cui tu potresti aver bisogno di trovare un accordo con le maestre...per cui cerca di essere più tollerante possibile se riesci in questa fase iniziale, dimostrando che , anche se non sei convintissima, ti fidi di loro, per costruire un rapporto di fiducia reciproca che ti sarà senz'altro utile nel percorso che state iniziando insieme.

paola
09-11-2014, 12:31
In linea di massima dovrebbero stare sempre in classe, ma può capitare che per lavorare meglio non sia così disdicevole farli uscire, soprattutto se non escono da soli. Il problema è quando diventa un'abitudine che vada al di là delle quattro ore settimanali, non motivandone neanche la necessità.
Se te lo hanno detto vuol dire che penso possiate avere fiducia, io delle cose che non andavano me ne accorgevo perchè mi presentavo a scuola durante l'orario di lezione senza preavviso ed ecco che lo trovavo sdraiato sul materassino dietro agli altri, mentre gli altri scrivevano, piuttosto che giocava a palla nel corridoio o altre amenità simili, però alle riunioni andava sempre tutto bene e Davide stava sempre in classe, integratissimo ecc. :? Per cui in questi casi che fai? il fegato grosso e basta, perché in classe non ci stiamo noi, ma i nostri figli. Per cui ti chiedo tu come vedi Monica?
Quest'anno, ma già l'anno scorso paradossalmente, Davide sta di più in classe perché a lui non piace uscire per cui ascolta e quando gli altri lavorano, il sostegno o l'insegnante curricolare (è stato oltre un mese senza sostegno) lo fanno lavorare anche con strumenti facilitatori, come ad esempio lo scotch sulle squadre.

Blue Cloud
09-11-2014, 14:30
Provo a risponderti..
Premetto che mio figlio (Orsetto) non ha la sdd ma ha un ritardo mentale moderato.
Da ex-insegnante di sostegno alle medie posso dirti che lo stare in classe o no dipende in realtà dalla collega di classe: perchè ti assicuro che con una collega intelligente io potevo far fare tutt'altro alla mia allieva (lezione con la CAA, giochi didattici, esercizi di prima elementare) stando in classe. Con altre colleghe invece non potevo ("ci si disturba a vicenda", "il ragazzino si distrae" ecc. erano le motivazioni addotte :( ).
Da mamma: anche Orsetto in prima elementare non sapeva scrivere. Non sapeva nemmeno tracciare una linea orizzontale, verticale o diagonale, nè colorare dentro i margini. Per tutte le elementari è stato sempre fuori classe, e a me questo dava molto fastidio. Quest'anno mio figlio è in seconda media. Sta in classe spessissimo, ma fa un programma di prima elementare per matematica e di seconda elementare per italiano. Esce solo quando deve lavorare col computer, perchè non ha un portatile.

Forse bisognerebbe trovare un accordo con le maestre: si porta fuori il bambino quando è necessario e quando davvero l'attività che dovrebbe fare è di disturbo agli altri. Un esempio banale: se un bambino ha necessità di lavorare al computer con un programma in cui deve per esempio prima ascoltare le parole e poi scriverle, questo può recare disturbo agli altri (a meno che lui non abbia un pc portatile e anche un paio di cuffie). Ma se il bambino deve fare esercizi di pregrafismo, o un'attività sull'orientamento temporale, probabilmente è possibile svolgerla in classe senza arrecare disturbo.
La tua NPi cosa ne dice?

PS: sul discorso "non si preoccupi, è integratissimo" è meglio stendere un tappeto pietoso (tappeto perchè un velo non è abbastanza spesso.. ;) )

mip1234
09-11-2014, 19:13
Non ti posso dare la mia opinione né esperienza... Ma voglio solo dire una cosa.
Se ti sei sentita così giù e se "non ti fidi" non sarà un po anche perché non ti hanno coinvolta nella scelta, ma ti mettono di fronte al fatto compiuto a metà novembre...?
Per me è sicuramente presto per farmi delle aspettative, ma sicuramente anche adesso nelle piccole cose che fa Xavier mi sento più tranquilla se vengo messa a conoscenza delle intenzioni che i vari professionisti hanno, con le varie spiegazioni, e se sento che anche le mie richieste e proposte vengono discusse e prese in considerazione.
Quindinon so chi abbia ragione nel tuo caso, ma di base non mi sembra affatto fuori luogo la reazione che hai avuto!
Forza vedrai che se parli con loro troverete il compromesso migliore per Monica!

evele
09-11-2014, 21:55
Anche io sinceramente non ricordo bene se Eleonora in prima elementare usciva dalla classe....anche perché, come ben sai, in prima e seconda, era un "rebelotto" (vocabolo in dialetto brianzolo che indica caos:mitra:)
Ora Eleonora esce dalla classe, quando serve più attenzione, perché lei notoriamente si distrae facilmente:cool:
E devo dire che in questo modo sono sicura riesca ad apprendere più facilmente.
Ma per lezioni tipo, inglese, storia, geografia resta in classe tranquillamente con gli altri.
Come dice Paola occorre capire con quale spirito è gestita l'uscita dalla classe, e soprattutto se non si ecceda in questo senso.
Quindi cara mi spiace ....ma in questo caso do ragione a tuo marito;)

mariasole
10-11-2014, 01:30
[QUOTE]Cari amici, oggi più che mai ho bisogno di confronto e consiglio.
Maddalena...al pensiero di come eri serena una settimana fa, mi dispiace molto sapere che ora sei molto "scossa""...noi siamo qui per darti conforto e consiglio...anche se non so se ci riusciremo. Quindi...intanto comincio con un forte abbraccio, perchè il tuo attuale stato d'animo lo comprendo benissimo...anche se l'ho provato per motivi diversi..e indovina??? anche io come te in ansia e mio marito tranquillo come una Pasqua :eek:;)

Dopo una lunga sviolinata per il fatto che Monica è autonoma, intraprendente, integrata, rispetta le regole etc etc
Scusa Maddalena, ma ti sembrano cose di poco valore quelle che scrivi? Specie se le legge una mamma che ha una bambina che le sfugge come una anguilla??? te l'ho anche accennato al meeting, di come Monica fosse così brava in questo. Io non la vedrei come una sviolinata, o cose da sminuire, ma come le reali potenzialità di Monica, dalle quali partire! :vittoria:

Emerge che 4 ore alla settimana viene portata fuori dalla classe.
Per capire bene il contesto, se non ricordo male Monica fa il modulo di tempo pieno, quindi con molte più ore delle 27 che fa Mariasole. Su un monte ore più alto di presenza in classe, 4 ore mi sembrano "sindacabili" , nel senso che Mariasole già alla scuola dell'infanzia faceva delle attività personalizzate, o con uno o tre compagni, su mia richiesta all'insegnante di sostegno, sia per il potenziamento, cioè nel far fissare meglio ciò che era stato fatto in classe, sia per fare una reale verifica di ciò che aveva appreso. Quindi io non sono del tutto contraria a questa ,metodologia dell'intervento personalizzato, quando viene fatto però nella giusta misura, cioè con un orario ridotto, come quello di Monica, o con degli obiettivi ben precisi, nel quale il rapporto uno a uno, senza nessuna distrazione può essere molto più efficace.

Queste attività differenziate da quanto ho capito consisterebbero in attività al computer, composizione di lettere con das, pongo e roba simile, manipolazioni varie, scrittura gigante su imitazione alla lavagna, ma anche la composizione di un albero....
sinceramente, trovarne di insegnanti che siano così ricche di idee e proposte!!! Tolta la CAA e il metodo fourestain, non so cosa rimarrebbe da fare ancora :P

ritz
10-11-2014, 02:37
Capisco il tuo stato d'animo, perché il primo anno del mio Francesco è stato segnato da un numero di uscite varie e per le motivazioni piu' disparate, che nel tempo mi hanno portato a diffidare delle maestre (che frattanto, fortunatamente, se la sono data tutte a gambe levate ;) ).
Come scrive più sopra Blue Cloud sono convinta che una maestra intelligente possa trovare un modo di lavorare senza sentirsi disturbata, ma è vero anche che 4 ore sono un monte ore di attività separata più che sindacabile, e parliamo di ore pienamente motivate in fase di colloquio.
Ecco diciamo che il punto è qui, lo è almeno per me, nella condivisione del progetto educativo di mio figlio. Personalmente sono disposta ad accettare quando non a considerare indispensabili i momenti in solitaria per favorire il consolidamento di competenze.

Ti inviterei dunque a cogliere la positività della cosa, specie perché si parla di un monte ore davvero esiguo, che farebbe pensare ad un progetto realmente centrato sui bisogni di tua figlia.

Chiedi però che di questa attività vi sia traccia esplicita nel PEI che sarai chiamata a firmare (e se non sarai chiamata a firmare, avanza tu la richiesta ;) ).


Rita

mariasole
10-11-2014, 02:43
ho argomentato che non capisco come non si possano fare queste cose stando in classe.
Maddy te li vedi i compagni di Monica, che scrivono, mentre lei gioca a pongo, o mentre scrivono sul quaderno, lei che scrive gigante sulla lavagna?
E lei, cosa pensa vedendo che fanno attività diverse?
Mariasole, già adesso quando vede che i compagni sanno fare le cornicette benissimo e lei non ci riesce, si rifiuta di iniziare, perchè il compito richiesto è al di sopra delle sue potenzialità. L'orientamento nello spazio è una sua grande lacuna.... ad esempio, disegnare una bandiera seguendo le indicazioni: fai una linea di 2 quadretti dritti, poi uno obliquo....

mi è stato detto più volte di fidarmi, che fanno così proprio perché monica poi (ma quando?) possa stare tranquillamente sempre in aula.
Naturalmente in tutte le altre ore di scuola, tolte le 4 :rolleyes:
Sinceramente, Maddalena, anche io sono dell'idea che meno si tiene un bambino fuori dalla classe meglio è, però ho consigliato anche io quando Mariasole era alla scuola dell'infanzia, all'insegnante di sostegno, di fare delle attività personalizzate per potenziare e sedimentare ciò che aveva appreso in classe, o per fare una verifica su ciò che aveva realmente compreso.
Può essere che migliorare la motricità fine sia un obiettivo specifico solo per Monica, e quindi va fatto con intervento personalizzato, mentre nella classe sia da migliorare ldi più a capacità di attenzione o la disciplina.
La relazione tra due persone si basa sulla fiducia e se le insegnanti te l'hanno chiesta più volte, sono convinte che quello che stanno facendo per Monica è la cosa migliore. Solo il tempo e i piccoli passi in avanti di Monica, ci potranno dire se questa è la giusta soluzione, e io sono convinta che Monica ci sorprenderà come sempre, e in meglio!!!

Alla presidente sono venuti i fumi a sentirmi e assolutamente mi ha detto che non sta né in cielo né in terra che facciano così, in prima elementare!!! Che assolutamente devono trovare modalità alternative e (a questo non avevo pensato) cosa farebbero poi gli altri che è così fuori dalla portata di Monica? mica staranno già scrivendo i romanzi?
La maestra di Mariasole mi ha riferito che in prima tutti i bambini avrebbero bisogno di aiuto personalizzato, almeno fino al momento dell'apprendimento della lettura, perchè hanno bisogno di conferme in quello che fanno, di ripetere a volte la consegna perchè non è chiara, di avere un aiuto nell'impugnatura della penna.....
Mariasole in questo periodo ha imparato le vocali e ora hanno iniziato la prima sillaba: ma, me, mi ,mo, mu. Niente di difficile, per noi che sappiamo leggere e scrivere, ma una vetta insormontabile per chi non sa fare dei segni con sicurezza e decisione, rispettando la spaziatura del quadretto.
Secondo me, la giusta misura sta nel mezzo, e 4 ore fuori dalla classe mi sembrano un buon compromesso. So di insegnanti di sostegno che portano in giro il bambino per la scuola mentre loro si bevono il caffè, ma non mi sembra la condizione di Monica.

Allora il punto è questo : sono io imbesuita dalla chimera dell'integrazione a tutti i costi oppure no? In pratica, Paolo (senza dirlo a chiare lettere) mi ha fatto venire il dubbio che intestardendomi sulla permanenza in classe sto solo inseguendo un principio, uno slogan, a discapito delle necessità concrete, attuali, di Monica.
Vorrei davvero sapere cosa ne pensate voi, in base alla vostra esperienza

Penso che forse la risposta te la darà Monica. Lei come vive tutto questo? Si è ben inserita? i suoi compagni la salutano quando arriva? Va a scuola serena? perchè se è così, puoi cominciare a ridurre l'ansia ;)
Tu hai ragione nel ritenere che è molto importante che l'integrazione di Monica parte dalla classe e non fuori, ed è bene vigilare in questo, però 4 ore sono accettabili, e ha ragione Paolo, nel dare a Monica la possibilità di migliorare la sua motricità fine con un intervento mirato, a DOC per lei, specie se le insegnanti sembrava che avessero a cuore la tua bambina e facessero il possibile per aiutarla a migliorare.
Ti auguro di dormire più serena le prossime notti e ti faccio un abbraccio forte forte!!!

Laura74
10-11-2014, 16:10
Lety ha iniziato le elementari lo scorso anno e..sono stata io ed insistere perchè in alcuni momenti venisse portata fuori dalla classe..NON UCCIDETEMI VI PREGO:rolleyes:
Ovviamente ogni bambino è differente dagli altri, quindi credo che la valutazione SE o COME portarli fuori dalla classe sia estremamente soggettiva e dipenda da bimbo a bimbo.
Letizia ha dei tempi di concentrazione non paragonabili agli altri bimbi, oltre ad avere qualche difficoltà di manualità fine che corollano il suo innegabile ritardo:(:(:(, a questo aggiungiamo che due mattine a settimana arriva a scuola DOPO la terapia e quindi è già spompata...per tutti qs motivi lo scorso anno ho chiesto che Lety venisse portata fuori a fare "attività di rinforzo" (avendo lei un programma semplificato per alcuni versi e differenziato per altri), la psicologa ed anche l'insegnante di classe, mi hanno detto che qs era CONTRO L'INTEGRAZIONE di Letizia all'interno della classe, ma io(e la sua insegnante di sostegno dello scorso anno) ho chiesto a che genere di integrazione si riferivano se la bambina faceva attività differenti e come facevano a disturbarsi a vicenda fra bambini e insegnanti che stavano facendo attività differenti...risposta? la sto ancora aspettanto...
Poi ci sono vari modi per far uscire dalla classe i bimbi..come già detto magari, sarebbe meglio farli uscire in piccoli gruppi..ma cmq rimane il fatto che Lety ha bisogno cmq di star sola in rapporto 1 - 1 in alcuni momenti:rolleyes:
Sapete cosa è per me davvero integrazione col programma dela classe????
l'alfabeto che Lety ancora adesso usa (che consiste nelle lettere trasformate da animali, per es la A di ape trasfornata in APE o la E di elefante trasformata in ELEFANTE e così via) appeso in classe accanto all'alfabeto "normale"..questa è la vera integrazione per me, non stare in classe e fare cose diverse con un rischio altissimo di distrazione...ovvio che non deve stare SEMPRE fuori ci mancherebbe! ma 4 ore a settimana non mi sembrano uno scandalo francamente, ma ripseto ogni situazione va valutata individualmente, non hanno senso le posizioni "standardizzate" o assolutiste:rolleyes:

zioudino
11-11-2014, 00:17
Ho letto tutto con molta attenzione e credo che tutti i messaggi di questo 3d siano preziosi, anche se scritti da chi ha un figlio piu piccolo di Monica e quindi non ci è ancora passato direttamente.
Anche io faccio parte di quella fascia e quindi non posso darti consigli di vita vissuta...anche se manca poco ;) e a dirla proprio tutta qualche problemino con la gestione delle attività l'abbiamo già avuto...ma di questo apriremo un argomento apposta...
L'unica cosa che mi sento dirti è che in questi casi penso che, seppur difficilissimo da attuare, dovremmo cercare di raggiungere prima di tutto un compromesso in noi stessi, cercando di fare da mediatori tra quella che è la nostra parte più razionale e quella piu intima e viscerale che è la nostra parte emozionale.
Quante volte, nella nostra vita di genitori, saremo chiamati a trovare un punto di incontro tra queste due? Non ci voglio neanche pensare...però, visto che è nostro compito mettere davanti ad ogni cosa il bene dei nostri figli, ogni tanto potremmo dover accantonare le nostre idee o le nostre aspettative, fare un passo indietro e trovare magari una dimensione più consona...a costo di trangugiare bocconi amari, sorridendo come fossero buonissimi ;)

mariasole
11-11-2014, 17:58
Grazie ZiouDino di queste tue parole. Ne farò davvero gran tesoro!

Ariel
11-11-2014, 22:40
la mia esperienza con jonny alle elementari, vissute per la maggior parte fuori :( è stata negativa
lui non ha imparato a stare in classe a lavorare
non ha mai fatto (semplificato) quello che facevano i compagni
i compagni stessi non hanno mai compreso le potenzialità di jonny
ora alle medie lui sta moltissimo in classe, l'ho preteso e stop
voglio che prenda un diploma (ovviamente sarà semplificato) ma rifiuto un semplice attestato di frequenza
dal mio punto di vista lui ha perso 5 anni con la scusante che per lui era meglio così piuttosto che cosà ma non ha mai compreso cosa fosse andare a scuola
solo laboratori e divertimento
in 5 anni ha a mala pena imparato a leggere stampato maiuscolo e scrivere (maldestramente) sempre stampato maiuscolo
ora, in 3 settimane sta leggendo agilmente lo stampato minuscolo
e tutto stando in classe con i compagni
e ciò mi conferma che fino ad oggi hanno sbagliato con lui e io ho avuto il prsciutto sugli occhi
sono d'accordo quando si dice che loro potrebbero sentirsi "inferiori" vedendo che non riescono a fare ciò che fanno i compagni ma...
ma secondo me si sbagliano i presupposti
in classe c'è un bambino "lumachina", bene sta alle insegnanti riuscire a fare il progranmma adeguandosi alla "lumachina" non a questa a seguire il ritmo della classe, altrimenti si sentirà sempre inadeguata e per forza si proporrà di uscire dall'aula
se io insegnante ho sempre insegnato in un modo perché la classe mi seguiva bene, adesso che ho chi segue diversamente devo reinventare il mio modo di insegnare
questo è per me integrazione e inclusione e solo così non ci saranno più discorsi sull'uscire di classe

esempio... la maestra di inglese di 5^ ha trovato il sistema per interrogare i bambini nei numeri da 1 a 100 i inglese
ha deciso di farli giocare a tombola, ogni bambino la sua cartelletta e jonny seduto alla cattedra a estrarre i numeri, il bambino di turno lo doveva dire in inglese e tutti a cercarlo sulla propria cartelletta
risultato... classe divertita senza sentirsi rallentata, jonny soddisfatto e incluso nel compito con i compagni, compagni attenti che hanno ripassato e imparato i numeri

alle elementari tutto questo si può fare
alle medie meno, ma se si è già abituati a fare qualcosa di attinente anche se semplificato, sarà più semplice quando avanzano le difficoltà

giuly
11-11-2014, 23:48
lo scorso anno ho chiesto che Lety venisse portata fuori a fare "attività di rinforzo" (avendo lei un programma semplificato per alcuni versi e differenziato per altri), la psicologa ed anche l'insegnante di classe, mi hanno detto che qs era CONTRO L'INTEGRAZIONE di Letizia all'interno della classe, ma io(e la sua insegnante di sostegno dello scorso anno) ho chiesto a che genere di integrazione si riferivano se la bambina faceva attività differenti e come facevano a disturbarsi a vicenda fra bambini e insegnanti che stavano facendo attività differenti...risposta?
Sono più che d'accordo con Laura: integrazione non è stare tutti dentro la stessa aula :(
Si può favorire l'integrazione in tantissimi modi, anche se ogni tanto il bambino esce dalla classe, l'importante è che nulla sia lasciato al caso ma ben programmato e soprattutto tarato sulle esigenze del bambino.
Quattro ore in un tempo scuola di 40 sono un periodo di tempo ragionevole, per giunta le insegnanti hanno intenzione di proporre a Monica un sacco di attività interessanti che le permetteranno di utilizzare e migliorare le sue potenzialità.
Adriano resta a scuola per 27 ore e ne ha solo due scoperte (le ore di religione). In prima restava per lo più in classe e usciva un paio d'ore all'interno di un piccolo gruppo con un bimbo straniero che non conosceva l'italiano e un bimbo con una serie di problematiche cognitive non certificate. Questi momenti erano molto gratificanti per lui perchè si trovava quasi alla pari con gli altri due bimbi e, per una volta, non era lui quello con più difficoltà. Poi il bimbo straniero ha imparato la nostra lingua e l'altro bimbo ha fatto dei progressi, quindi è diventato sempre più difficile lavorare con un gruppo di bambini dello stesso livello.
Quest'anno Adriano esce dalla classe quando le insegnanti vedono che è stanco e gli fanno fare gli esercizi proposti dalla logopedista per migliorare il tono muscolare della bocca o giochi didattici tipo il mercato, attraverso i quali veicolano concetti legati alle varie discipline.
Hanno provato anche a portarlo fuori nei momenti in cui gli propongono lavori che richiedono grande concentrazione ma alla fine hanno deciso di lasciarlo in classe perchè da solo si distraeva ancora di più :oops:

Credo che il problema di base sia la fiducia negli insegnanti: non bisogna farsi problemi e chiedere quali sono i loro obiettivi e le motivazioni che li portano a prendere determinate decisioni, lasciare loro un po' di tempo per provare e poi, se si vede che non funziona, il bambino non impara o non è sereno, intervenire chiedendo di rivedere il tutto.

kokoro
12-11-2014, 10:32
Maddy spero che le cose vadano un po' meglio… Ho pensato e ripensato a che cosa scrivere in merito, ma sono davvero combattuta. Per me inclusione significa stare in classe, con le deroghe necessarie in casi specifici, ma è chiaro che le deroghe vanno definite tra genitori e insegnanti, condivise, motivate e pianificate. Personalmente ho martellato le insegnanti affinché Emma stesse sempre in classe, ma di fronte ad una proposta argomentata ho acconsentito che lei uscisse il venerdì pomeriggio con un piccolo gruppetto a lavorare alla lim. Per lo più il venerdì pomeriggio si addormentava e così invece era molto motivata e i suoi compagni più motivati di lei gestivano la lista dei gruppi che dovevano uscire con lei con entusiasmo e coinvolgimento.
Penso che la cosa importante sia che tu non perda il controllo e la lucidità oltre che la fiducia nelle tue insegnanti. Lo capisco, ma cerca di riconquistare la serenità sul tema, chiedi un incontro con le insegnati e confrontati con loro serenamente. Nel frattempo ci avranno senza dubbio pensato anche loro.
A volte è più semplice di quanto sembri e gli insegnanti semplicemente non hanno valutato tutte le possibilità e strategie. Prova a confrontarti serenamente e a proporre tu alternative. Per farti un esempio della mia situazione, quest'anno mi hanno chiesto se possono mettere Emma in ultimo banco perché con l'insegnante di sostengo dialogano molto e quindi l'atmosfera già impegnativa della classe (sono 27!!!) diventa sempre più difficile da gestire. Io ho spiegato alla maestra che Emma ha delle difficoltà di vista impegnative (vede in sostanza solo 5 decimi) e che ritengo importante che stia davanti… Non è servito molto altro, ha colto il punto e sta rivalutando altre strategie.

maddy
12-11-2014, 13:02
Non potete immaginare quante volte ho riletto i vostri messaggi, ormai li so quasi a memoria, e tutti siete stati preziosi nel farmi riflettere con calma.
Sicuramente non ha senso fare le guerre di religione e 4 ore sono davvero un tempo accettabile su 40 di frequenza. Sicuramente non ha senso inimicarsi il corpo docente, perchè dobbiamo lavorare assieme 5 anni ed è auspicabile che si riesca a fare gruppo e collaborare.
Però non mi voglio nemmeno ritrovare nella situazione descritta da Ariel, che sente di avere sprecato 5 anni. Io sono fiduciosa nelle capacità di Monica, so che lei può apprendere se stimolata nel modo corretto e vorrei che lo capissero anche loro.
Comunque non mi impunterò sulle 4 ore, ma di sicuro di questa cosa occorre riparlare con le maestre. Perchè l'insegnante di sostegno, convinta di fare cosa buona, mi ha girato dei video che mostrano il suo lavoro con Monica alla lavagna. Non credevo ai miei occhi: questa donna ci mette tanta buona volontà, ma non sa proprio fare il suo mestiere. Lei scrive la E e Monica ripete la A. Perchè? perchè non ha catturato l'attenzione di Monica, non ha messo in pista nessuna strategia giocosa (la E che ha tre braccia...... insomma queste cose le so pure io che di didattica capisco come di astrofisica....), va di fretta, è monotona e, ciliegina sulla torta, scrive la E partendo dal basso !!!!! Inoltre, ho anche qualche perplessità anche sul metodo di scrittura nello spazio libero della lavagna: non si dovrebbe insegnare a stare negli spazi? ok il quadretto da 1 cm forse è ancora piccolo per lei, allora stampiamo dei bei fogli A4 con delle griglie da 2 o 3 cm di lato..... che ne so, queste sono cose che penso io che ho a cuore la bambina e non ho nessuna cognizione, loro che sono esperti di insegnamento non ci arrivano?
Questa insegnante di sostegno non è di ruolo, sono arrivata a sperare che venga sostituita, anche se ormai Monica le è affezionata.
Oggi parlerò con l'educatrice metodo Feuerstein che segue monica da più di un anno e chiederò consigli. Poi cercherò di organizzare una riunione con insegnanti, educatrice e pedagogista, vediamo se riesco a sistemare la cosa senza "espormi" troppo. In sostanza, ok a uscire se davvero serve, ma per fare ciò che ho visto nel video.....anche no.
In tutto questo la NPI è "missing in action".... non ha dato nessuna data per incontri alla scuola (Monica non è l'unica bambina che lei ha in carico nell'istituto comprensivo), al telefono non si riesce mai a parlarle, che dire? non mi aspetto granchè da lei, ormai la conosco da un pò e le cose più argute che le ho sentito dire negli anni le ho sentite alla macchinetta del caffè :eek:
Vi aggiornerò. E voi, vi prego, non smettete di dirmi la vostra, soprattutto se si tratta di contraddirmi ;)

GIUSI
13-11-2014, 18:36
Per me è un argomento in evoluzione.... :cool:
Vi spiego. Il mio primogenito ha avuto un compagno di classe con la sindrome....e ricordo che i primi anni gli chiesi più volte quanti compagni avesse e lui non contava mai subito questo suo compagno. Ci rimasi male tanto da dirglielo alla maestra al primo colloquio fatto. Lei mi "rassicurò" dicendomi che era per il fatto che il suo compagno spesso faceva lezione in un'altra stanza. Sapete che non mi convinse come risposta!
Penso di aver ribadito a mio figlio fino in quinta che il numero dei compagni corretto era quello maggiore. Sia chiaro...mio figlio non lo ha mai trattato male...ma non mi andava giù la sua risposta. Credo che "da mamma" non potevo digerirla...per me era un'ingiustizia.
In questi anni ho cercato di capire questo modo di fare. Ho avuto l'opportunità di conoscere il suo compagno. Visto le sue difficoltà...ora penso che il tutto era stato gestito per il suo bene.
Mirco, l'anno scorso che era un medio, ogni tanto faceva attività fuori dalla classe in un gruppo...perché in classe non c'era una situazione consona. L'anno prima ogni tanto usciva, sempre in gruppo, per fare attività specifiche. Dunque ho sempre visto questo approccio in linea al bene di mio figlio ;)
Per non finire la mia riflessione...la scorsa settimana mia figlia, in prima Secondaria, mi ha detto che non hanno i laboratori perché parecchie stanze sono usate come aule di sostegno. Istintivamente mi stavo inalberando sempre per lo stesso motivo (ingiustizia!)....ma poi ho pensato che se l'apprendimento viene affrontato così anche alle Secondarie....si vede che è necessario.
Ora penso che sia una cosa positiva...ovviamente se fatta con buon senso e in modo costruttivo e proficuo per i nostri figli.
Dunque non opporti a priori....però, come al solito, VIGILA ! ;)

mariasole
14-11-2014, 00:37
maddy
Poi cercherò di organizzare una riunione con insegnanti, educatrice e pedagogista, vediamo se riesco a sistemare la cosa senza "espormi" troppo
Maddy, poichè i confini genitore-insegnante sono sempre delicati, ti consiglio di parlare e confrontarti con l'educatrice del metodo fourestain, o con il referente scolastico dell'AIPD se ce l'avete, e di far parlare loro, perchè se è un "esperto esterno" che dice i vari suggerimenti, proposte, attività o esprime le potenzialità di Monica dalle quali partire, ha un effetto più positivo; se lo diciamo noi genitori, abbiamo un'altra valenza agli occhi delle insegnanti e la nostra emotività, a volte, non ci permette di essere del tutto obbiettive. Spero di essermi spiegata bene, ciao
p.s. cmq aver fatto un video apposito, anche se poi ha sortito un effetto contrario, esprime la buona volontà dell'insegnante ;)

maddy
22-12-2014, 16:00
eccomi qua a raccontarvi gli sviluppi.
Innanzitutto devo registrare 100 punti a mio sfavore perchè sono riuscita a litigare con la dirigente scolastica al nostro primo incontro :eek:. In pratica abbiamo commesso reciproche scorrettezze a proposito di PEI.... sì insomma quasi mi vergogno a dirvelo, ma ve lo dico ;) : la scuola mi consegna solo un pezzo di PEI e mi dice che altri pezzi sono solo visionabili in segreteria. Poichè le uniche cose interessanti erano sui pezzi non consegnabili (in pratica lì c'erano scritti gli obiettivi didattici) io cos'ho fatto? li ho fotografati col cellulare mentre li visionavo in segreteria :oops:. Non vi dico il pieno che ne è uscito quando mi ha visto la dirigente.... un disastro!!!!
Comunque questo episodio mi ha fatto capire chiaramente che dovevo passare la mano, dovevo mandare avanti figure più neutrali (io resto convinta che era mio diritto fare quelle foto ma diciamo che l'ho un pò provocata....).
Nel frattempo fortunatamente c'è stata anche la convocazione presso la NPI e sono riuscita a combinare un incontro tra insegnanti e pedagogista e educatrice Feuerstein. Purtroppo io sono stata lasciata fuori da quest'ultimo incontro perchè era di natura tecnica, ovvero le insegnanti volevano essere messe a conoscenza dei possibili stratagemmi attuabili con monica per favorire il suo apprendimento. Un incontro molto pratico insomma, per condividere metodi didattici e, presumo, anche per sviscerare difficoltà che, lo comprendo, si è più liberi di descrivere senza la presenza della famiglia.
Pedagogista e educatrice mi hanno poi riferito che ci sono ottimi presupposti per lavorare bene, avranno incontri con la scuola a cadenza mensile e..... insomma stavolta mi devo proprio fidare. D'altra parte, la mia mania del controllo non mi porta da nessuna parte. Cioè io friggo se non sono a conoscenza delle cose, ma ci sono aspetti della vita in cui, lo devo ammettere, o si hanno le competenze necessarie o si deve mollare la presa, non ci si può fissare con l'idea di potere o dovere controllare tutto. E quindi con GRANDE sforzo da parte mia, ho deciso di delegare ad altri il controllo su ciò che la scuola offre a mia figlia. Chissà se ce la farò fino in fondo, ma ci devo provare !!!

mela
22-12-2014, 17:26
Ma scusa Maddy, non vorrei soffiare sul fuoco :-) ma a noi in segreteria , dopo apposita richiesta scritta, lasciano una fotocopia dei pei..non capisco cosa ci sia di così misterioso in questo documento..tra l'altro son sempre così generici...

paola
22-12-2014, 17:53
Il pei devono dartelo tutto!!! per cui eri autorizzata a fare quelle foto e a questo punto farei richiesta scritta, indirizzata alla dirigente, regolarmente protocollata scrivendo la frase generica "ai sensi della vigente normativa" (ma se serve l'articolo di legge non è un problema procurarselo) si chiede copia completa del PEI, altro che andarlo a visionare in segreteria!!! io pure i verbali dei collegi docenti sono arrivata a chiedere per via della formazione delle classi e sono stati obbligati a darmeli!! Anche perchè la prima richiesta di documenti si fa solo alla scuola con garbate maniere, la seconda si manda per raccomandata e per conoscenza si mette l'ufficio scolastico provinciale.
Per la tua assenza a scuola nei colloqui "tecnici" ad averci professionisti di fiducia è la cosa migliore. Io con i dirigenti ho smesso di averci buoni rapporti da tempo e seguo il consiglio del pres. dell'associazione Tutti a scuola: telefono e parlo di meno e scrivo di più (con la scusa che lavoro). Se ti serve un documento chiedilo per iscritto, così per iscritto devono risponderti. Fate attenzione ai PEI!!

mariasole
23-12-2014, 02:32
IO a volte mi sembra di essere fuori dal mondo...o sono davvero capitata in una isola felice.

Apro una parentesi: il PEI deve essere fatto conoscere alla famiglia, perchè poi, dopo averne preso visione, se lo approva lo firma, altrimenti, se qualche voce non è corretta, o secondo la famiglia non corrisponde al proprio figlio (in un contesto diverso, tra scuola e famiglia, i bambini possono avere atteggiamenti e risposte totalmente diverse) come è capitato a me, lo si comunica e poi, dopo averlo cambiato, se la famiglia è d'accordo lo firma.

Quando le insegnanti mi hanno convocata per farmi conoscere il PEI che avevano redatto, in un orario in cui io e mio marito non potevamo essere presenti entrambi, cosa che volevamo fare, e visto che le docenti non avevano altri orari disponibili, me lo hanno inviato, in via eccezionale, via mail, per farlo conoscere a entrambi.
Via mail ho comunicato le cose che secondo me erano da variare ( avevano scritto che aveva frequentato 3 anni la scuola dell'infanzia, invece erano 4, e che la famiglia non aveva richiesto l'addetto all'assistenza, mentre noi lo avevamo fatto, ma era stata la NPS a negarcelo) e al colloquio, al quale ho partecipato solo io, me lo avevano spiegato e fatto comprendere meglio. Siccome c'era anche scritto vedi allegato A per gli obiettivi, e vedi B,C,D, per le varie materie, li ho richiesti, ma me ne hanno inviati solo 2, perchè gli altri li dovevano ancora completare. Quindi ho trovato massima collaborazione. L'ho firmato, e ora per avere la copia originale, la devo richiedere alla segreteria della scuola, ma non l'ho ancora fatto, perchè avendo la copia via mail, ho girato quella anche alla logopedista.
Ti assicuro che io Maddy, essendo anche nel settore, ho fatto una doppia fatica, penso, rispetto a te, nel "staccarmi" dal "dirigere" le persone che ruotavano attorno a Mariasole, ed ho compreso che la cosa migliore era dar loro fiducia e cominciare a mettermi da parte, a lasciar fare a loro le maestre, e a me la mamma, cosa non facile dopo 7 anni (dal nido, alla fine della scuola dell'infanzia) che ero io che sceglievo le sue insegnanti, redigevo il Pei, il PDF e tutte le varie griglie di valutazione.
La mia bambina, e la tua, hanno spiccato il volo e noi, ora, le dobbiamo accompagnare con lo sguardo, vedendo senza dubbio se ci sono nubi o "tempeste" all'orizzonte, e intervenire, però, in caso contrario, accompagnarle, mettendoci da parte, senza sostituirci a loro, e lasciandoli nelle "mani" delle insegnanti.
Io trovo molto utile un quadernetto che abbiamo per comunicare giornalmente, o in base alle necessità, tra famiglia e insegnante, nel quale comunichiamo sia le cose positive, che le difficoltà riscontrate e i vari suggerimenti...ad esempio Mariasole aveva difficoltà a scrivere il numero 8 e lo faceva con le due palline staccate, invece che con un segno unico circolare, e loro mi han suggerito di provare a casa prima su un foglio A4, così che lei si allenasse a fare il movimento circolatorio, e poi, a mano a mano che imparava, a ridurre sempre più il foglio, oppure ha funzionato molto bene, come rinforzo positivo, il darle un gettone di carta, attaccato sulla maglietta con lo scoch, dal'insegnante di sostegno, o mettere sul quaderno il viso triste o felice, in base a come esegue le attività. Una o due volte alla settimana, in base ai miei impegni, conteggiamo i gettoni , e poi al pomeriggio,la porto a fare vari giri sulle giostre del centro commerciale, in base a quanti gettoni ha "guadagnato".
Alla prima riunione tra insegnati e specialisti, ho partecipato anche io, e poi alla fine l'insegnante di classe mi ha riferito che lei non sapeva che io non dovevo partecipare e mi ha invitata "per sbaglio". Ti assicuro che io penso già alla prossima che faranno e a come farò, dopo tanti anni, ad "accettare" di non essere presente, :eek: ma è giusto così...ci dobbiamo fidare, ma sempre con i radar aperti. Non ti nego che molte comunicazioni di come Mariasole vive all'interno della classe, me le danno i suoi compagni quelle volte, una, due o tre al mese, in cui riesco a invitarli a casa mia per giocare con Mariasole, oppure ora, anche da mia nipote, che una volta alla settimana va a scuola, quando Mariasole non ha la copertura dell'orario.
Come vedi, la mia "mania" di controllo, ce l'ho ancora, ma un pò alla volta, so che la devo far sparire !!!
Ci facciamo compagnia in questo!
Super abbraccio Maddy e ...non fare "bilanci" ...noi siamo per la prima volta genitori, e per di più "particolari" per il cromosoma in più, non ci sono ricette sicure e, per quanto cerchiamo di fare del nostro meglio, a volte non basta...stiamo imparando anche noi....quindi un pò di "clemenza" con noi stessi, ce la dobbiamo avere :rolleyes::D

maddy
23-12-2014, 12:05
Ma scusa Maddy, non vorrei soffiare sul fuoco :-) ma a noi in segreteria , dopo apposita richiesta scritta, lasciano una fotocopia dei pei..non capisco cosa ci sia di così misterioso in questo documento..tra l'altro son sempre così generici...

infatti, il punto è che è una cosa estremamente generica.....
io non so se li trovo tutti io o cosa.... già alla materna mi era capitata una dirigente che impediva alle insegnanti di partecipare agli incontri con l'equipe riabilitativa, adesso mi capita questa che dice che solo una parte di pei è consegnabile.... mah. Figuratevi che le ho ribattuto che la famiglia avrebbe dovuto firmarlo per condivisione e che non si può dire condiviso un documento che non si può avere con sè. Ma questa mi ha risposto: ma certo lo firmi pure! col cavolo, le ho ribattuto io, e il resto del dialogo ve lo evito per decenza....
Comunque, ho deciso di ritirarmi dalla lotta per il momento. Non mi impunto sulle ore fuori dalla classe e non mi impunto su un documento. In un mondo perfetto, sul PEI dovrebbero essere scritti chiaramente obiettivi e metodi e, pur nel rispetto dell'autonomia professionale degli insegnanti, dovrebbe esserci condivisione con la famiglia e tutti i vari professionisti che ruotano attorno al bambino. Nel mio caso non è così, ma se gli incontri scuola-pedagogista funzioneranno, se saranno un'occasione concreta, e non formale, per passare alle insegnanti le "dritte" per poter aiutare al meglio Monica, allora in questo caso amen per il mancato PEI. E confido che anche sull'uscire dalla classe si riesca a far capire che potrebbe non essere proprio "necessario" ;)
Ovviamente mi tocca sorvegliare comunque che il tutto funzioni e sortisca gli effetti sperati, perchè, diciamolo chiaramente, non è che pedagogista e educatrice fanno questo solo per amore di Monica..... questi incontri mi costano e parecchio, quindi devo controllare che questo intervento non sia autoreferenziale ;)

Blue Cloud
23-12-2014, 17:37
In un mondo perfetto, sul PEI dovrebbero essere scritti chiaramente obiettivi e metodi e, pur nel rispetto dell'autonomia professionale degli insegnanti, dovrebbe esserci condivisione con la famiglia e tutti i vari professionisti che ruotano attorno al bambino.
Infatti è così (almeno, parlo per le medie). Quello che c'è scritto nel PEI lo puoi scaricare da qui: http://toctoc.jimdo.com/app/download/5840624361/PIANO+EDUCATIVO+INDIVIDUALIZZATO.doc?t=1349611302 (poi magari i modelli di PEI possono variare, ma la sostanza è comunque sempre quella).

Sul discorso di compilare il PEI con la collaborazione della famiglia, la legge (Decreto Presidente della Repubblica 24 febbraio 1994: http://www.edscuola.it/archivio/norme/decreti/dpr24294.html) dice espressamente:

5. Piano educativo individualizzato. - 1. Il Piano educativo individualizzato (indicato in seguito con il termine P.E.I.), è il documento nel quale vengono descritti gli interventi integrati ed equilibrati tra di loro, predisposti per l'alunno in situazione di handicap, in un determinato periodo di tempo, ai fini della realizzazione del diritto all'educazione e all'istruzione, di cui ai primi quattro commi dell'art. 12 della legge n. 104 del 1992.
2. Il P.E.I. è redatto, ai sensi del comma 5 del predetto art. 12, congiuntamente dagli operatori sanitari individuati dalla USL e/o USSL e dal personale insegnante curriculare e di sostegno della scuola e, ove presente, con la partecipazione dell'insegnante operatore psico-pedagogico, in collaborazione con i genitori o gli esercenti la potestà parentale dell'alunno.
3. Il P.E.I. tiene presenti i progetti didattico-educativi, riabilitativi e di socializzazione individualizzati, nonché le forme di integrazione tra attività scolastiche ed extrascolastiche, di cui alla lettera a), comma 1, dell'art. 13 della legge n. 104 del 1992.
4. Nella definizione del P.E.I., i soggetti di cui al precedente comma 2, propongono, ciascuno in base alla propria esperienza pedagogica, medico-scientifica e di contatto e sulla base dei dati derivanti dalla diagnosi funzionale e dal profilo dinamico funzionale, di cui ai precedenti articoli 3 e 4, gli interventi finalizzati alla piena realizzazione del diritto all'educazione, all'istruzione ed integrazione scolastica dell'alunno in situazione di handicap. Detti interventi propositivi vengono, successivamente, integrati tra di loro, in modo da giungere alla redazione conclusiva di un piano educativo che sia correlato alle disabilità dell'alunno stesso, alle sue conseguenti difficoltà e alle potenzialità dell'alunno comunque disponibili.

Magari fallo presente alle maestre ;)

ADR
23-12-2014, 22:22
ho un po' di cose da dire ... ma ho troppo cose in testa, dal momento che sto vivendo questo importante momento con il mio bambino, e non so se ne uscirà un insieme di pensieri coerenti o solo un groviglio di idee e confuse:
innanzitutto butto li la prima cosa che mi viene in mente: ma tu Monica come la vedi? cosa vedi dai quaderni, cosa riesci a cogliere quando ti fermi a fare i compiti con lei, quali progressi vedi????
Io quando vedo i quaderni rimango senza parole e anche se poi ridimensiono l'iniziale impatto e riesco a distinguere quello che lui ha fatto da quello in cui è stato supportato e guidato l'effetto finale è sempre quello di una crescita enorme e progressiva e questo mi da la misura della capacità delle insegnanti.

torniamo al bisogno del controllo... sulla scuola io avevo ricevuto indicazioni consigli molto precisi da una professionista a cui mi sono appoggiata e che stimo e rispetto. Anzi una parte del corso che ho fatto con tale professionista verteva sul tema scuola e sul ruolo del genitore a scuola, ruolo che doveva essere molto attivo e quasi poliziesco a stanare eventuali comportamenti non corretti e molto attento ad evitare che il bambino non fosse correttamente seguito. Sulla base di quelle indicazioni all'inizio ho rischiato di mettermi dalla parte sbagliata e comunque di rompere i rapporti. A un certo punto ho capito che per chiedere fiducia e collaborazione era meglio non partire in quarta e dare a mia volta fiducia... un po' di controllo comunque mi è sempre possibile tramite la visione dei quaderni e tramite la supervisione della logopedista che segue Lorenzo... perciò ho deciso di mettermi da parte un po' ad aspettare come si sviluppava la relazione. Quando ci siamo trovare per scrivere / vedere il pei assieme mi sono resa conto che questo atteggiamento aveva fatto nascere una relazione di fiducia. La compliazione del PDF è stata fatta assieme e mi sono accorta che la nostra idea di Lorenzo era molto molto vicina, se non coincidente.... e questo mi ha fatto molto piacere, sapere che la loro idea delle competenze di lorenzo fosse allineata alla mia che lo conosco da quasi sette anni...

visto che le cose come dicevo sono tante, faccio una pausa e metto a letto il pupo...

ADR
24-12-2014, 00:09
il pei dicevamo... sono convinta anch'io che sia un tuo diritto averlo tutto e che, come suggerisce Paola, in caso di difficoltà meglio mettere le richieste per iscritto , in modo da stanare eventuali comportamenti non corretti... ma se ti metti a fotografare come una ladra passi dalla parte del torto. Non puoi mandare avanti i professionisti a cui ti appoggi ? una volta ogni tanto mi facco lasciare i quaderni e li porto alla logopedista, cosa che serve a rassicurare la sottoscritta che stiano procedendo correttamente ma amche a lei per dare eventuali indicazioni.. ad esempio l'ultima volta lei ha suggerito di inziare a farlo scrivere su un quadretto solo, e io ho provato a casa e devo dire che così Lorenzo controlla molto meglio gli spazi e fa meno fatica,... ma ho lasciato che fosse lei a dirglielo, per evitare che mi vedessero come una che voleva insegnargli il mestiere.... le insegnati hanno capito che sono abbastanza competente sulle difficoltà e possibilità di Lorenzo, ma non voglio dar loro l'idea della saputella....

rispondo ora sul tema del fuori della classe, perchè non lo avevo fatto in precedenza... il perseguimento degli obiettivi specifici del pei e il consolidamento di alcune competenza e strategie specifiche può richiedere che il bambino venga portato fuori della classe (meglio se in piccolo gruppo) ma tali obiettivi devono essere concordati assieme in sede di pei e devono essere chiari. Inoltre visto che l'obiettivo è quello di mantenere il divario con il resto della classe, tali momenti non devono coincidere con altri in cui vengono affrontati e presentati nuovi argomenti, ma devono coincidere con un momenti in cui anche il resto della classe consolida alcune competenze e conoscenze... altrimenti nostri bambini non saranno mai in grado di stare al passo... diverso è il caso in cui i nostri bambini vengono fatti uscire ( e succede) perchè sono stanchi e fanno il giro della scuola con l'istituto o portati a ballare o a fare dei laboratori inutili ai fini del pei.
Mi pare che il numero di ore, la collocazione delle ore nella giornata e gli obiettivi che ti proponevano deponesse a favore delle maestre di Monica.

personalmente non credo che Lorenzo esca molto spesso dalla classe. Attualmente è stato deciso di mantenere una programmazione identica a quella degli altri bambini , pur con obiettivi e strategie differenziate. Una cosa su cui mi sono imposta è che avesse gli stessi compiti degli altri: questo per poter tenere sotto controllo l'andamento generale della classe e poi per dare a Lorenzo e ai suoi compagni un'idea di omogenietà di trattamento, malgrado le differenze .... poi le modalità con cui io e Lorenzo portiamo a termine quei compiti è frutto di una mia mediazione e di mie scelte che privilegiano l'aspetto cognitivo del compito piuttosto che quello grafico motorio....ultimamente ad esempio , visto che finivamo per arrabbiarci, io faccio scrivere Lorenzo meno possibile, preferisco fargli comporre le parole con delle sillabe stampate e poi io scrivo. Così i compiti sono più leggeri e dopo magari abbiamo il tempo per fare un gioco per rafforzre le mani o un gioco premio scelto da Lorenzo....
tutto questo per dirti che fai bene a ritirarti se questo vuol dire allentare la tensione.... ma fare un passo indietro non significa abbandonare la lotta ma piuttosto significa trovare delle modalità alternative per esercitare la tua azione di controllo ... spero che questo discorso confuso ti possa aver dato alcuni spunti. ciao

maddy
31-12-2014, 14:17
riprendiamo l'argomento :)
Io sul PEI ho scelto di non impuntarmi più. Ovvero credo che la collaborazione che offrono e cercano le maestre sia la cosa più importante, e non me la voglio certo "giocare" per il rispetto di una norma. Peraltro, sono abbastanza fiduciosa che alla lunga la pedagogista riuscirà a far passare il messaggio che anche il rispetto dei passaggi formali è importante. Speriamo che nel frattempo la dirigente si sia dimenticata di me e delle foto che ho fatto ;). A mia parziale discolpa devo dire che non ho nemmeno cercato di nascondermi mentre facevo le foto.... sono stata sfacciata, quello sì :oops:
Monica va volentieri a scuola, è più integrata che all'asilo, ma non ha ancora compreso che a scuola si va per imparare, non solo per giocare, mangiare la merenda e andare in mensa.... perchè queste sono le cose che lei mi riporta.
Farle fare i compiti è un'impresa titanica, lei non vorrebbe mai, oppure si lancia sull'obiettivo compiti per poi distrarsi nel giro di 5 minuti. I suoi quaderni non riescono ad entusiasmarmi..... lei fa una gran fatica a tenere la matita, non sa direzionare il tratto, non sa fare le coloriture, non sa raccontare con parole sue una storia appena letta.... In questo contesto non posso certo pretendere che abbia gli stessi compiti della classe. Lei ha una versione più "leggera" (le vengono evitati tanti compiti di pura logica) e spesso più tarata su di lei (es abbinamento figure-parola scritta).
La verità vera è che Monica, da un punto di vista delle competenze specifiche, avrebbe dovuto attendere un altro anno prima di iniziare la scuola. Ma abbiamo scelto diversamente per altri motivi (autostima, gruppo classe, motivazione a restare alla materna). E poi non è nemmeno detto che tra un anno sarebbe stata più pronta....

Tati Lulù
10-10-2015, 17:51
Ciao Maddy, sono un'insegnante di sostegno nella primaria.

Perdonami, ma le tue paure sono del tutto ingiustificate. E' normale portare fuori i bambini quando si fa didattica differenziata ed anche auspicabile. Due insegnanti che fanno cosa diverse contemporaneamente, una a un gruppo numeroso e uno ad un singolo può creare, per certe attività, un caos assurdo. Un pò si lavora in classe e un pò fuori, a seconda delle necessità e del bambino.

Diverso è all'infanzia, dove sul ruolo, l'utilità e l'efficacia del sostegno (in alcuni casi) ci sarebbe molto da discutere, ma dalla primaria in poi è doveroso.

Da insegnante ti dico che devi preoccuparti solo di vedere se sono dei bravi insegnanti e basta, e fidarti.
Se puoi organizza anche un'altra riunione per spiegarti meglio e se sai stata aggressiva, per scusarti. Ti assicuro che non è bello per chi sta dall'altra parte sentirti attaccati per cose così (quasi tutti i bambini col sostegno vengono portati fuori all'occorrenza, è assolutamente normale, francamente è la prima volta che mi capita di sentire che un genitore metterlo in discussione) o quello che è successo potrebbe compromettere il percorso di tuo figlio a scuola.

paola
11-10-2015, 23:33
Tasto dolente per noi quest'anno... premetto che noi veniamo da un'esperienza alle primarie disastrosa, dove il bambino ha lavorato tantissimo ma male, per cui abbiamo avuto 4 anni in cui il bambino ha colorato molto scritto tanto con la copiatura, ma è arrivato alla fine della quarta che non leggeva e scriveva neanche parole semplici. Questo perchè ci siamo fidati (fino alla fine della terza) per cui ora non ci fidiamo più se prima non vediamo che la fiducia è meritata. L'anno scorso (prima media) è stato un anno idilliaco con un team docenti splendido e un'insegnante di sostegno che metteva davvero le esigenze del ragazzo al primo posto. Davide è uscito pochissimo dalla classe perché visto che era stato sempre abituato a lavorare in modo troppo distante dalla classe facendo argomenti completamente diversi (anche quando si potevano fare le stesso cose in modo diverso), di concerto insegnanti e pedagogista hanno pensato fosse invece opportuno far vedere anche ai compagni che lui poteva fare le cose in classe insieme a loro, questo anche per favorire le autonomie sociali. Usciva solo verso la fine della mattinata quando andava giù la concentrazione per fare attività diverse (esempio usare il pc) per farlo riposare un attimo. Gli insegnanti lo volevano in classe nonostante lui svolgesse dei programmi su italiano e matematica lontani anni luce da quello degli altri, ma doveva lavorare in classe perché non sempre c'era il sostegno, per cui anche gli altri insegnanti erano abituati a seguirlo.
Quest'anno invece sono cambiati buona parte dei professori, ma soprattutto l'insegnante di sostegno che però ha un'altra idea: di fuori rende di più.
Peccato che il nostro obiettivo non sia quello di colmare un gap ormai incolmabile, ma ci sia anche quello di lavorare sulla percezione che i suoi compagni hanno di lui, e che lui ha di sè in confronto agli altri, questo perché è in quella fase in cui vorrebbe fare le stesse cose degli altri e avrebbe bisogno anche di sentirsi un po' meno diverso e più gratificato, aspetto curatissimo l'anno scorso che gli ha consentito di mettere il turbo.
Ora stiamo ancora cercando un equilibrio su questo e altro, speriamo di riuscire a trovare un'intesa anche quest'anno, ma non è semplice. Ormai mi basta vedere l'orario per capire realmente a che posto vengono messe le esigenze del ragazzo.



Perdonami, ma le tue paure sono del tutto ingiustificate. E' normale portare fuori i bambini quando si fa didattica differenziata ed anche auspicabile. Due insegnanti che fanno cosa diverse contemporaneamente, una a un gruppo numeroso e uno ad un singolo può creare, per certe attività, un caos assurdo. Un pò si lavora in classe e un pò fuori, a seconda delle necessità e del bambino.

Sicura? In tanti anni è la prima volta che sento che sia auspicabile far uscire il bambino dalla classe, perché ho sempre letto e mi è sempre stato detto dagli addetti ai lavori il contrario. Di solito è una necessità degli insegnanti più che dei bambini... Per cui data la premessa che il bambino è auspicabile che stia in classe ci possono essere delle eccezioni e, comunque, dipende dal bambino. Se si esce lo si fa quando ci si è costretti in situazioni eccezionali, ma assolutamente non può e non deve diventare la norma, tant'è che può essere contestato da parte della famiglia se non è condiviso con essa. Ai bambini serve anche imparare a fare le cose quando "c'è confusione" perchè poi nella vita reale è con la confusione che si devono rapportare. Si può fare all'inizio e per periodo limitati nel tempo, ma non può essere che il bambino o ragazzo venga portato sistematicamente fuori a fare altro.



Da insegnante ti dico che devi preoccuparti solo di vedere se sono dei bravi insegnanti e basta, e fidarti.
Da mamma che ha pagato le conseguenza della fiducia mal riposta, dico di vigilare sempre, con calma, cercando di tenere a bada l'ansia da prestazione, ma con determinazione e di dire tutto ciò che secondo noi è sbagliato, dopo aver chiesto delucidazioni, magari, informandosi prima da altre mamme maestre/professoresse e non dicendo le cose direttamente, ma mandando avanti la pedagogista, ma comunque non abbassare mai la guardia perché molto sta alla buona volontà degli insegnanti e l'insegnante che sa che alle spalle c'è una famiglia presente mette più raramente le sue esigenze al primo posto a discapito di quelle del bambino, come invece di solito avviene, perché di fatto i nostri figli sono nostri per sempre, invece sono dell'insegnante massimo per cinque anni (se va bene).


Se puoi organizza anche un'altra riunione per spiegarti meglio e se sai stata aggressiva, per scusarti. Ti assicuro che non è bello per chi sta dall'altra parte sentirti attaccati per cose così (quasi tutti i bambini col sostegno vengono portati fuori all'occorrenza, è assolutamente normale, francamente è la prima volta che mi capita di sentire che un genitore metterlo in discussione) o quello che è successo potrebbe compromettere il percorso di tuo figlio a scuola.
Sul scusarsi solo se si è offeso o se si è messa in discussione la professionalità dell'insegnante immeritatamente, il percorso a scuola dei nostri figli viene compromesso nel momento in cui entra in aula un insegnante incapace, oppure che non ha a cuore il lavoro che fa, oppure che mette i suoi interessi davanti a quelli del bambino (spesso non andandoci proprio al lavoro), o peggio ancora parzialmente preparato ed arrogante che non ascolta e vuole stravolgere il lavoro fatto, creando confusione nel bambino. Direbbe un vecchio comico "ce li ho tutti!"
Il migliore sostegno che Davide ha avuto è stato l'anno scorso e non aveva abilitazione, ma aveva un estrema umiltà e tanta voglia di far bene, ha cercato materiale e strumenti e ha puntato sul fatto che doveva fare le cose insieme agli altri, sebbene non fossero le stesse cose. Forse la mancanza della "formazione specifica" è stato il suo valore aggiunto, perché è partita dal presupposto che era un bambino come gli altri e che faceva parte di una classe in cui doveva imparare a lavorare e a relazionarsi. Il percorso del bambino non lo compromettono mai i genitori, ma sono sempre gli insegnanti perchè sono loro a scuola non noi e chi vuole far bene lo fa a prescindere dai genitori.

ADR
13-10-2015, 01:48
Paola condivido molte delle cose che hai detto.
Primo fra tutti l'importanza di favorire l'integrazione con gli altri bambini/ ragazzi e di lavorare sulla percezione di sé che i nostri bambini hanno e che trasmettono agli altri compagni. La didattica differenziata deve tenere conto anche di quanto svilente possa essere per il bambino essere emarginato dal contesto della classe e di quanto viceversa il gruppo possa essere trainante. Mio figlio ad esempio trae grande soddisfazione dal fatto di riuscire a svolgere la maggior parte delle attività come gli altri compagni e questi ultimi, pur cogliendo la necessità di Lorenzo di essere supportato di più dalle insegnanti, lo rispettano e egli riconoscono i risultati raggiunti. Sono certa che se lo avessero incominciato a portare fuori dalla classe immediatamente non avrebbero ottenuto gli stessi risultati. Questo non significa che bisogna demonizzare l'uscita dalla classe se questa fatta con specifici obiettivi, condivisi in sede di pei e magari nella modalità del piccolo gruppo. La condivisione con la famiglia e gli altri professionisti è fondamenatale ... perché la progettazione educativa è solo una parte del progetto di vita che la famiglia decide per il suo bambino e che nessuno può permettersi di mettere in discussione (come bene esprimi tu Paola quando dici che per te è un obiettivo secondario quello di raggiungere gli stessi obiettivi didattici degli altri rispetto alla necessità di lavorare sull'autostima di Davide) e perché i professionisti spesso hanno una visione a più largo raggio del bambino, che hanno visto crescere e per i quali hanno impostato obiettivi di più lungo termine .
Sono poi d'accordo con te che la fiducia vada costruita attraverso il reciproco ascolto. Non è una cosa scontata, nemmeno di fronte a persone con grande esperienza. La bravura di un insegnante non può prescindere dalla capacità di mettersi in atteggiamento di ascolto del bambino in primo luogo ma anche della famiglia. Ho subito, per fortuna in un contesto scolastico meno importante -la scuola dell'infanzia_ delle persone che pur essendo abbastanza brave come educatrici avevano una tale sicurezza della loro superiorità da non ascoltare minimamente le mie richieste e le mie osservazioni... ecco questo tipo di relazione non mi ha permesso per tre anni di avere fiducia nelle persone che avevo di fronte e non mi ha permesso di crescere e evolvermi come avrei voluto e potuto se ci fosse stato uno scambio paritario e onesto

stefania71
13-10-2015, 01:51
Sono convinta che il lavoro in classe sia preferibile rispetto al lavoro fuori al limite poi si può integrare a casa con un supporto per i compiti sono in linea con il tuo giudizio, tieni duro secondo me è quella la strada, è vero anche che devi cercare di mantenere una comunicazione positiva con la scuola e con gli insegnanti ma noi mamme in questo siamo maestre

Tati Lulù
13-10-2015, 20:34
Per Paola e le altre.

Adesso sarebbe molto lunga spiegare tutto, ci vorrebbe un trattato. Quello che cerco di farvi capire è che la scuola vista dal di dentro è completamente diversa che vista dal di fuori. Quello di cui dovete preoccuparvi come genitori è solo se gli insegnanti sono preparati o meno, senza entrare in cose troppo specifiche, altrimenti rischiate di farvi un'idea totalmente sbagliata.

Che sia meglio stare in classe che fuori, come se fosse un assioma, perdonatemi, ma davvero non è così. La risposta giusta è dipende, dalla patologia/livello del bambino, dall'attività, dal programma, dal grado di istruzione ecc...
Questi non sono limiti che vanno posti. Quest'anno, che mi sono capitati un autistico medio e una bambina con encefalite (invece del b. Down che avevo chiesto) se non li portassi per un pò anche fuori, in un ambiente silenzioso e ''protetto'' non farebbero proprio nulla e tutto il senso del rapporto 1 a 1 andrebbe a farsi benedire.
Vi prego di non mettere questo tipo di paletti ''idiologici'', perchè gli insegnanti, se bravi, sanno cosa fare, come, quando e quanto. Ripeto, come genitori preoccupatevi solo di questo, io ho fatto una specializzazione universitaria per fare sostegno, ho una preparazione specifica, voi come mamme dovete solo eventualmente valutarne i risultati, la scelta dei metodi da utilizzare vanno lasciati a chi ha studiato per fare questo.

paola
13-10-2015, 23:40
Infatti ho scritto che dipende dal bambino, la mia era una risposta al tuo auspicabile, che sembrava un concetto a prescindere.
Sulla preparazione specifica e su a chi spetta cosa avrei molto, ma molto da dire. Perchè sarà pur vero che ci sono degli insegnanti capaci e preparati (sempre troppo pochi), ma è anche vero che il progetto su un bambino/ragazzo non è solo della scuola, ma la scuola ne è solo una parte, per cui il lavoro che si fa a scuola non può prescindere da tutto il resto e dall'ascolto delle altre figure (pedagogisti, npi, logopedisti, ecc.) soprattutto quando si mettono a disposizione della scuola, ma anche della famiglia.
Ad esempio in questi anni ho visto spesso scrivere a mano sui quaderno di Davide da insegnanti specializzati, e io da mamma "ignorante" mi sono chiesta "ma questi ci hanno preso pure la specializzazione per non capire che devono scrivere con grafia chiara senza mischiare gli stili dei caratteri?". Insomma se di fronte si ha un bambino che sta imparando a leggere (con difficoltà di apprendimento certificate) ed è stato consigliato di iniziare dallo stampato maiuscolo (ad esempio) se tu mi scrivi C che si leggono e e si mischia stampato a corsivo è così difficile capire che nella mente del bambino si crea caos? Quando mi sono capitati quaderni di questo tipo mi sarei dovuta fidare? sinceramente più che fidarmi mi chiedo "ma in che consiste l'abilitazione se poi vanno fatte notare cose così elementari?" e mi viene da correggere i quaderni nella parte scritta dall'insegnante (per non parlare poi degli orrori di ortografia).
Quando un insegnante è bravo ti assicuro che ce ne accorgiamo subito e ci fidiamo, perché ne abbiamo bisogno prima di tutto noi, ma ci accorgiamo altrettanto in fretta quando abbiamo di fronte persone impreparate, svogliate o semplicemente che fanno il sostegno per ripiego. Io ho enorme rispetto, stima e gratitudine per gli insegnanti che fanno sostegno (e non solo) in modo serio e con dedizione (e ne conosco tanti), ma mi fanno altrettanta rabbia quelli che lo fanno come scorciatoia fregandosene (scusate il termine) dei ragazzi e dei bambini che dovrebbero seguire e li manderei tutti a casa, e ti assicuro che i primi a pensarla così sono proprio gli insegnanti che lavorano e che hanno a cuore i ragazzi. Sapessi quante ne ho dovute sentire di quelle che succedono dal di dentro della scuola, lo so che si vede tutto in modo diverso e forse è proprio questo il problema in molti casi... a me sembra assurdo che ogni anno mi debba controllare su quali materie c'è il sostegno perché la maggior parte si fanno l'orario com'è più comodo a loro piuttosto che in funzione delle materie previste nell'orario, eppure è così, e ci provano quasi tutti :(

zioudino
14-10-2015, 12:08
Se puoi organizza anche un'altra riunione per spiegarti meglio e se sai stata aggressiva, per scusarti. ....o quello che è successo potrebbe compromettere il percorso di tuo figlio a scuola.

Cos'è? Una minaccia? :eek:
Naturalmente sto scherzando.....Ho profonda stima per tutte le insegnanti e soprattutto per chi ha scelto di fare l'insegnante di sostegno... nel tuo caso in particolare visto che hai deciso di buttarti "nella mischia" mettendoti in gioco su questo forum con noi genitori.
Volevo invece girare nuovamente il punto di osservazione della questione, perché chiaramente ognuno tira l'acqua al suo mulino :rolleyes:
Se dalla parte degli insegnanti è sacrosanto il diritto ad essere lasciati liberi di impostare il lavoro secondo la propria formazione e la propria esperienza, naturalmente dando per scontato che sia al meglio delle proprie capacità e non perché si è cercata una "scorciatoia"....dall'altra parte gli insegnanti non devono dimenticarsi che i genitori sono quelli conoscono meglio di tutti il proprio bambino, quindi non ascoltare i suggerimenti che possono arrivare dalla madre solo perché non ha una formazione specifica potrebbe essere dannoso per il bambino....oltre che deleterio per il rapporto scuola-famiglia.
Noi siamo alle prime esperienze, mi figlio di 6 anni ha iniziato da poche settimane la scuola primaria, e devo dire che abbiamo trovato un ambiente sano e propositivo e ci siamo trovati subito in sintonia con tutte le maestre, compresa quella di sostegno e l'educatrice.
La stessa cosa, purtroppo, non era successa nei tre anni di scuola materna...e quindi la differenza, anche nel rendimento scolastico del bambino, la stiamo già riscontrando giorno dopo giorno.

Sull'utilità di lasciare la classe...il ragionamento può essere giusto. Nel nostro caso a volte succede quando, soprattutto al pomeriggio, inizia a comparire la stanchezza "oppositiva"...e secondo la maestra è sufficiente un quarto dì'ora in sala biblioteca a leggere un libro per ricaricare le batterie quel tanto che basta a tornare in classe e finire il lavoro con i compagni.
Su questo siamo d'accordissimo....meno lo saremmo se nostro figlio venisse sistematicamente portato altrove senza motivo o magari per materie specifiche. L'inclusione con i compagni può passare per tante cose...e la presenza in classe è una di quelle fondamentali.


...quasi tutti i bambini col sostegno vengono portati fuori all'occorrenza, è assolutamente normale, francamente è la prima volta che mi capita di sentire che un genitore metterlo in discussione

Su questa affermazione ho delle perplessità...perché, quando all'incontro che abbiamo avuto prima dell'inizio della scuola con la dirigente scolastica, tutte le insegnanti (prevalente, inglese, religione, ecc..), l'educatrice e il team della neuropsichiatria, ho preso la parola chiedendo che mio figlio venisse il più possibile tenuto in classe per favorire l'integrazione con i compagni......beh....tutte quante mi hanno risposto che non avrei neanche dovuto dirlo perché era normale che fosse così....quindi, non me ne volere, ma in questo caso "è la prima volta che sento un'insegnate metterlo in discussione"

GIUSI
19-03-2017, 15:29
Riprendo questa discussione perché vorrei capire come intervenire nella didattica di Mirco....sempre se è il caso, visto che non ne ho le competenze.
Da mamma, quello che vedo nei quaderni, mi piace.
Ma ho il dubbio che a Mirco vengano tolti degli stimoli a prescindere. E questo mi infastidisce, visto che siamo cresciuti con il grande consiglio dato in neonatologia "è un bimbo che va stimolato".
Già l'insegnante ci tiene che segua le regole come gli altri bimbi. D'accordo....bisogna mirare in alto....ma oggettivamente ci sono delle difficoltà in questo. Ad esempio il discorso del goccino di pipì....non è non rispettare la regola del mantenersi pulito....è altro....e così via.
Poi non mi ha mai chiesto i suoi interessi, ciò che gli piace....come passa il tempo libero. Potrebbe chiedermelo per prepararsi il materiale e cercare di farselo dire da lui.
Inoltre, era da un po' che non portava il libro della biblioteca a casa, che ero convinta che avessero sospeso la cosa per tutti. Invece nella riunione vengo a sapere che gli altri ritiravano ancora i libri. Così nel quaderno delle comunicazioni sottolineo la cosa chiedendo se ci fossero difficoltà.....e zac.....senza nessuna risposta....mi arriva Mirco con il suo libro preso dalla biblioteca.
Alla scuola dell'infanzia non era così.....mi manca a questo punto....già era di stampo montessoriano....ma la maestra si approcciava con me in maniera più costruttiva.
Sono tentata di darle quella specie di decalogo....girava tempo fa qui nel forum....giusto che sappia come vorrei che si approcciasse con Mirco.
Voi in che situazione siete?

Anna211061
19-03-2017, 16:57
Giusi non lo so come funziona alle elementari ma piu che un decalogo io se avessi qualcosa da chiedere chiarirei di persona al mattino quando porti mirco puoi chiedere tu stessa la motivazione.... i libri li prendono autonomamente o gli vengono dati?

mariasole
20-03-2017, 02:36
Riprendo questa discussione perché vorrei capire come intervenire nella didattica di Mirco....sempre se è il caso, visto che non ne ho le competenze.
D'accordo....bisogna mirare in alto....
Sono tentata di darle quella specie di decalogo....girava tempo fa qui nel forum....giusto che sappia come vorrei che si approcciasse con Mirco.
Voi in che situazione siete?
Ciao Giusi. Noi nella didattica non possiamo intervenire...questa è una cosa che spetta alle insegnanti, però possiamo suggerire...o meglio, chiedere o dare informazioni in questo, ( anche quelle non richieste, come i suoi gusti, i suoi interesse) avendo l'accortezza di scriverlo "al contrario", se tu hai il quaderno scuola-famiglia, oppure esprimerlo a voce.
Io uso entrambi i metodi, in base alle comunicazioni, vedendo quasi quotidianamente l'insegnante al momento dell'uscita.
Per farmi capire meglio... ad esempio, se devo suggerire come fare perchè Mariasole stia al passo nel dettato con i compagni: "buongiorno. Ho notato che a casa mia figlia scrive in velocità lo stampato maiuscolo, rispetto al corsivo. Nei dettati, provi a farla scrivere così...forse riuscirà a stare al passo della classe"; l'anno scorso ero più direttiva " faccia scrivere in stampato maiuscolo mia figlia" ...ma ho visto che questo modo di fare ottiene risultatoidiversi, probabilmente perchè mi sostituisco all'insegnante.
Invece, un'altra volta ho chiesto all'insegnante se mi poteva ricevere alla fine della lezione, perchè dovevo parlarle..e anche qui sono stata più diplomatica, invece di accusarla subito.
Mariasole mi riporta che lei urla molto, e questo la spaventa, perchè a casa non alziamo mai la voce, e cio' rischia di "minare" il rapporto di fiducia che mia figlia ha con lei. Che risposta gli devo dare, o cosa mi suggerisce di fare? E l'insegnante si è messa in discussione, dicendo che la classe è molto vivace e spesso bisogna alzare la voce per farsi ascoltare, o che è meglio richiamare i compagni girandosi verso la classe, poichè Mariasole avendo gli apparecchi, sente le urla in forma più amplificata... in quello arriva l'insegnante di italiano e chiede cosa è successo...
Poi alla riunione di classe, le insegnanti parlano di come la classe va tenuta "marcata stretta" perchè con poco si perde l'attenzione, i bambini chiacchierano..., parlando dell'importanza del voto in condotta che quest'anno viene ripristinato, aggiungendo: "anche perchè poi noi dobbiamo alzare la voce per richiamare l'attenzione, e questo va a discapito dei bambini più sensibili, che prendono paura o si chiudono".
Ieri l'insegnante mi ha scritto "sono contenta, perchè ora Mariasole si esprime e mi racconta molto di più, si sta aprendo" e tra me e me pensavo a come lei ha riacquistato fiducia, perchè probabilmente ha adottato un nuovo modo di proporsi.
Per la didattica, invece, mando avanti la logopedista o l'educatrice che viene una volta alla settimana a casa, e hanno fatto un cazziatone a tutte, spiegando come, per ogni parola nuova, si deve utilizzare l'immagine per farla comprendere a Mariasole.
E' inutile che parliate di inquinamento delle falde acquifere, se lei non sa cosa vuol dire falde, o nelle poesie scrivete la brina, se non avete appurato che lei sappia il significato della parola. Prima dovete lavorare sul lessico...altrimenti è come se voi parlate in italiano, intercalando qualche parola in "inglese" per lei, e ciò non gli permette di assimilare la frase.
Giusi, io ti ho fatto vari esempi, perchè da ciò che hai scritto, non capisco qual'è l'ambito in cui Mirco, secondo te non viene stimolato.
Riguardo al volare, io sposo il concetto che " bisogna volare alto, ma non troppo...appena appena al di sopra di ciò che i nostri figli riescono fare", così da permettergli di dare sempre il meglio di sè, e di non minare la loro autostima, o bloccarli nelle attività, perchè le sentono troppo difficili, o al di sopra della loro portata.
Ti ho espresso la mia situazione, suggerendoti un approccio non troppo diretto nel dire le cose, ma ponendosi noi a disposizione dell'insegnante, nell'ascoltare i loro consigli, oppure, se siamo noi che consigliamo, mai farlo "dando ordini".
Nella mia esperienza ho visto che questo approccio paga di più...e l'altro, quello più incisivo e di richiamo, lo lascio alla logopedista, che è competente in didattica, e dalla quale le insegnanti accettano di più, rimproveri o "tiratine di orecchi" sul loro operato, suggerendogli ciò che dovrebbe dirgli, in base a ciò che più mi sta a cuore che facciano.

Anna211061
20-03-2017, 13:10
Sono daccorto con te mariasole.

Loredana
20-03-2017, 18:31
Fuori dalla classe... No grazie! salvo per occasioni eccezionali che comunque vanno motivate ai genitori!




.....Noi nella didattica non possiamo intervenire...questa è una cosa che spetta alle insegnanti... "

mmmm...... :gruebel:
Se tutto procede bene nulla in contrario ;-)
Ma quando la didattica non funziona o viene del tutto differenziata io intervengo anche su quella :nono: