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Ariel
29-10-2014, 22:06
questo l'ho rubato ;) a un'amica che ha una splendida figlia in 5^ elementare in grado di seguire, seppur in maniera semplificata, ciò che fanno i compagni

Bisogni educativi speciali e BISOGNI EDUCATIVI NORMALI.
Si parla sempre più spesso di bisogni educativi speciali, di tecniche di riabilitazione, di cause possibili a livello metabolico, chimico delle compromissioni neuro psicologiche, di interventi precoci per permettere ai bambini con sdD di recuperare funzioni compromesse fra l'altro con buoni risultati, di tecniche di inclusione scolastica , di diritti delle persone disabili che spesso non vengono rispettati.
Ma si parla poco o indirettamente e, a mio avviso, non abbastanza di quello che "c'è " nelle persone con sdD, di quello che è presente che noi genitori cogliamo nella quotidianità e di cui andiamo orgogliosi, ma che spesso facciamo fatica a mettere insieme con il resto, appunto con quello che manca. Ed è proprio quello che "manca" che fin dalla loro nascita e' sotto i riflettori, ingrandito con una lente di ingrandimento, come se l'essere umano si esaurisse nelle sue competenze cognitive, motorie, linguistiche. Ma cos'è quello che c'è , che è "normale" di cui non si tiene sufficientemente conto soprattutto nell'ambito della scuola? E' la persona, il mondo affettivo, sono i bisogni emotivi, tutto quello che gli individui con disabilità spesso per le compromissioni presenti fanno fatica ad esprimere, ad esternare ma ciò non significa che non ci sia. Ed è proprio questa sfera che spesso in nome di interventi individualizzati viene calpestata, viene negata... Anche la famosa frase che a me personalmente fa venire la pelle d'oca spesso pronunciata dai "tecnici" dagli "insegnanti" che precludono a priori ai bambini sdD di allargare i loro orizzonti, di scoprire passioni, interessi, di sentirsi parte e protagonisti di un tutto da cui spesso è volentieri vengono esclusi, quello della classe: "Dobbiamo insegnargli quello che serve.... Cosa gli servirà studiare storia, geografia, scienze, poesia, letteratura....? Quanta presunzione! Come facciamo noi a priori sapere cosa gli servirà nella vita, che utilizzo farà la persona di quella conoscenza, di quell'arricchimento....Certo è che se gli precludiamo tutto ciò, la strada e' una sola, a senso unico e a vicolo cieco. Quello che serve, imparare a leggere, a scrivere , comprendere un testo, ecc. può essere perseguito facendo tutte le materie (semplificate) rimanendo in classe, con una maggiore ricchezza di stimoli e soprattutto rispettando i bisogni presenti in tutti i bambini, di scoprire, di conoscere, di stupirsi, di cooperare insieme, di scambi sociali, di vicinanza, di riconoscimento, di sentirsi parte di un tutto, della classe. Io mi chiedo perché ad esempio fin dall'inizio della loro esperienza scolastica l'apprendimento della lettura segue percorsi individualizzati, parole, frasi , brevi testi sul quaderno, che impedisce una condivisione e una motivazione alla lettura??? Basterebbe utilizzare il libro di testo, le letture assegnate alla classe magari trascritte al computer in stampatello maiuscolo , in caratteri grandi e attaccato sul libro, poco importa la lunghezza, gli altri bambini leggeranno tutto il brano, il bambino in difficoltà una riga, alcune parole, una parola..... Ma in classe, insieme agli altri sullo stesso libro, ad alta voce.... Allora si che piano piano scatta la motivazione , l'interesse... Questo è solo un esempio banale per dire che il bisogno e' lo stesso, la motivazione all'apprendimento segue le stesse modalità ( prima estrinseca e solo dopo intrinseca). Allora iniziamo a parlare di bisogni educativi normali perseguibili insieme a quelli "speciali ". Alla fine le persone sono tutte uguali non permettiamo che i nostri figli vengano discriminati e lesi ripetutamente nei loro bisogni fondamentali comuni a tutti gli individui , in nome di una riabilitazione, di un'individualizzazione che li porta a sentirsi estranei in un mondo di cui dovrebbero fare parte, spesso alienati in attività povere,ripetitive, in totale solitudine . Le persone per crescere hanno bisogno di altro!!!

io condivido ciò che pensa
ha impostato su queste basi il lavoro con sua figlia e si vedono i risultati
in ritardo di 5 anni ma sto iniziando con jonny
l'ultima volta che ho parlato con uno specialista mi ha detto che a questi bambini è più importante insegnare l'autonomia che gli assiro-babilonesi
ecco... mi sono chiesta se tutti questi pinguini che hanno lauree o cmq un qualcosa in più che il bivaccare in un centro diurno hanno studiato gli assiro-babilonesi con i propri compagni
mi sono resa conto che ho sempre precluso a mio figlio determinate esperienza pensando che non ne sarebbe stato capace e in effetti non può esserne capace non avendo mai provato
troppi laboratori che lo tengono lontano dagli altri
ho la fortuna di avere 28/30 ore coperte se non le faccio fruttare al meglio dimostrerò solo che non mi sono mai fidata delle sue capacità

sono in fase di cambiamento interiore

drdlrz
30-10-2014, 13:36
Condivido in pieno il pensiero della tua amica.
Anche Lucrezia segue con grande passione da sempre la storia, la geografia, le scienze, ecc. Tutto viene semplificato sul momento, e ad ogni argomento dato un rilievo particolare anche a seconda dei suoi interessi e delle sue inclinazioni. Le piaceva tantissimo l'anno scorso il corpo umano, adora la geografia, e anche io ho la convinzione che questi interessi sono non solo funzionali alla crescita della persona (che altrimenti, in versione più evoluta, ma ricadiamo di nuovo all'errore del "cosa serve") ma soprattutto sono IDENTITARI della persona, cioè ne costituiscono l'essenza più profonda, e pertanto è una violenza assoluta privarne i nostri figli, che devono essere invece messi in condizione di scoprire quali argomenti li interessino maggiormente.