paola
29-04-2014, 14:51
Il prossimo 3/5 a Cristina verrà consegnato il premio annuale di una "Vita per la vita" a Roma presso l'auditorium Giovanni Paolo II da l'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum
Copio dal sito dell'ateneo (http://www.uprait.org/index.php?option=com_eventlist&view=details&id=351&lang=it)
La Facoltà di Bioetica dell'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum ha istituito il premio "Una Vita per la Vita". Questo riconoscimento viene assegnato annualmente a persone o istituzioni che hanno contribuito, in diversi ambiti, a valorizzare, amare, rispettare e difendere la vita umana.
Quest'anno, il premio, giunto nella sua sesta edizione, verrà conferito a Suor Cristina Acquistapace.
Per descrivere chi è Suor Cristina, vi riportiamo un estratto di una intervista fatta da Prolife News.
Cristina ha 41 anni, ma il cuore è quello di una bambina. A farla diventar famosa, però, fu un'altra delle sue caratteristiche: l'astuzia intelligente con cui colpì al centro l'olocausto moderno: l'aborto. «Se nascevo nel 2000 l'amniocentesi mi fregava», disse intervistata dalla trasmissione televisiva "A sua immagine". Cristina è una che la vita potrebbe difenderla solo perché c'è. La forza contagiosa di questa donna, che ha scelto di offrire la sua vita a Cristo come suora laica, la si comprenderebbe solo standole vicini. Ma lei ha deciso che non bastava dire la bellezza della vita solo a chi le viveva accanto e invitata ha accettato di cominciare a girare l'Italia per «contagiare», come dice lei «i giovani già vecchi e le persone stanche».
Eppure la sua esistenza, sostenuta da una famiglia tenace, non è mai stata facile. Da bimba ha subìto discriminazioni, ha poi assaggiato l'incomprensione e ora soffre anche fisicamente. Eppure quando parla i suoi occhi sono pieni di stupore. E sa spiegare anche perché. Per Cristina la sofferenza è parte incancellabile, anzi utile, della vita. «È questo che molti non capiscono», come ripete spesso nelle sue testimonianze. «Troppi vivono anestetizzati per non sentirla, ma così non si permette nemmeno alla gioia di entrare». Questa è la ragione per cui, secondo Cristina, nel mondo d'oggi mancano veri adulti, madri e padri: «Se si evita continuamente il dolore si rimane eterni adolescenti, anziché fortificarsi», disse durante una testimonianza.
Ma questa giovane suora non parla soltanto, fa di più «educo come mia madre ha sempre fatto con me, non risparmiandomi mai nulla». Così scelse di lavorare in un asilo, mentre ora che la salute è più cagionevole aiuta tanti giovani che la cercano per chiederle consigli. Due di questi sono come figli acquisiti che la famiglia della ragazza ha accolto con sé. Per questo Cristina ha detto anche di sentirsi come una vera madre, «anche se non biologica: sono una donna realizzata a cui non è mai mancato nulla».
Il premio verrà conferito sabato 3 maggio 2014, all'interno del Convegno Nazionale per la Vita alle ore 15.00, presso l'Auditorio Giovanni Paolo II dell'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum in Roma.
Copio dal sito dell'ateneo (http://www.uprait.org/index.php?option=com_eventlist&view=details&id=351&lang=it)
La Facoltà di Bioetica dell'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum ha istituito il premio "Una Vita per la Vita". Questo riconoscimento viene assegnato annualmente a persone o istituzioni che hanno contribuito, in diversi ambiti, a valorizzare, amare, rispettare e difendere la vita umana.
Quest'anno, il premio, giunto nella sua sesta edizione, verrà conferito a Suor Cristina Acquistapace.
Per descrivere chi è Suor Cristina, vi riportiamo un estratto di una intervista fatta da Prolife News.
Cristina ha 41 anni, ma il cuore è quello di una bambina. A farla diventar famosa, però, fu un'altra delle sue caratteristiche: l'astuzia intelligente con cui colpì al centro l'olocausto moderno: l'aborto. «Se nascevo nel 2000 l'amniocentesi mi fregava», disse intervistata dalla trasmissione televisiva "A sua immagine". Cristina è una che la vita potrebbe difenderla solo perché c'è. La forza contagiosa di questa donna, che ha scelto di offrire la sua vita a Cristo come suora laica, la si comprenderebbe solo standole vicini. Ma lei ha deciso che non bastava dire la bellezza della vita solo a chi le viveva accanto e invitata ha accettato di cominciare a girare l'Italia per «contagiare», come dice lei «i giovani già vecchi e le persone stanche».
Eppure la sua esistenza, sostenuta da una famiglia tenace, non è mai stata facile. Da bimba ha subìto discriminazioni, ha poi assaggiato l'incomprensione e ora soffre anche fisicamente. Eppure quando parla i suoi occhi sono pieni di stupore. E sa spiegare anche perché. Per Cristina la sofferenza è parte incancellabile, anzi utile, della vita. «È questo che molti non capiscono», come ripete spesso nelle sue testimonianze. «Troppi vivono anestetizzati per non sentirla, ma così non si permette nemmeno alla gioia di entrare». Questa è la ragione per cui, secondo Cristina, nel mondo d'oggi mancano veri adulti, madri e padri: «Se si evita continuamente il dolore si rimane eterni adolescenti, anziché fortificarsi», disse durante una testimonianza.
Ma questa giovane suora non parla soltanto, fa di più «educo come mia madre ha sempre fatto con me, non risparmiandomi mai nulla». Così scelse di lavorare in un asilo, mentre ora che la salute è più cagionevole aiuta tanti giovani che la cercano per chiederle consigli. Due di questi sono come figli acquisiti che la famiglia della ragazza ha accolto con sé. Per questo Cristina ha detto anche di sentirsi come una vera madre, «anche se non biologica: sono una donna realizzata a cui non è mai mancato nulla».
Il premio verrà conferito sabato 3 maggio 2014, all'interno del Convegno Nazionale per la Vita alle ore 15.00, presso l'Auditorio Giovanni Paolo II dell'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum in Roma.