aledario
17-04-2014, 19:16
Quando leggo recensioni di libri scritte da parte di normali lettori come me, per cercare di comprendere se un determinato libro che mi appresto a leggere incontra o meno i favori del pubblico (non che poi la cosa mi condizioni più di tanto nella decisione in realtà… visto che i gusti sono sempre molto soggettivi!), mi imbatto spesso in frasi tipo “prevedibile”, “troppo scontato”, “senza colpi di scena”, “si capisce subito dove va a parare”, seguito da un ineluttabile e immancabilmente scarso numero di stelline di giudizio. Quasi che la prevedibilità di una storia sia per forza di cose sufficiente a determinarne anche lo scarso valore.
Eppure le nostre vite sono piene di realtà belle, anche se prevedibili… anzi, spesso belle proprio in virtù di questa loro caratteristica.
Pensate alle nostre (sane) abitudini… proprio nel senso etimologico del termine (da “abito”, qualcosa che portiamo addosso e di cui spesso non siamo coscienti) quelle cui mai rinunceremmo e che contribuiscono a dettare il ritmo delle nostre giornate alimentando la nostra serenità e la nostra sicurezza.
Pensate alla serena consapevolezza della presenza di una persona amica, di qualcuno su cui poter contare sempre… nel momento stesso in cui decidiamo di chiedere. Pensate al calore accogliente di una famiglia dove si ama e si è amati.
Ma anche più banalmente al potere rassicurante del nostro libro, film, luogo, disco preferito…
E allora perché nelle storie, quelle raccontate nelle pagine di un libro, cerchiamo sempre l’imprevedibilità, il colpo di scena, l’epifania, qualcosa che sia in grado di sorprenderci e stupirci, nel bene e nel male? Voglia di novità, di evasione dalla noia, di riscatto dalla inevitabile piattezza della quotidianità, di speranza troppo spesso sopita nell’anima?
Forse perché insieme al desiderio di serenità in noi si agita anche il desiderio di cambiamento, per vivere vite che non abbiamo avuto modo di vivere, o forse nemmeno di immaginare?
Oggi inizia il primo capitolo di una storia scritta un paio di millenni fa… conosciutissima da tutti e quindi anche molto prevedibile…ma sempre straordinaria ed incredibile ogni volta che ci capita di ascoltarla, anche se magari distrattamente.
In essa convivono armonicamente in maniera forse unica nella letteratura… la potenza sorprendente del romanzo “estremo”, e la naturale consapevolezza della sua inesorabile prevedibilità. Perché tutti sappiamo bene come va a finire quella storia.
La storia che oggi racconta di condivisione intorno ad una tavola alla quale si raccolgono a mangiare 13 amici, che domani parlerà di tradimento di sofferenza e di morte, sabato di silenzio e disperazione , e infine domenica della potenza della Vita che non muore per sempre.
Indubbiamente un libro da 5 stelle, pur nella banalità della sua scontatezza!
Buona Pasqua a tutti!
Eppure le nostre vite sono piene di realtà belle, anche se prevedibili… anzi, spesso belle proprio in virtù di questa loro caratteristica.
Pensate alle nostre (sane) abitudini… proprio nel senso etimologico del termine (da “abito”, qualcosa che portiamo addosso e di cui spesso non siamo coscienti) quelle cui mai rinunceremmo e che contribuiscono a dettare il ritmo delle nostre giornate alimentando la nostra serenità e la nostra sicurezza.
Pensate alla serena consapevolezza della presenza di una persona amica, di qualcuno su cui poter contare sempre… nel momento stesso in cui decidiamo di chiedere. Pensate al calore accogliente di una famiglia dove si ama e si è amati.
Ma anche più banalmente al potere rassicurante del nostro libro, film, luogo, disco preferito…
E allora perché nelle storie, quelle raccontate nelle pagine di un libro, cerchiamo sempre l’imprevedibilità, il colpo di scena, l’epifania, qualcosa che sia in grado di sorprenderci e stupirci, nel bene e nel male? Voglia di novità, di evasione dalla noia, di riscatto dalla inevitabile piattezza della quotidianità, di speranza troppo spesso sopita nell’anima?
Forse perché insieme al desiderio di serenità in noi si agita anche il desiderio di cambiamento, per vivere vite che non abbiamo avuto modo di vivere, o forse nemmeno di immaginare?
Oggi inizia il primo capitolo di una storia scritta un paio di millenni fa… conosciutissima da tutti e quindi anche molto prevedibile…ma sempre straordinaria ed incredibile ogni volta che ci capita di ascoltarla, anche se magari distrattamente.
In essa convivono armonicamente in maniera forse unica nella letteratura… la potenza sorprendente del romanzo “estremo”, e la naturale consapevolezza della sua inesorabile prevedibilità. Perché tutti sappiamo bene come va a finire quella storia.
La storia che oggi racconta di condivisione intorno ad una tavola alla quale si raccolgono a mangiare 13 amici, che domani parlerà di tradimento di sofferenza e di morte, sabato di silenzio e disperazione , e infine domenica della potenza della Vita che non muore per sempre.
Indubbiamente un libro da 5 stelle, pur nella banalità della sua scontatezza!
Buona Pasqua a tutti!