Visualizza la versione completa : A proposito di gita!!!
http://www.tempostretto.it/news/diversamente-maestro-lezione-vita-classe-quattordicenni.html
E' successo a Messina...ma qualcosa mi dice che potrebbe accadere in qualsiasi scuola :(.
Ci può essere una giustificazione a ciò?
mariasole
16-05-2013, 00:02
Mentre leggevo parola per parola, mi immaginavo al posto di quella mamma e sentivo un dolore come se avessero "pugnalato" me! NON POSSONO SUCCEDER QUESTE COSE!!!! Spero che Mariasole on viva mai una esperienza di emarginazione come questa! :(:n_crying:
L'episodio raccontato così ovviamente è orribile , bisognerebbe però , come al solito, dare spazio all'altra campana...per esempio, come mai erano già partiti tutti? Non è che il ragazzino è arrivato a scuola in ritardo ? Magari per qualche disguido di comunicazione (sempre colpa della scuola per carità! Ma meno grave..) la mamma non era stata avvisata della gita ...lo dico perché a volte , visto che Gabriele nn mi racconta niente, io temo che qualcosa sfugga al mio controllo e di perdere così qualche appuntamento importante..lo dico perché mi sembra strano che una scuola faccia una mossa così grave come lasciare a casa un ragazzo disabile.
Facendo un altro esempio di natura completamente diversa,nella classe di Gabriele un ragazzino viene spesso di proposito lasciato a casa dalle gite perché il suo comportamento lascia molto a desiderare e soprattutto mette in pericolo la sicurezza degli altri compagni. Anche qui, la mamma del bambino dice le stesse cose: le maestre non lo vogliono alle gite , lo discriminano. Insomma, io che conosco la situazione posso garantire che è la situazione è veramente pesante e le povere insegnanti si son fatte venire l'esaurimento nervoso per star dietro a lui. Certo e' un bambino problematico e lui nn ha colpa se diventa improvvisamente violento se nn si fa quel che vuole lui, però' tutto ha un limite.
Cmq questo sarà sicuramente un caso diverso , secondo me bisognerebbe sentire anche la campana della scuola.
E' tanto che non scrivo anche se continuo comunque a leggervi, ma questo è un argomento che mi tocca molto, proprio per chè in parte l'ho vissuto anche io. Già in un altro mio intervento ho raccontato quanto è capitato a mia figlia durante le scuole superiori proprio in occasione del viaggio d'istruzione. Per chi non ricordasse, io mi sono ritrovata a dover impormi con la scuola perchè adducevano ai problemi della celiachia di mia figlia la sua impossiblità di partecipare al viaggio (mia figlia sarebbe dovuta andare in un soggiorno studio presso una famiglia). Superato il problema scuola, le compagne hanno cominciato a litigare fra di loro perchè nessuna voleva dormire con mia figlia ed inoltre i professori della sua classe si sono rifiutati di accompagnarla compresi l'insegnante di sostegno e l'assistente. Mia figlia è anche diabetica insulino dipendente, ma molto indipendente ed completamente autonoma nella somministrazione della sua terapia. Quello che le serviva era solo
una supervisione (già aveva fatto viaggi all'estero da sola con persone a lei completamente sconosciute e mai avuto problemi). Il tutto io sono venuta a sapere di tutto ciò che stava succedendo solo grazie ad una mamma la cui figlia era l'unica che aveva preso in parte le difese di mia figlia (ma dopo quasi due mesi di litigi vari). Inoltre i genitori sono andati dal preside per invitarlo a non far partire mia figlia. E vi assicuro che Ambra è sempre stata abituata a viaggiare da sola, sempre molto indipendente ed autonoma. Mia figlia ha capito che è stata rifiutata dalle sue "amiche" e questo l'ha resa molto diffidente nei rapporti. E pure per noi è un ricordo che ancora ci addolora molto. Purtroppo situazioni come quelle descritte nell'articolo non mi meravigliano. Poi che esistano situazioni in cui i ragazzi sono problematici come dice Mela è vero ma anche in questi casi forse bisognerebbe trovare delle soluzioni magari coordinando le forze tra la scuola, la famiglia e i servizi sociali.
Secondo me il fatto ha due sfaccettature parimenti importanti da considerare, se si ambisce all'integrazione vera. La prima è l'incapacità certa degli insegnanti a gestire il bambino, tanto da non volerlo alla gita, ma a quel punto l'insegnante di sostegno DOVEVA stare in classe, l'altra è un problema di comunicazione e di rispetto verso la famiglia e il bambino. Ora a 12 anni penso che già i ns figli si rendano abbastanza conto di quello che succede e di quello di cui si parla intorno a loro, a prescindere da quanto riescano ad esternare, quindi il bambino sicuramente avrà saputo che c'era una gita, per questo il "difetto" di comunicazione non è vero che è meno grave, anzi... La non comunicazione è un evidente mancanza di rispetto e del riconoscimento della dignità di quel bambino più grave della decisione di non farlo partecipare alla gita, perchè se è motivata, per situazioni limite tipo gli esempi che ha fatto mela, a quel punto chiamo la famiglia motivo i problemi che gli insegnanti si fanno e concordo o semplicemente comunico la decisione!!
Sulla mancanza di comunicazione a cui le nostre famiglie (invito ad alzare la mano a chi non c'è passato) sono sottoposte continuamente, aprirei una bella parentesi, perchè è una di quelle cose che ultimamente non sono più disposta a tollerare. Noi famiglie spesso dobbiamo subire le decisioni prese dalla scuola, centri di riabilitazione, npi e operatori vari che ce le calano dall'alto come se i nostri figli fossero quasi degli oggetti da spostare a piacimento del sistema, peccato che invece siano bambini, persone. Noi la dobbiamo pretendere quella comunicazione, dobbiamo pretendere la comunicazione ai nostri figli degli eventi che gli capitano attorno, non possono solo continuamente subire gli eventi senza che nessuno provi a spiegarglieli. Noi non possiamo neanche immaginare cosa possa aver pensato il bambino, ci possiamo immedesimare nel genitore, nella rabbia, ma come vive il bambino l'esclusione prima e la rabbia della sua famiglia dopo non possiamo proprio saperlo, quando magari la stessa situazione di pessima integrazione poteva essere gestita in modo meno doloroso (senza è impossibile). Ma ci rendiamo conto di che danno fa la chiusura della comunicazione nei confronti dei nostri figli? :(
Sulla mancanza di comunicazione a cui le nostre famiglie (invito ad alzare la mano a chi non c'è passato) sono sottoposte continuamente, aprirei una bella parentesi, perchè è una di quelle cose che ultimamente non sono più disposta a tollerare. Noi famiglie spesso dobbiamo subire le decisioni prese dalla scuola, centri di riabilitazione, npi e operatori vari che ce le calano dall'alto come se i nostri figli fossero quasi degli oggetti da spostare a piacimento del sistema, peccato che invece siano bambini, persone....
Presentissima! non mi riferisco alla scuola, ma a chi segue Lety, cmq la sostanza non cambia! spesso questa mancanza di comunicazione rischia di gravare pesantemente sui ns figli e noi famiglie ci troviamo a rincorrere gli altri per mettere insieme i pezzi, come se non avessimo già abbastanza cosa a cui pensare!:mad:
Anche io, come Mela, dico che nel caso specifico dovremmo sentire anche l'altra campana per capire davvero cos'è successo, però è vero che queste cose capitano e non credo, purtroppo, che la testimonianza di Luly in qs situazione sia un caso isolato:(
Luna2009
16-05-2013, 17:56
A me ha fatto molto male leggere di una storia del genere, e mi piacerebbe proprio sentire l'altra campana, perché non posso pensare che sia andata veramente così, sarebbe veramente mancanza assoluta di rispetto per il bambino e per i suoi genitori (oltre che un pessimo esempio per tutta la classe...).
Capisco che se il bambino ha problemi comportamentali o altro, che rendono molto complicata la (già complicata di per sé) gestione di una classe in gita, allora si può pensare di "lasciarlo a casa". Ma la prima, primissima cosa da fare é chiamare i genitori ed esporre il problema!
Forse avevano paura che chiedendo ai genitori questi si sarebbero impuntati e li avrebbero costretti a portarsi il figlio in gita, chissà?
Ma io dico, se c'é un problema per gestire la classe e il bambino in gita, magari si può chiedere ai genitori di aiutare in qualche modo. Magari la mamma avrebbe potuto seguirli in gita, per esempio.
Mi ero ripromessa di rispondere a questo 3rd ma ho solamente ora il tempo per raccontarvi della bellissima esperienza fatta da Sara. A gennaio di quest’anno le tre V° dell’istituto di Sara sono partiti per una settimana di studio-vacanza a Andora (Liguria). Per Sara è stata la prima volta lontano da casa, senza genitori. Le mie preoccupazioni sono state spazzate via dalle insegnanti di Sara che mi hanno rassicurato in tutto e per tutto e quando Sara mi ha salutato dal pullman in partenza ho sentito un mix di emozioni: tanta felicità per lei e pochissima preoccupazione, anzi, mi sono goduta il silenzio e la mancanza di litigate tra Sara e Simone per ben cinque giorni :-) (madre snaturata).
Ho tanta fiducia in Sara, noto che lei se la sa sbrigare molto bene nelle varie situazioni … è proprio cresciuta.
Hanno fatto un sacco di escursioni, attività varie e hanno anche organizzato una serata in discoteca :-). Sara ha giocato con tutti, non solo con i suoi compagni ma anche con altri bambini presenti nella struttura. Di solito, con il suo carattere un po’ chiuso, rimane per i fatti suoi ma cosi non è stato durante quest’esperienza.
L’insegnante di sostegno è dovuta tornare con un giorno di anticipo per impegni già presi ma questo non è stato per niente un problema per le insegnanti. Mi sono sentita una mamma come le altri :-) !!!!!
Anna Rita Fracchiolla
03-06-2013, 19:00
non metto in dubbio che l'episodio sia proprio andato così come è raccontato dal giornalista, ma sono convinta che bisognerebbe andare a fondo della questione prima di dare giudizi. E' facile dare rilievo a notizie negative come queste, ma mi chiedo perchè non si dia rilievo anche a casi positivi di integrazione dei nostri figli. Anch'io vivo a Messina, mio figlio ora è in I superiore e durante gli anni delle elementari e delle medie è sempre stato coinvolto nelle gite giornaliere. Non posso credere che nessuno abbia informato la famiglia,nè un insegnante, il sostegno, un compagno. Erano proprio gli insegnanti e i compagni che mi rassicuravano che lo avrebbero aiutato in caso di bisogno e mi invogliavano a mandarlo con loro. Azzardo, forse è la famiglia del ragazzo che non è riuscita ad instaurare un rapporto con la scuola e i suoi rappresentanti o con qualche compagno e rispettiva famiglia.Spetta anche a noi genitori informarci, parlare con gli altri genitori, instaurare un rapporto di collaborazione reciproca con il sostegno. Che ne sappiamo noi se questi genitori accompagnavano il ragazzo e andavano subito via per problemi di lavoro senza potersi soffermare a scuola per conversare. A volte pensiamo che a noi genitori sia tutto dovuto per le difficoltà che hanno i nostri figli ma dobbiamo essere noi per primi a fare il primo passo per la loro integrazione. Nonostante la loro integrazione non sia sempre possibile e casi del genere ce ne sono certamente non sopporto chi spara a zero, chi si dice indignato e altro senza andare a fondo alla questione.
Loredana
04-06-2013, 01:09
Mi ero ripromessa di rispondere a questo 3rd ma ho solamente ora il tempo per raccontarvi della bellissima esperienza fatta da Sara. A gennaio di quest’anno le tre V° dell’istituto di Sara sono partiti per una settimana di studio-vacanza a Andora (Liguria). Per Sara è stata la prima volta lontano da casa, senza genitori. Le mie preoccupazioni sono state spazzate via dalle insegnanti di Sara che mi hanno rassicurato in tutto e per tutto e quando Sara mi ha salutato dal pullman in partenza ho sentito un mix di emozioni: tanta felicità per lei e pochissima preoccupazione, anzi, mi sono goduta il silenzio e la mancanza di litigate tra Sara e Simone per ben cinque giorni :-) (madre snaturata).
Ho tanta fiducia in Sara, noto che lei se la sa sbrigare molto bene nelle varie situazioni … è proprio cresciuta.
Hanno fatto un sacco di escursioni, attività varie e hanno anche organizzato una serata in discoteca :-). Sara ha giocato con tutti, non solo con i suoi compagni ma anche con altri bambini presenti nella struttura. Di solito, con il suo carattere un po’ chiuso, rimane per i fatti suoi ma cosi non è stato durante quest’esperienza.
L’insegnante di sostegno è dovuta tornare con un giorno di anticipo per impegni già presi ma questo non è stato per niente un problema per le insegnanti. Mi sono sentita una mamma come le altri :-) !!!!!
Bello questo racconto dell'esperienza di Sara in gita, mi auguro di leggere sempre più spesso frasi come l'ultima scritta da Lia: "Mi sono sentita una mamma come le altre! "
... Erano proprio gli insegnanti e i compagni che mi rassicuravano che lo avrebbero aiutato in caso di bisogno e mi invogliavano a mandarlo con loro...
Infatti, cosi dovrebbe essere.
Quando elencavo tutte le competenze nelle quali Sara non era autonoma, mi hanno sempre risposto che non vedevano problemi. non sà lavarsi e pettinarsi i capelli (lunghi), nessun problema. La notte vuole che una lucina rimanga accessa, nessun problema, ecc. Quando ci hanno fatto vedere il filmato girato durante la vacanza-studio ho notato che c'erano anche altre bambine con i capelli lunghi che si facevano aiutare :-) dalle compagne ... e qualcuno ha anche pianto di notte.
Sara ha provato anche a fare i capricci, ovvio, ma le insegnanti hanno saputo gestire anche quei momenti.
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