aledario
28-03-2013, 12:44
Vi segnalo questo bell'articolo di Franco Bomprezzi sul blog del Corriere, che parla del Papa, e di cultura cattolica e laica della disabilità
http://invisibili.corriere.it/2013/03/28/i-gesti-di-papa-francesco-e-una-nuova-pastorale-sulla-disabilita/
E questo è il mio commento
Ponti... muri... tunnel
Già Franco... anche e sopratutto stavolta non si può che essere d'accordo senza se e senza ma su tutto ciò che hai scritto...
L'immagine del "ponte" è sicuramente quella che meglio si presta a descrivere lo stile di questo "nuovo" Pontefice appunto. Ed io stesso l'ho sempre usata parlando di ciò che è necessario per permettere a due mondi troppo spesso estranei di parlarsi.
L'impressione però a volte è che a dividere questi due mondi non sia solo un fiume (o uno strapiombo), una realtà non attraversabile ma che comunque permette alle due estremità di "osservarsi" e conoscersi... bensì uno spesso "muro", eretto più o meno consapevolmente con i mattoni del pregiudizio, del disprezzo e dell'ingenuo esorcismo ("se faccio finta che non esiste... forse non mi riguarderà mai"). Per unire questi due mondi eliminando l' "invisibilità" di uno di essi... servono gesti forti... altrettanto arditi come le campate di un ponte... come i gesti simbolici e reali di un Papa... ma probabilmente decisamente più nascosti come lo scavare quotidiano e costante di un tunnel, da entrambi i lati... uno di quei tunnel che si conclude con la caduta dell'ultimo "diaframma"... normalmente con un incontro, un abbraccio sincero, ad uno sconosciuto... fratello di umanità e di impegno.
http://invisibili.corriere.it/2013/03/28/i-gesti-di-papa-francesco-e-una-nuova-pastorale-sulla-disabilita/
E questo è il mio commento
Ponti... muri... tunnel
Già Franco... anche e sopratutto stavolta non si può che essere d'accordo senza se e senza ma su tutto ciò che hai scritto...
L'immagine del "ponte" è sicuramente quella che meglio si presta a descrivere lo stile di questo "nuovo" Pontefice appunto. Ed io stesso l'ho sempre usata parlando di ciò che è necessario per permettere a due mondi troppo spesso estranei di parlarsi.
L'impressione però a volte è che a dividere questi due mondi non sia solo un fiume (o uno strapiombo), una realtà non attraversabile ma che comunque permette alle due estremità di "osservarsi" e conoscersi... bensì uno spesso "muro", eretto più o meno consapevolmente con i mattoni del pregiudizio, del disprezzo e dell'ingenuo esorcismo ("se faccio finta che non esiste... forse non mi riguarderà mai"). Per unire questi due mondi eliminando l' "invisibilità" di uno di essi... servono gesti forti... altrettanto arditi come le campate di un ponte... come i gesti simbolici e reali di un Papa... ma probabilmente decisamente più nascosti come lo scavare quotidiano e costante di un tunnel, da entrambi i lati... uno di quei tunnel che si conclude con la caduta dell'ultimo "diaframma"... normalmente con un incontro, un abbraccio sincero, ad uno sconosciuto... fratello di umanità e di impegno.