zioudino
21-03-2013, 20:41
Dai tempi dell'Unione Sovietica, nel Paese le famiglie abbandonano i bambini affetti dalla sindrome, affidandoli a strutture "inefficienti e scarsamente attrezzate". Ora un'attrice rompe il tabù raccontando la sua scelta controcorrente
MOSCA - La mamma è bellissima, e questo per il piccolo Semen è una gran fortuna. Da quando Evelina Bledans, una delle più popolari attrici cinematografiche russe, si è messa a parlare in pubblico dei problemi del suo bambino nato con una sindrome down, tante cose sono cambiate per lui e per i tanti piccoli emarginati in un Paese particolarmente indifferente ai problemi dei disabili.
Semen è nato un anno fa quando la mamma aveva ancora 42 anni e il padre appena 32. E' molto carino ma la sentenza dei medici non gli concede grandi speranze: la sindrome è manifesta e ovviamente irreversibile. Ma la fortuna di Semen è cominciata già in clinica. Secondo la prassi russa, ereditata dal regime comunista, i genitori possono affidare senza dare spiegazioni i bambini affetti da menomazioni di qualunque genere alle speciali "Case dei bambini" di Stato. Addirittura, sono gli stessi medici che per prassi consigliano subito di rinunciare al neonato senza nemmeno mostrarlo ai genitori. Il consiglio è più o meno standardizzato e falso: "L'infelice creatura è destinata a non vivere più di 25 anni. Affidatelo a gente esperta e continuate pure la vostra vita". Nella maggior parte dei casi funziona. La coppia rinuncia e per il piccolo comincia un'odissea in strutture che gli stessi enti governativi definiscono "inefficienti e scarsamente attrezzate".
La bella Evelina però ha detto no. Ha preteso di avere il piccolo con sé. E non lo ha più mollato. Da allora ne pubblica le foto sul suo seguitissimo blog. Lo porta con sé nelle ospitate televisive. Bombarda a suo modo gli ascoltatori con messaggi che cercano di demolire gli orribili luoghi comuni cui i russi si erano ormai rassegnati: "Semen è una persona. Sente il mio affetto e me lo restituisce. Non solo non mi vergogno di lui ma mi vanto di avere un figlio speciale".
E la cosa fa effetto. Almeno a giudicare dalle risposte entusiaste e affettuose di migliaia di fan. E la bellezza della mamma gioca un suo ruolo non indifferente. Pur essendo laureata alla accademia d'arte drammatica sovietica, Evelina Visvalvodna Bledans non è infatti quella che si dice un'attrice impegnata. Per anni ha giocato sul suo corpo perfetto e anche su quel suo cognome di origine lettone che, pronunciato in russo, suona come una parola molto volgare per definire una prostituta. I suoi 41 film, nessuno dei quali memorabili, sono famosi soprattutto per le scene di sesso e di nudo. Le sue trasmissioni televisive, seguitissime soprattutto dal pubblico maschile, si chiamano "Love", oppure "La rivoluzione sessuale di Evelina". Guardatevi il video di una sua sigla che ha fatto scandalo e capirete perché è ancora nella top ten delle donne più sexy di Russia.
Ma proprio per questa sua capacità di raggiungere un pubblico particolare e non certo disposto ad affrontare temi sociali di una certa gravità, che il messaggio di Evelina ha fatto centro. Il piccolo Semen è diventato un pupillo dei blogger e delle tv. Riceve attenzioni e regali. Ma sopratutto è diventato un simbolo. Iniziative spontanee, campagne di aiuto e sostegno lanciate da ong umanitarie, trovano posto e adesioni sul blog di Evelina che continua a ripetere: "Un figlio down? Può essere una fortuna. Riempitelo di affetto, vi sentirete bene". Non rinuncia a essere sexy ma la sua occupazione principale resta la diffusione del suo messaggio anti pregiudizio. Tanto da segnalare ai russi una iniziativa italiana, colpevolmente trascurata a casa nostra. Quella del ristorante romano "La locanda dei girasoli" che impiega quattro bravissimi camerieri down. "So che sono in crisi. Invito gli italiani ad andarci. Io prometto di farlo quanto prima. Con il mio Semen".
Fonte: http://www.repubblica.it/esteri/2013/03/21/news/evelina_bledans_semjon_figlio_down-54986830/
MOSCA - La mamma è bellissima, e questo per il piccolo Semen è una gran fortuna. Da quando Evelina Bledans, una delle più popolari attrici cinematografiche russe, si è messa a parlare in pubblico dei problemi del suo bambino nato con una sindrome down, tante cose sono cambiate per lui e per i tanti piccoli emarginati in un Paese particolarmente indifferente ai problemi dei disabili.
Semen è nato un anno fa quando la mamma aveva ancora 42 anni e il padre appena 32. E' molto carino ma la sentenza dei medici non gli concede grandi speranze: la sindrome è manifesta e ovviamente irreversibile. Ma la fortuna di Semen è cominciata già in clinica. Secondo la prassi russa, ereditata dal regime comunista, i genitori possono affidare senza dare spiegazioni i bambini affetti da menomazioni di qualunque genere alle speciali "Case dei bambini" di Stato. Addirittura, sono gli stessi medici che per prassi consigliano subito di rinunciare al neonato senza nemmeno mostrarlo ai genitori. Il consiglio è più o meno standardizzato e falso: "L'infelice creatura è destinata a non vivere più di 25 anni. Affidatelo a gente esperta e continuate pure la vostra vita". Nella maggior parte dei casi funziona. La coppia rinuncia e per il piccolo comincia un'odissea in strutture che gli stessi enti governativi definiscono "inefficienti e scarsamente attrezzate".
La bella Evelina però ha detto no. Ha preteso di avere il piccolo con sé. E non lo ha più mollato. Da allora ne pubblica le foto sul suo seguitissimo blog. Lo porta con sé nelle ospitate televisive. Bombarda a suo modo gli ascoltatori con messaggi che cercano di demolire gli orribili luoghi comuni cui i russi si erano ormai rassegnati: "Semen è una persona. Sente il mio affetto e me lo restituisce. Non solo non mi vergogno di lui ma mi vanto di avere un figlio speciale".
E la cosa fa effetto. Almeno a giudicare dalle risposte entusiaste e affettuose di migliaia di fan. E la bellezza della mamma gioca un suo ruolo non indifferente. Pur essendo laureata alla accademia d'arte drammatica sovietica, Evelina Visvalvodna Bledans non è infatti quella che si dice un'attrice impegnata. Per anni ha giocato sul suo corpo perfetto e anche su quel suo cognome di origine lettone che, pronunciato in russo, suona come una parola molto volgare per definire una prostituta. I suoi 41 film, nessuno dei quali memorabili, sono famosi soprattutto per le scene di sesso e di nudo. Le sue trasmissioni televisive, seguitissime soprattutto dal pubblico maschile, si chiamano "Love", oppure "La rivoluzione sessuale di Evelina". Guardatevi il video di una sua sigla che ha fatto scandalo e capirete perché è ancora nella top ten delle donne più sexy di Russia.
Ma proprio per questa sua capacità di raggiungere un pubblico particolare e non certo disposto ad affrontare temi sociali di una certa gravità, che il messaggio di Evelina ha fatto centro. Il piccolo Semen è diventato un pupillo dei blogger e delle tv. Riceve attenzioni e regali. Ma sopratutto è diventato un simbolo. Iniziative spontanee, campagne di aiuto e sostegno lanciate da ong umanitarie, trovano posto e adesioni sul blog di Evelina che continua a ripetere: "Un figlio down? Può essere una fortuna. Riempitelo di affetto, vi sentirete bene". Non rinuncia a essere sexy ma la sua occupazione principale resta la diffusione del suo messaggio anti pregiudizio. Tanto da segnalare ai russi una iniziativa italiana, colpevolmente trascurata a casa nostra. Quella del ristorante romano "La locanda dei girasoli" che impiega quattro bravissimi camerieri down. "So che sono in crisi. Invito gli italiani ad andarci. Io prometto di farlo quanto prima. Con il mio Semen".
Fonte: http://www.repubblica.it/esteri/2013/03/21/news/evelina_bledans_semjon_figlio_down-54986830/