zioudino
28-02-2013, 20:50
Una nuova molecola ha dimostrato di poter invertire le disfunzioni neurologiche di memoria e apprendimento caratteristiche della sindrome di Down in un modello animale, attraverso il blocco di recettori specifici che agiscono inibendo alcune funzioni dell’ippocampo. La ricerca, appena pubblicata sul Journal of Neuroscience, è stata coordinata da Carmen Martínez-Cué dell’Università di Cantabria di Santander.
La sindrome di Down è una delle più comuni anomalie cromosomiche che colpisce uno su 650-1000 nati, circa 30.000 bambini l’anno in tutto il mondo. La sindrome è causata dalla presenza di una trisomia 21 (l’individuo ha in più una parte o tutta una terza copia del cromosoma 21), la cui presenza genera ritardi nella crescita sia fisica che cognitiva che incidono sulla loro indipendenza nelle attività quotidiane, nell'istruzione e nell'occupazione. Attualmente, non esistono trattamenti in grado di affrontare i disturbi cognitivi associati alla sindrome di Down.
In ricerca, la sindrome di Down è stata riprodotta in un modello di topo (Ts65Dn), che presenta un’estesa trisomia a carico del cromosoma 16, omologo del cromosoma 21 umano. I topi Ts65Dn presentano anomalie di sviluppo morfologico e cognitivo del tutto paragonabili a quelle umane, con ben documentati deficit visivi e, a livello comportamentale, di attenzione, memoria e apprendimento. Numerosi studi hanno dimostrato che i deficit cognitivi del topo Ts65Dn sono dovuti ad una eccessiva inibizione dell’ippocampo, regione del cervello con funzioni importanti per la memoria e l’apprendimento.
Nello studio, Martínez-Cué e colleghi hanno testato una nuova molecola (RO4938581) in grado di agire sui recettori dell’acido γ-amminobutirrico (GABA), il principale neurotrasmettitore inibitorio del sistema nervoso centrale nei mammiferi. RO4938581, in particolare, blocca in modo selettivo l’attività dei recettori che contengono la sub-unità GABA-A α5, riportando un equilibrio tra l’inibizione e l’eccitazione delle cellule nervose dell’ippocampo e correggendo i difetti cognitivi e comportamentali nei topi Ts65Dn.
I ricercatori, inoltre, hanno dimostrato che il trattamento con l’inibitore selettivo RO4938581 migliora le alterazioni del numero e dell’attività delle cellule nervose nel cervello di topi Ts65Dn adulti, senza dover interrompere il trattamento per la presenza di effetti collaterali come accade per gli inibitori GABA-A non selettivi, il cui uso risulta limitato.
"Questi risultati preclinici suggeriscono che i recettori GABA-A α5 possono essere il bersaglio per il trattamento dei deficit cognitivi in individui con sindrome di Down che risulta, almeno in parte, nella inibizione sproporzionata dei circuiti neurali", ha concluso Maria-Clemencia Hernandez, senior scientist dell’azienda farmaceutica e autore principale della pubblicazione.
Alessandra Gilardini, PhD
Referenza
Carmen Martínez-Cué, et al. Reducing GABA-A α5 Receptor-Mediated Inhibition Rescues Functional and Neuromorphological Deficits in a Mouse Model of Down Syndrome J. Neurosci., February 27, 2013 33(9):3953–3966. http://www.jneurosci.org/content/33/9/3953.full.pdf+html
Fonte: http://brainfactor.it/index.php?option=com_content&view=article&id=791:down-nuovo-composto-aiuta-funzioni-cognitive&catid=8:neurobiologia&Itemid=3
La sindrome di Down è una delle più comuni anomalie cromosomiche che colpisce uno su 650-1000 nati, circa 30.000 bambini l’anno in tutto il mondo. La sindrome è causata dalla presenza di una trisomia 21 (l’individuo ha in più una parte o tutta una terza copia del cromosoma 21), la cui presenza genera ritardi nella crescita sia fisica che cognitiva che incidono sulla loro indipendenza nelle attività quotidiane, nell'istruzione e nell'occupazione. Attualmente, non esistono trattamenti in grado di affrontare i disturbi cognitivi associati alla sindrome di Down.
In ricerca, la sindrome di Down è stata riprodotta in un modello di topo (Ts65Dn), che presenta un’estesa trisomia a carico del cromosoma 16, omologo del cromosoma 21 umano. I topi Ts65Dn presentano anomalie di sviluppo morfologico e cognitivo del tutto paragonabili a quelle umane, con ben documentati deficit visivi e, a livello comportamentale, di attenzione, memoria e apprendimento. Numerosi studi hanno dimostrato che i deficit cognitivi del topo Ts65Dn sono dovuti ad una eccessiva inibizione dell’ippocampo, regione del cervello con funzioni importanti per la memoria e l’apprendimento.
Nello studio, Martínez-Cué e colleghi hanno testato una nuova molecola (RO4938581) in grado di agire sui recettori dell’acido γ-amminobutirrico (GABA), il principale neurotrasmettitore inibitorio del sistema nervoso centrale nei mammiferi. RO4938581, in particolare, blocca in modo selettivo l’attività dei recettori che contengono la sub-unità GABA-A α5, riportando un equilibrio tra l’inibizione e l’eccitazione delle cellule nervose dell’ippocampo e correggendo i difetti cognitivi e comportamentali nei topi Ts65Dn.
I ricercatori, inoltre, hanno dimostrato che il trattamento con l’inibitore selettivo RO4938581 migliora le alterazioni del numero e dell’attività delle cellule nervose nel cervello di topi Ts65Dn adulti, senza dover interrompere il trattamento per la presenza di effetti collaterali come accade per gli inibitori GABA-A non selettivi, il cui uso risulta limitato.
"Questi risultati preclinici suggeriscono che i recettori GABA-A α5 possono essere il bersaglio per il trattamento dei deficit cognitivi in individui con sindrome di Down che risulta, almeno in parte, nella inibizione sproporzionata dei circuiti neurali", ha concluso Maria-Clemencia Hernandez, senior scientist dell’azienda farmaceutica e autore principale della pubblicazione.
Alessandra Gilardini, PhD
Referenza
Carmen Martínez-Cué, et al. Reducing GABA-A α5 Receptor-Mediated Inhibition Rescues Functional and Neuromorphological Deficits in a Mouse Model of Down Syndrome J. Neurosci., February 27, 2013 33(9):3953–3966. http://www.jneurosci.org/content/33/9/3953.full.pdf+html
Fonte: http://brainfactor.it/index.php?option=com_content&view=article&id=791:down-nuovo-composto-aiuta-funzioni-cognitive&catid=8:neurobiologia&Itemid=3