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vi allego il testo di un capitolo del bellissimo libro di Claudio Magris "L'INFINITO VIAGGIARE", nel quale tutto mi sarei aspettaa di trovare fuorchè questo tipo di "rilevazioni dal reale". il libro infatti raccolgie appunti di viaggi fatti dall'autore nel corso degli anno (da vent'anni e più in qua).
questo che ho scelto è quello che ho apprezzato di più. mi piacerebbe saper cosa ne pensate.
ciao.
" UN PADRE, UN FIGLIO "
DA “L’infinito viaggiare” di Claudio Magris
Nella sala del monastero di Pedralbes, a Barcellona – uno dei grandi monumenti del gotico catalano – che ospita una sezione della collezione Thyssen-Bornemisza, si nota, fra i poco numerosi visitatori, una coppia di padre e figlio.
Il primo è un lindo signore di circa settantacinque anni, piccolo di statura e dall’aria tranquilla, e conduce per mano l’altro, evidentemente affetto dalla sindrome di Down.
I due, davanti a me, si fermano di fronte ad ogni quadro e il padre spiega al figlio, sempre tenendolo per mano, la Vergine dell’umiltà del Beato Angelico, tema prediletto degli ordini mendicanti, l’ombra da cui esce il Ritratto di Antonio Anselmi di Tiziano, il canarino che scappa dalla sua gabbia nel Ritratto di una dama di Pietro Longhi. Il figlio sta a sentire, accenna con la testa, mormora ogni tanto qualcosa; può avere quaranta o cinquant’anni, ma ha soprattutto l’età indefinibile di un bambino avvizzito. Il padre gli parla, lo ascolta, gli risponde; probabilmente è da una vita che fa questo e non sembra né stanco né angosciato, ma compiaciuto di insegnare al figlio ad amare i Maestri.
Giunto davanti al Ritratto di Marianna d’Austria,regina di Spagna, si china per leggere il nome dell’autore, poi si rizza di scatto e, rivolgendosi al figlio, gli dice, in un tono di voce un po’ alto: “Velasquez!” e si toglie il cappello, alzandolo il più possibile. La croce che, con la minorazione del figlio, gli è stata gettata addosso da un’ingiustizia imperdonabile non ha curvato le sue spalle, non ha piegato né incattivito, non gli ha tolto la gioia di riconoscere la grandezza, renderle omaggio e farne partecipe la persona per la quale verosimilmente vive, suo figlio. Spesso il dolore stronca, inacidisce, spinge comprensibilmente a negare ciò che altri, ai quali la sorte è stata prodiga di doni, sono riusciti a creare ottenendo gloria nel mondo; soprattutto una pena che costringe all’ombra, come quella minorazione, rende difficile rallegrarsi e godere dello splendore raggiunto da un altro. Quel gesto rispettoso e festoso di togliersi il cappello è un gesto regale e lo è ancor più l’evidente piacere col quale il vecchio comunica il suo entusiasmo al figlio. Quell’amore paterno e filiale fa sì che quelle due persone si bastino, come si basta l’amore. E’ davanti a quell’uomo, che senza saperlo è divenuto per me un piccolo maestro, che c’è da togliersi il cappello."
E' un'immagine bellissima. Credo che presto ognuno di noi ti risponderà ritrovandosi in questo racconto. Non si curveranno mai le nostre spalle, avremo sempre qualche gioia da condividere con i nostri figli e qualche cosa da insegnare loro. E ci "toglieremo sempre il cappello" difronte a qualcosa di meraviglioso!! Perchè siamo noi i tramite fra Dio e nostri figli, e le meraviglie vanno condivise. E loro ci seguiranno e forse, perchè no, magari saranno Loro a tener per mano noi... :?: :wink:
Grazie della pubblicazione. Leggerò il libro se me lo consigli...
E'questo che chiedo alal vita e di cui vorrei sempre avere forza: rendermi conto che al mondo nonostante tutto c'è tanto di bello da vedere, tanto bello da incinarsi e togliersi il cappello, tanto bello da comunicarlo ai nostri figli...
Non voglio che l'ombra della sindrome oscuri tanti bei orrizzonti ancora da scoprire insieme!
Elsy
maxniola
17-05-2006, 15:02
MMMM ..... è difficile descrivere le sensazioni provate nel leggere questo brano.
In primis mi viene da dire che sono state sensazioni non belle e tra queste la più pesante è la raffigurazione del padre anziano (lindo signore) di circa settantacinque anni,..... e conduce per mano l’altro, evidentemente affetto dalla sindrome di Down). .....adulto ma segnato da una età indefinibile di un bambino avvizzito.
Questo è già un punto che mette l'amaro in bocca .....perchè appartiene al classico stereotipo di tanti genitori ANZIANI che girano per le nostre città con il peso del figlio che li accompagna nelle loro attività quotidiane.......
La mia speranza è che i nostri splendidi figli possano fare come tanti altri, che accompagnano loro i genitori anziani per musei, per illustrare e far meravigliare il loro cuore di fronte al Bello che altriGrandi hanno saputo creare!!!.
Altro sarebbe da dire sul dolore che una croce (lo scrittore lo indica senza C maiuscola) ha messo sulle spalle del genitore da una ingiustizia imperdonabile...... Qui entrano in gioco discorsi sulla fede e su cosa per un cristiano voglia dire e rappresenti una Croce; per quanto mi riguarda non ho mai dato colpa al buon Gesù di avermi dato un'ingiustizia imperdonabile, ma il sostegno e la forza per donarmi all'educazione di mia figlia.
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MMMM ..... è difficile descrivere le sensazioni provate nel leggere questo brano.
Altro sarebbe da dire sul dolore che una croce (lo scrittore lo indica senza C maiuscola) ha messo sulle spalle del genitore da una ingiustizia imperdonabile...... Qui entrano in gioco discorsi sulla fede e su cosa per un cristiano voglia dire e rappresenti una Croce; per quanto mi riguarda non ho mai dato colpa al buon Gesù di avermi dato un'ingiustizia imperdonabile, ma il sostegno e la forza per donarmi all'educazione di mia figlia.
Sono contenta che qualcuno non riconducibile ai «soliti noti» :twisted: abbia mosso qualche critica alla lettura di questo brano.
Anche a me non ha entusiasmato particolarmente... è poetico e ben scritto, ma mi ha lasciato un chè di amaro in bocca... e dirò di più, mi fa pure un po' girare le balle proprio come quando qualcuno mi dice "certo che voi siete davvero bravi, io non so come avrei reagito se..." cioè della serie per fortuna è capitato a voi! :evil:
E' questa l'immagine che diamo di noi stessi al mondo fuori? Quella dei portatori di una croce? Quella di persone per lo più invidiose delle fortune degli altri, inacidite e stroncate dal dolore? Quella di persone che nonostante la croce amano il proprio figlio? Io non voglio che mi si levi «tanto di cappello perchè amo mia figlia e perchè mi entusiasmo con lei»: secondo il mondo fuori cosa avremmo dovuto fare, altrimenti? :evil:
L'alternativa qual era il colpo in testa? :oops:
:
E' questa l'immagine che diamo di noi stessi al mondo fuori? Quella dei portatori di una croce? Quella di persone per lo più invidiose delle fortune degli altri, inacidite e stroncate dal dolore? Quella di persone che nonostante la croce amano il proprio figlio? Io non voglio che mi si levi «tanto di cappello perchè amo mia figlia e perchè mi entusiasmo con lei»: secondo il mondo fuori cosa avremmo dovuto fare, altrimenti? :evil:
L'alternativa qual era il colpo in testa? :oops:
No! Milena, ti prego! Mi hai detto in chat che sei cresciuta da quando hai scritto il tuo libro, ma evidentemente non hai cambiato modo di vedere le cose...
Io penso, invece :lol: che questa immagine dobbiamo vederla come la vede lo scrittore. Semplicemente ciò che ha visto lui. La realtà di una immagine come tante, di un tempo che "era". Certo che i nostri figli saranno diversi, perché NOI SIAMO DIVERSI. Perchè noi siamo qui a chiederci quale immagine vogliamo dare. E tutti votiamo a favore di una immagine contraria e cioè che siano loro a portare per mano noi a vedere le meraviglie. E questo accadrà, senza retorica. Perché noi CREDIAMO nei nostri figli. In ciò che possono fare. Non possiamo cambiare il corso della storia, ma possiamo scriverne una migliore. Noi siamo il passaggio dallo STEROTIPO DOWN all'INDIVIDUO DOWN. Non pensi? :D :) :wink:
Io penso, invece :lol: che questa immagine dobbiamo vederla come la vede lo scrittore. Semplicemente ciò che ha visto lui. La realtà di una immagine come tante, di un tempo che "era". Certo che i nostri figli saranno diversi, perché NOI SIAMO DIVERSI. Perchè noi siamo qui a chiederci quale immagine vogliamo dare. E tutti votiamo a favore di una immagine contraria e cioè che siano loro a portare per mano noi a vedere le meraviglie. E questo accadrà, senza retorica. Perché noi CREDIAMO nei nostri figli. In ciò che possono fare. Non possiamo cambiare il corso della storia, ma possiamo scriverne una migliore. Noi siamo il passaggio dallo STEROTIPO DOWN all'INDIVIDUO DOWN. Non pensi? :D :) :wink:
Criss permettimi di dissentire in toto :oops: perchè di fatto lo scrittore ci vede come dei poveri disgraziati sulle cui spalle è stata gettata una croce, da un'ingiustizia imperdonabile che non si stancano di "insegnare" ai figli, lo scrittore sembra giudicare un'eccezione l'immagine di quel padre con quel figlio, un padre paziente che evidentemente è l'eccezione per lui viste le riflessioni che seguono. E' così sorprendente che quell'uomo non sia incattivito e che riesca a riconoscere il merito dei grandi? Non penso! Sono quelle le riflessioni che stonano... e poi notare che la croce è del padre e non del figlio, ovvero la croce non è la sdd per il figlio, ma lo è il figlio in quanto "peso" per il padre...
Io con tutto il mio lamentarmi non ho mai visto mio figlio come una croce, come un qualcosa da sopportare! mai! perchè comunque lui con la sua presenza è riuscito a darci molto, lui con il suo lottare per cercare di fare cose che per gli altri sono scontate, ogni suo sorriso, ogni suo voler qualcosa è la sua rivendicazione continua del diritto alla vita, per quello non penso sia una croce.
Noi qui ce ne diciamo tante, però mi pare che tutti abbiamo sempre detto che il nostro soffrire va di pari passo con il disagio dei nostri figli, perchè loro sono i primi a farne le spese. Da questa immagine invece, secondo la percezione dello scrittore, il padre "subisce" la presenza del figlio, sembra quasi lui la vittima della sdd non il figlio :( ed è questo che non mi è piaciuto del racconto. Sicuramente l'intento dello scrittore è quello di esaltare la figura di quell'uomo che vive per il figlio... però la domanda è proprio quella che pone Milena: che scelta abbiamo se vogliamo bene ai nostri figli? Se non quella di stare loro accanto e cercare di spiegargli le cose nel modo che pensiamo essere per loro comprensibile?
E poi sul NOI SIAMO DIVERSI proprio no! noi saremo diversi, ma solo xchè abbiamo ricevuto un'educazione diversa, da coloro che rinchiudevano i figli Down in istituto da subito, ma non possiamo arrogarci il diritto di dire che siamo migliori di chi ha vissuto 30 anni fa con tutti i limiti che c'erano allora!
Io non penso di essere diversa (che può sottointendere migliore) di chi ha figli adulti che non hanno raggiunto l'autonomia e che li ha amati standogli vicino, anzi penso che magari se mi mettessi ad ascoltare questi genitori avrei molto da imparare! Non ci dimentichiamo che molti dei problemi che queste persone hanno, si sono amplificati perchè all'epoca non si conoscevano le soluzioni e sono stati trascurati per quello. Ma davvero pensate che se un genitore di trent'anni fa avesse le conoscenze che abbiamo noi oggi non le metterebbe in pratica? E se noi le abbiamo e proprio grazie a loro! No, mi dispiace, ma noi non siamo diversi, e i nostri figli sono solo più fortunati ad essere nati dopo, e non perchè hanno genitori diversi e neanche perchè crescono in una società diversa!
E poi anche ad essere nati oggi... in trent'anni non dimentichiamoci che la specie umana si è anche evoluta e i nostri figli con loro. Quante volte avete sentito dire che i bambini di oggi nascono più svegli di quelli di una volta? beh è la verità! E la stessa cosa è per le persone Down... e poi ci sono anche tutti gli integratori che si prendono ora in gravidanza che una volta non si sapeva neanche cosa fossero... secondo me sono tutte cose che influiscono sui danni che va a fare quel cromosoma in più!
Non scopro l'acqua calda se dico che c'è una grande varietà nella sdd... quindi non si può far di tutta l'erba un fascio e neanche possiamo dire mio figlio lo farà perchè noi ci crediamo. Sicuramente se noi non ci crediamo, difficilmente arriverà a determinati traguardi, però se non ci arriva che vuol dire che è solo perchè non ci abbiamo creduto abbastanza? :roll:
Noi siamo qui per cercare di cambiare il sentire comune del passaggio dal down come peso per la società ad una visione che porti al vedere le persone Down come persone appunto, in grado anche di "dare" alla società... ma lasciatevi dire che siamo ancora molto, ma molto lontano.
Io, come altri, spesso, proprio per questo nostro progetto ambizioso ;) , ci andiamo anche a mettere in discussione su altri forum, cercando di far capire che i nostri figli sono persone con una loro individualità ed una loro consapevolezza, beh nel mondo esterno la reazione più frequente è l'indifferenza, e non certo una società che è pronta per questo cambiamento... anzi la nostra è una società che continua ad affermare "grazie all'amniocentesi il problema della sindrome di Down è stato quasi risolto"! :evil:
Ci sono sicuramente anche persone attente alle problematiche dei nostri figli, ma rimangono pur sembre la minoranza ed è il caso di esserne consapevoli... e se vogliamo dirla tutta... per quelli che ci considerano, spesso siamo gli sfigati di turno (e su questo non posso dargli torto :- ), a cui una parola buona tocca pur dirla :? e sinceramente in manifestazioni di vario tipo in cui ce le cantiamo e ce le suoniamo sempre fra noi, ho sempre avuto il sentore che questo nuovo modo di vedere i nostri figli da parte del mondo esterno non ci sia affatto.
aledario
18-05-2006, 09:10
Dico anche io la mia... su questa piccola discussione innescata ingenuamente dall'inconsapevole Cheru ... ;-) Eh eh... ma se rimarrai con noi su questo forum... ti ci dovrai abituare a queste persone un po' "esagerate" nella loro sensibilità personale in rapporto al proprio "sentire" nei confronti dei propri ed altrui figli ... :-)
Penso che il punto principale, nel senso di "più indicativo" dell'atteggiamento dello scrittore autore di questo brano ... lo abbia individuato Paola... quando dice che :
...e poi notare che la croce è del padre e non del figlio, ovvero la croce non è la sdd per il figlio, ma lo è il figlio in quanto "peso" per il padre... . In queste poche parole secondo me sta il significato vero di quella "rivoluzione" cui tutti noi in modo più o meno esplicito, più o meno evidente ... aspiriamo, e per la quale ci arrabattiamo al meglio delle nostre capacità e possibilità ...: la possibilità... il diritto per i nostri figli ed il dovere per "gli altri" ... di guardare alle persone down (ed a tutte le persone disabili in generale ;-) )non come "pesi", croci che altri (i genitori, o la società) devono portare ... non "in funzione di" ... ma in quanto individui con una loro intima essenza ... ed una ricchezza interiore forse "semplice" nella forma... ma importante e significativa nella sostanza.
A questo ovviamente bisognerebbe tendere... questo bisognerebbe sperare per il futuro dei nostri figli ... : è chiaro che una tale sensibilità non nasce dal nulla ... è frutto di un cammino intreriore e dettato dalle circostanze... dagli incontri che ognuno fa ... e da come li "sfrutta" ... e perciò non è da disprezzare chi, come questo scrittore ... è probabilmente ancora allinizio di un cammino di presa di coscienza ... e comincia ad accorgersi della presenza e dell'importanza delle persone disabili ... anche se solamente attraverso la "dignità" di chi li "accompagna" nella vita...
L'importante ... è andare oltre... ma quello è indubbiamente ed essenzialmente una responsabilità nostra... che al di là delle capacità e delle autonomie che raggiungeranno i nostri figli ... dovremmo sempre dare di loro, ed aiutare loro a dare di se stessi ...;-) un'immagine di inequivocabile ed umana originalità personale ... che sia in grado di "sfondare" con la potenza di una rivelazione che solo un incontro tra persone "vere" può creare ... quel muro di "non conoscenza" che impedisce ancora ad una gran parte del mondo e delle persone che lo abitano... di sperimentare quanta incredibile ricchezza, o povertà ... quanta "umanità" insomma... si racchiude spesso in queste persone che non chiedono altro se non la possibilità di giocarla nel mondo quotidianamente... persone fra le persone... abitanti di questo pianeta... e non più extraterrestri relegati ad una realtà "aliena" ... ad un "pianeta down" lontano anni luce dal vissuto della maggior parte di questo mondo spesso distratto superficiale ...
Dico anche io la mia... su questa piccola discussione innescata ingenuamente dall'inconsapevole Cheru ... ;-) Eh eh... ma se rimarrai con noi su questo forum... ti ci dovrai abituare a queste persone un po' "esagerate" nella loro sensibilità personale in rapporto al proprio "sentire" nei confronti dei propri ed altrui figli ... :-)
Speriamo che Cheru non ce ne voglia... anzi! Ci ha dato lo spunto per «esagerareeeeeeeeeee» un'altra volta! ;)
No! Milena, ti prego! Mi hai detto in chat che sei cresciuta da quando hai scritto il tuo libro, ma evidentemente non hai cambiato modo di vedere le cose...
Nel breve scambio di battutte fatte in chat l'altro giorno, Criss, dubito di averti detto di essere «cresciuta» da allora: è un fatto inconfutabile, sono passati 8 anni! :wink: ... quello che ho detto è che sono molto cambiata da allora, non so se in meglio o in peggio, ma tant'è. :D
Io penso, invece :lol: che questa immagine dobbiamo vederla come la vede lo scrittore. Semplicemente ciò che ha visto lui. La realtà di una immagine come tante, di un tempo che "era". Certo che i nostri figli saranno diversi, perché NOI SIAMO DIVERSI. Perchè noi siamo qui a chiederci quale immagine vogliamo dare. E tutti votiamo a favore di una immagine contraria e cioè che siano loro a portare per mano noi a vedere le meraviglie. E questo accadrà, senza retorica. Perché noi CREDIAMO nei nostri figli. In ciò che possono fare. Non possiamo cambiare il corso della storia, ma possiamo scriverne una migliore. Noi siamo il passaggio dallo STEROTIPO DOWN all'INDIVIDUO DOWN. Non pensi? :D :) :wink:
Io penso che ognuno di noi, in base alla propria sensibilità, possa riconoscersi o meno in determinate parole e, se non ci si riconosce, non è perchè vuole dare un'immagine distorta di se stesso o del proprio figlio. :oops: La retorica è quella usata dallo scrittore a mio avviso... mi piacerebbe proprio sapere se dopo aver visto quell'immagine così tanto ben descritta, ha cambiato idea riguardo alle persone handicappate e se continua a considerarle una croce per un genitore, oppure no. :evil: :twisted:
E poi scusami, Criss, davvero senza intenti polemici ma solo per capire, ma che vuol dire che i nostri figli saranno diversi, perchè NOI SIAMO DIVERSI? E' chiaro che la speranza di tutti noi non è quella di accompagnare per mano il figlio, bensì il contrario! E che ci impegnamo perchè questo possa avvenire... così come forse si è impegnato chi c'è passato prima... perchè i genitori prima di noi non aspiravano a tanto, non avevano sogni? Alla fine per tanti ... sogno rimane o rimarrà, non dimentichiamocelo. :oops: :cry:
Appunti di viaggio ... i miei.
E' da 5 anni (dalla nascita di Pietro) che ho intrapreso un viaggio bellissimo. Sabato sera sono stata in un paese meravigliso a soli 5 min. da casa. In men che non si dica mi sono ritrovata attorniata da ragazzi gioiosi. Mi è venuta un pò di nostalgia ripensando quando a quell'età mi divertivo COME loro, a parlare di cotte, di prof., di progetti, mi divertivo a scherzare finchè la risata diventava contagiosa ... di quelle che alla fine ti lasciano con tutti i muscoli del torace indolenziti ... ho guardato anche con tenerezza ai baci sfuggenti rubati qua e là (e mi sono ritornati in mente quelli che anch'io avevo scambiato con qualche fidanzatino).
Io ed i miei compagni di viaggio (tutti over 30), per buona parte della serata abbiamo continuato i nostri discorsi "impegnati", altra cosa dai discorsi dei ragazzi gioiosi ... ma uno di loro ha avuto il coraggio di rompere il ghiaccio, e la serata si è animata, scaldata ancor di più.
Poco più lontano un gruppo di persone che chiaccheravano e mangiavano serenamente, e lanciavano occhiate orgogliose ai loro ragazzi gioiosi e si godevano la bella serata primaverile.
Ma che viaggio è? Forse vi state chiedendo ... Un viaggio incredibilmente istruttivo, un viaggio in cui ogni giorno si infrangono stereotipi e preconcetti. Un viaggio in cui non si incontrano più anziani che accompagnano figli down per mano, ma ragazzi gioiosi che si godono la spensieratezza della loro adolescenza, e che vivono con serenità i loro sentimenti di Amore ed Amicizia. Il mio viaggio è solo all'inizio, ma spero di trovare altri luoghi come quello che ho "visitato" sabato sera.
Anche a me ha lasciato l'amaro in bocca :?
Ma siamo davvero convinti, che il mondo intorno sia cambiato??? Non parlo della sindrome che in questi anni si è modificata, trasformando quello che era un tempo un adulto avizzito portato per mano dai genitori, in quello che oggi fortunamente riusciamo a scorgere!Ma, l'opinione dei piu', ovvero quelli non toccati da vicino dalla disabilita', hanno davvero un'immagine cosi' diversa da quella di vent'anni fa????? :?
Io ho molti dubbi a tal proposito...
Se si continua a parlare di "croce", siamo lontani anni luce.....:(
aledario
18-05-2006, 13:11
Il mio viaggio è solo all'inizio, ma spero di trovare altri luoghi come quello che ho "visitato" sabato sera.Se volete fare una visita ..."virtuale" al luogo cui fa riferimento Valentina ;-) ... l'occasione era una cena di raccolta fondi per mandare in vacanza per la prima volta da soli un gruppo di disabili gravi che necessitanodi assistenza medica continua e di rapporto 1 a 1 con degli educatori...
La cena si è svolta in un luogo ... dove le persone "speciali" certo non mancavano! ;-)
http://www.sindromedown.it/alv
Io non so dove vivete voi... ma di ragazzi Down, anche giovani, che girano mano nella mano con i genitori a me capita di vederne... :evil: e se sono immagini che, oltre a farmi male ed abbassare lo sguardo, non riesco a non proiettare sul futuro di mia figlia, mi spiace ma è così! :cry:
Ma dove lo vedete tutto questo cambiamento? :twisted:
francesca
18-05-2006, 14:29
Il mio viaggio è solo all'inizio, ma spero di trovare altri luoghi come quello che ho "visitato" sabato sera.Se volete fare una visita ..."virtuale" al luogo cui fa riferimento Valentina ;-) ... l'occasione era una cena di raccolta fondi per mandare in vacanza per la prima volta da soli un gruppo di disabili gravi che necessitanodi assistenza medica continua e di rapporto 1 a 1 con degli educatori...
La cena si è svolta in un luogo ... dove le persone "speciali" certo non mancavano! ;-)
http://www.sindromedown.it/alv
C'è anche il mitico Stefano! :D :D
E... sbaglio, oppure ho visto un "anello di fidanzamento"? :twisted: :wink:
Bravissimo Sandro, sei stato bravissimo! :)
francesca
18-05-2006, 14:33
Io non so dove vivete voi... ma di ragazzi Down, anche giovani, che girano mano nella mano con i genitori a me capita di vederne... :evil: e se sono immagini che, oltre a farmi male ed abbassare lo sguardo, non riesco a non proiettare sul futuro di mia figlia, mi spiace ma è così! :cry:
Ma dove lo vedete tutto questo cambiamento? :twisted:
Posso dire una delle mie solite banalità? :roll:
Ma.... anche se fosse? Anche se un domani fossi "costretta" a portare mia figlia con me a spasso, a vedere le mostre d'arte :shock: , al cinema, a teatro, o al parco, che male ci sarebbe? Certo, faremo di tutto perchè si levi dalle scatole :wink: , perchè sia il più autonoma possibile, ma anche se dovesse rimanere accanto a noi genitori, seppur anziani :twisted: , a me questa prospettiva non terrorizza, nè mi rende triste, anzi, almeno ci sarà sicuramente qualcuno che si prenderà cura di noi :lol: :wink:
Chiedo scusa per la banalità, appunto :)
Ma.... anche se fosse? Anche se un domani fossi "costretta" a portare mia figlia con me a spasso, a vedere le mostre d'arte :shock: , al cinema, a teatro, o al parco, che male ci sarebbe? Certo, faremo di tutto perchè si levi dalle scatole :wink: , perchè sia il più autonoma possibile, ma anche se dovesse rimanere accanto a noi genitori, seppur anziani :twisted: , a me questa prospettiva non terrorizza, nè mi rende triste, anzi, almeno ci sarà sicuramente qualcuno che si prenderà cura di noi :lol: :wink:
Per quel che mi riguarda Francesca, le mie priorità e speranze riguardo il futuro di mia figlia sono queste:
- che sia sempre in ottima salute
- che sia serena nell'essere consapevole del suo stato.
Tutto il resto, sono chiacchiere e banalità... fra noi esauriti! ;)
Ma.... anche se fosse? Anche se un domani fossi "costretta" a portare mia figlia con me a spasso, a vedere le mostre d'arte , al cinema, a teatro, o al parco, che male ci sarebbe? Certo, faremo di tutto perchè si levi dalle scatole , perchè sia il più autonoma possibile, ma anche se dovesse rimanere accanto a noi genitori, seppur anziani , a me questa prospettiva non terrorizza, nè mi rende triste, anzi, almeno ci sarà sicuramente qualcuno che si prenderà cura di noi
Chiedo scusa per la banalità, appunto
Una mia conoscenza, ha una sorella down di circa trent'anni, e mi raccontava che da quando la mamma, ormai vedova da molti anni, non sta bene sue sorella non lascia sola la mamma un minuto sacrificando così la sua indipendenza. !
Ci vedi giusto Francesca ||| :D
magic lamp
18-05-2006, 15:43
A me il brano non ha suscitato reazioni negative, né tristezza. Sarà per la stima che ho verso lo scrittore, che nei suoi testi, di non facile lettura, ha sempre fatto trasparire una profonda conoscenza dell’animo umano e un grande rispetto per l’uomo, nonostante le vicende storiche e le fragilità che gli sono proprie. L’episodio, secondo me, rivela l’umiltà del vero uomo di cultura che si lascia dare lezioni di vita dai semplici e sa dare valore alle cose che per molti non contano, ma che sono l’essenza dell’esistere. Credo che l’umanità di Magris derivi in parte anche dall’aver vissuto accanto a una donna meravigliosa, vitale, Marisa Madieri, che ho avuto la fortuna di conoscere personalmente, mentre si impegnava senza risparmio nel volontariato a favore della vita, e nel frattempo lottava contro una malattia che non le ha dato scampo. Forse la ricerca del senso dell’”ingiustizia imperdonabile” che distribuisce le croci alla cieca è una domanda alla quale lo scrittore non ha ancora dato risposta. Ed’ è vero che spesso il dolore annienta. Ma noi sappiamo che può anche non essere così, che un’esperienza sia pur difficile è anche fonte di serenità.
Condivido in pieno le aspirazioni di Milena e posso anche dirvi che andare a vedere musei e siti archeologici con mia figlia è un vero piacere. L’attenzione, il gusto del bello e il rispetto con cui Maria Chiara si avvicina a queste cose è davvero notevole, di certo insolito, rispetto all’occhiata superficiale e annoiata di molti suoi coetanei.
francesca
18-05-2006, 15:57
Ma.... anche se fosse? Anche se un domani fossi "costretta" a portare mia figlia con me a spasso, a vedere le mostre d'arte :shock: , al cinema, a teatro, o al parco, che male ci sarebbe? Certo, faremo di tutto perchè si levi dalle scatole :wink: , perchè sia il più autonoma possibile, ma anche se dovesse rimanere accanto a noi genitori, seppur anziani :twisted: , a me questa prospettiva non terrorizza, nè mi rende triste, anzi, almeno ci sarà sicuramente qualcuno che si prenderà cura di noi :lol: :wink:
Per quel che mi riguarda Francesca, le mie priorità e speranze riguardo il futuro di mia figlia sono queste:
- che sia sempre in ottima salute
- che sia serena nell'essere consapevole del suo stato.
Tutto il resto, sono chiacchiere e banalità... fra noi esauriti! ;)
:D :D :D :D :D
Io non so dove vivete voi... ma di ragazzi Down, anche giovani, che girano mano nella mano con i genitori a me capita di vederne... :evil: e se sono immagini che, oltre a farmi male ed abbassare lo sguardo, non riesco a non proiettare sul futuro di mia figlia, mi spiace ma è così! :cry:
Ma dove lo vedete tutto questo cambiamento? :twisted:
cara Paola, Milena e Lory (solo perchè sono le persone che ho più chiare nella mente) è naturale che ci siano delle riserve in tutto ciò che io scrivo. Il mondo non cambia in una manciata di anni... Ma lo scorrerre dell'acqua limpida, giorno dopo giorno, inesorabilmente leviga anche la roccia più dura. Vi prego di comprendere il mio senso della vita. Forse sono troppo utopista, oppure banale, o cocciuta, ma io, non conoscendo lo scrittore di persona, prima di giudicarlo in senso negativo, leggo le sue parole in senso positivo. (Il famoso bicchiere mezzo pieno) Dovrei leggere qualcosa di più di lui per essere certa di quel che, tra le righe, mi è apparso. Comunque io non ci ho trovato nulla di sbagliato, anche nella croce. Da qualche parte ho letto che non bisogna preoocuparsi della croce che Dio ci ha dato perchè Lui, prima, l'ha pesata. In ogni famiglia c'è anche solo simbolicamente una Croce o un fardello da portare. "Per fortuna" :doh: noi abbiamo la sindrone di down.
Per favore, leggetemi sorridendo, a volte gli "emotions" non bastano per rendere giustizia :wink: io non credo di essere estrema e, per l'esperienza che ho vissuto con le malattie di Edoardo e altri vari percorsi io insisto nel ritenermi forunata e sì la Croce credo di averla poggiata sulle spalle ma non ne sento il peso questo è sicuro, come voi. Può darsi che fra qualche anno le difficoltà che troverà Edo nel suo cammino mi facciano abbassare lo sguardo. Può darsi ma per ora questo è il mio modo di leggere tra righe. E ciò che ho percepito di più dell'immagine e quel padre che toglie il cappello e porta in mano il figlio. Non la croce.Forse non so leggere. E poi mai abbasso lo sguardo ad una immagine di un genitore che tiene per mano il figlio (pur grande) io vedo un figlio che non si è staccato perchè (probabilmente)è il genitore che non l'ha spinto. Io non voglio fare così. Edo camminerà da solo. Accanto a me se vorrà. Ma da solo. Io ci credo.
sono felicissima di aver contribuito ad alimentare un dibattito:l'aspettativa non era certo quella di un'appiattita omogeneità: anzi, a dire il vero fino in fondo, ero molto curiosa di sapere quali reazioni avrebbe suscitato la lettura del brano in chi poteva, più direttamente e semplicemente di me, identificarsi (o no) nella situazione.
ciò che a me ha più colpito è il fatto che questo scritto sia stato steso da un uomo, un intellettuale dal quale mi aspettavo considerazioni sulla vita e su suo senso, e che invece si lascia... colpire da una situazione assolutamente quotidiana e, mi sembra, serena.
il dato della serenità è ciò che più ha colpito anche me... in fondo.
e poi, cosa c'è di più bello di un padre e un figlio che si tengono per mano, che "si bastano": vorrei averla ancora anch'io una mamma che mi tenga per mano quando sono stanca; così come mi sarebbe piaciuto poterla tenere per mano quando fosse invecchiata.
ciao.
Comunque io non ci ho trovato nulla di sbagliato, anche nella croce. Da qualche parte ho letto che non bisogna preoocuparsi della croce che Dio ci ha dato perchè Lui, prima, l'ha pesata. In ogni famiglia c'è anche solo simbolicamente una Croce o un fardello da portare. "Per fortuna" :doh: noi abbiamo la sindrone di down.
Per favore, leggetemi sorridendo, a volte gli "emotions" non bastano per rendere giustizia :wink: io non credo di essere estrema e, per l'esperienza che ho vissuto con le malattie di Edoardo e altri vari percorsi io insisto nel ritenermi forunata e sì la Croce credo di averla poggiata sulle spalle ma non ne sento il peso questo è sicuro, come voi. Può darsi che fra qualche anno le difficoltà che troverà Edo nel suo cammino mi facciano abbassare lo sguardo. Può darsi ma per ora questo è il mio modo di leggere tra righe. E ciò che ho percepito di più dell'immagine e quel padre che toglie il cappello e porta in mano il figlio. Non la croce.Forse non so leggere. E poi mai abbasso lo sguardo ad una immagine di un genitore che tiene per mano il figlio (pur grande) io vedo un figlio che non si è staccato perchè (probabilmente)è il genitore che non l'ha spinto. Io non voglio fare così. Edo camminerà da solo. Accanto a me se vorrà. Ma da solo. Io ci credo.
Criss mi dispiace ma io continuo a non capire... :roll: ma per te la sdd è una Croce o un Dono?
Le cose vanno di pari passo (ovvero è un Dono in quanto Croce) in una visione cristiana abbastanza medievale in cui era inclusa anche l'autoflagellazione (su cui alcuni di noi sono bravissimi :twisted: )
Un figlio non può essere una croce, proprio in quanto Dono e Dono in quanto figlio. Io non è che non ne sento il peso della mia Croce è che proprio non ritengo di averla... ed è profondamente diverso! Se siamo noi i primi a definire una Croce i nostri figli, come vogliamo sperare che il mondo li veda diversamente? :shock: è questo il punto. Se noi li definiamo così, come ci possiamo sorprendere se persone con un altro credo, leggendoci, magari di fronte ad un amnio positiva, corrano ad abortire? Io dopo aver letto una cosa del genere scritta da una madre, non conoscendo la sdd nella sua realtà, sarebbe quella la decisione che prenderei e non ci penserei neanche troppo sopra!
Posso accettare che lo scrittore, proprio in quanto esterno, in quanto probabilmente non conosce la realtà della sdd, me la chiami Croce, ma non un genitore!
E poi continui a sottolineare che molto dipende sempre dai genitori... e allora io continuo a ribadire: mi dispiace ma è vero fino ad un certo punto! Noi possiamo amarli e cercare di insegnar loro quanto più possiamo, possiamo cercare di lasciargli la mano, ma rendiamoci anche conto che non sempre è possibile, e non ci lasciamo andare in facili giudizi con dei probabilmente scritti fra parentesi! Secondo me nella condizione dei nostri figli oltre alle variabili legate all'ambiente e al modo in cui crescono (di cui i genitori sono una parte importante ma non rappresentano la totalità di queste due variabili) ce n'è un'altra di fondamentale importanza: la fortuna, ovvero quanto questi ragazzi sono compromessi dalla sdd e dai suoi eventuali accessori. In ogni caso è pacifico che ognuno di noi vede quello che vuole vedere...
Per quanto riguarda l'immagine del padre e del figlio che si bastano (escludendo le considerazioni su croce sì croce no ;) ) è sicuramente un insegnamento di vita per tutti, sono d'accordo, così come anch'io aspiro per Davide alla sua salute e alla sua serenità nella consapevolezza della sua diversità così come sono d'accordo con Francesca quando dice facciamo di tutto x farli andare fuori di casa, ma se ci rimangono va bene lo stesso (fermi restando i due punti di Milena però ;) )
Il mondo non cambia in una manciata di anni... Ma lo scorrerre dell'acqua limpida, giorno dopo giorno, inesorabilmente leviga anche la roccia più dura. Vi prego di comprendere il mio senso della vita. Forse sono troppo utopista, oppure banale, o cocciuta, ma io, non conoscendo lo scrittore di persona, prima di giudicarlo in senso negativo, leggo le sue parole in senso positivo. (Il famoso bicchiere mezzo pieno) Dovrei leggere qualcosa di più di lui per essere certa di quel che, tra le righe, mi è apparso.
Per quanto mi riguarda Criss, non ti ritengo affatto una persona banale... mi piace il confronto e siamo qui per questo, no? Non devi pensare però, che chi ha espresso delle perplessità abbia dato un giudizio negativo sullo scrittore-persona solo per quelle poche righe, ci mancherebbe altro!!! :shock: Semplicemente io non mi sono riconosciuta in quell'immagine e non mi è piaciuto ciò che ho letto. Fine.
Comunque io non ci ho trovato nulla di sbagliato, anche nella croce. Da qualche parte ho letto che non bisogna preoocuparsi della croce che Dio ci ha dato perchè Lui, prima, l'ha pesata. In ogni famiglia c'è anche solo simbolicamente una Croce o un fardello da portare. "Per fortuna" :doh: noi abbiamo la sindrone di down.
Per favore, leggetemi sorridendo, a volte gli "emotions" non bastano per rendere giustizia :wink: io non credo di essere estrema e, per l'esperienza che ho vissuto con le malattie di Edoardo e altri vari percorsi io insisto nel ritenermi forunata e sì la Croce credo di averla poggiata sulle spalle ma non ne sento il peso questo è sicuro, come voi.
Nessuno te ne fa una colpa, Criss! Io comprendo il tuo senso della vita e ne ho rispetto perchè mi pare essere il frutto di una profonda fede interiore... però vorrei che anche per te fosse altrettanto facile comprendere, che invece a molti altri il sapere o il vedere che c'è di peggio non dà alcun conforto! La sofferenza comunque la si voglia vedere, non dà alcun conforto, a mio avviso... e chi ce lo trova o addirittura ne è contento è un fanatico integralista (non mi riferisco a te, Criss!). Non può esserci gioia nella sofferenza... sono due sentimenti opposti! Però so che, per chi crede, è di sicuro conforto il poter portare un pezzo di croce proprio come Cristo... è una consolazione dell'animo.
E poi mai abbasso lo sguardo ad una immagine di un genitore che tiene per mano il figlio (pur grande) io vedo un figlio che non si è staccato perchè (probabilmente)è il genitore che non l'ha spinto. Io non voglio fare così. Edo camminerà da solo. Accanto a me se vorrà. Ma da solo. Io ci credo.
Tanto di cappello a te se, a differenza di me, non abbassi lo sguardo. :lol:
A me viene da abbassare lo sguardo... perchè anche io voglio credere che mia figlia ce la potrà fare da sola, Criss, ma non ne ho la certezza e quindi non riesco a non pensare che potrebbe essere anche altrimenti e, sinceramente, a questa idea non sono ancora abituata. E poi perchè di fronte a qualsiasi sofferenza e al mistero del suo significato io non riesco a gioire, mi viene più facile farmi piccola ed abbassare lo sguardo. :oops: :cry:
Però per ciò che hai scritto dopo, Criss, permettimi di dissentire e di farti notare che o pecchi di ingenuità o di troppa presunzione. Come fai a sostenere che il figlio non si è staccato dal padre perchè non è stato spinto??? Tu conosci tuo figlio e sai, credi che ce la potrà fare se vorrà, non puoi di certo conoscere i figli e le capacità degli altri... e di come siano stati colpiti dalla SdD! Non è solo una questione di volontà e di capacità nel crescere i figli e poi lasciarli volare via...
Piu' volte ho scritto di vivere in un paese che ospita il piu' grande manicomio del sud. Ti posso assicurare Criss, che ogni giorno, ogni santissimo giorno sotto gli occhi mi passano down adulti tenuti per mano, o down avizziti con la lingua penzoloni che scarozzano altri disabili in giro per la citta'! Per quanto il mio cervello si sforzi di pensare che mio figlio MAI sara' cosi', non posso nemmeno escluderlo categoricamente! Cerco di spiegarmi meglio: ci sono delle situazioni in cui Edoardo si rifiuta di fare una cosa: e io lotto, mi dispero, invento, faccio quello e altro....ma nulla!!! :( Ora, i miei propositi ci sono tutti, ma se dall'altra parte non c'è un'adeguata risposta, stando a quello che dici tu.....io ho fallito come genitore???? :?
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