Visualizza la versione completa : CENTRO SOCIO EDUCATIVO nella scuola
Vorrei proporre un piccolo spunto di riflessione ... e penso che in tante/i mi darete il vostro punto di vista.
Ho un'amica che ha il figlio con Sindrome di Down che frequenta la terza elementare. Fino allo scorso anno ha sempre avuto sostegno pieno, e nonostante questo mega supporto ha avuto enormi difficoltà a far si che suo figlio venisse seguito adeguatamente, che venisse integrato nelle attività didattiche, che potesse attuare un progetto differenziato per le sue capacità, ma che comunque rimanesse pertinente con quanto fatto dal resto della classe. Ha dovuto fare intervenire parecchie figure esterne: pedagogista, NPI, associazioni per riuscire a far partire dei progetti sul bambino, con grande perdita di tempo e di salute per la mia amica.
Dallo scorso anno nella scuola di questo bambino hanno inserito un progetto pilota (quasi unico in tutta l'Italia), il C.S.E. nelle scuole. Ovvero la formazione di classi speciali all'interno di scuole pubbliche ed è dallo scorso anno che la scuola fa pressione sui genitori per far si che il bambino venga spostato in questo C.S.E.
Ma come! Si è combattuto tanto per eliminare le classi speciali nella nostra società, ed ora queste ricompaiono con una nuova veste più moderna.
Potete vedere una presentazione del progetto da parte del comune di Monza:
http://www.ambitodimonza.it/upload/monza_pianodizona/gestionedocumentale/Quaderno%20CSE%20Piccoli%20_784_2027.pdf
Ora la mia amica è combattuta: da un lato ha pressioni da parte della scuola che vuole convincerla a mandare il figlio in questa classe speciale, all'interno della scuola sì, ma relegata in una classe a se, insieme ad altri compagni disabili ... i quali per qualche oretta verrebbero integrati con le classi normali. Dall'altra pedagogisti dell'associazione alla quale lei fa riferimento che sconsigliano questa scelta.
Purtroppo si ritrova con le insegnanti del figlio che non dimostrano nessun tipo di apertura, collaborazione, disponibilità, intelligenza e la mia amica è già il terzo anno che si fa un fegato marcio.
Ha anche valutato l'idea di cambiare scuola, ma le si spezza il cuore nel vedere invece come è ben voluto e amato il bambino dai suoi compagni ... veramente ben integrato.
Al di là della situazione della mia amica ... vorrei sapere cosa ne pensate se questo progetto pilota prendesse piede anche nelle scuole dei vostri figli.
aledario
06-11-2009, 13:25
Per chi non conosca la realtà monzese... volevo dire che i CSE Piccoli esistono da tempo immemorabile sul territorio monzese... ma sono normalmente dedicati a bambini e ragazzi con gravissime disabilità psico-fisiche (vedi Simone, che lo ha frequentato per diversi anni!), e per loro rappresentano SICURAMENTE una validissima risorsa di integrazione altrimenti impossibile. Si tratta di un ambiente fisicamente contenuto nella scuola... ma dove vengono svolte attività speciali per i ragazzi che vi sono inseriti.
Ma non sono "classi" vere e proprie... in quanto i bambini sono "assegnati" ad una classe normale, hanno anche perciò oltre agli educatori del Centro il loro insegnante di sostegno... e in alcune ore partecipano alle attività della classe quando la stessa lo consente... mentre altre volte, a gruppeti ovviamente ed a turno... sono i bambini della classe che vanno al CSE...
Concludendo... utile per entrambi... i disabili, e i "normodotatI"... che fanno esperienza di disabilità grave.... e si abituano a conviverci ed a non averne paura...
Altro discorso è la valutazione della "soglia" di gravità che richiede l'inserimento in questi programmi, che vedo inadatto a bambini con sdd, se non in presenza di grossi problemi "aggiuntivi"... ma adatto ad altre disabilità sicuramente più penalizzanti sotto il profilo intellettivo-relazionale.
Da verificare che non vi siano particolari interessi (ehm... scusate ma spesso mi sa che è così...) di mantenimento della struttura e perciò dei posti di lavoro del personale impiegato nei CSE ...anche se da quanto mi ricordo... la domanda ai tempi sicuramente superava l'offerta...
anche all'interno dell'ambito dove io lavoro esiste questo servizio chiamato "scuola potenziata" o CSE piccoli, ed ha le caratteristiche che diceva Sandro sia per utenza che per strutturazione.
A botta calda, conoscendo il tipo di servizio, mi verrebbe da dire che in generale i bimbi con sdd non DOVREBBERO rientrare in questi progetti, a meno che non vi siano (come diceva Sandro) problematiche diverse ed aggiuntive oltre la sindrome o conseguenza di quest'ultima. In genere le persone con sdd vengono "considerate" portatori di handicap medio/gravi, è difficile che vengano connotati come "gravissimi", che sono invece gli utenti per cui qs. servizio è stato studiato. Paradossalmente (anche se può sembrare una classe speciale e può sembrare un salto nel passato) è invece un grande salto verso l'integrazione con la scuola, così come diceva Sandro..
Penso di poter fare un piccolo distinguo tra scuola potenziata e CSE piccoli, proprio perchè mio figlio usufruisce della prima opportunità mentre per la seconda opportunità ovviamente mi rifaccio a ciò che mi racconta la mia amica.
Pietro settimanalmente ha sei ore di scuola potenziata dove un educatore comunale propone dei laboratori che seguono la didattica, ed ai quali partecipano, oltre a mio figlio, a turno tutti i suoi compagni.
Il CSE da quello che ho sentito copre molte più ore durante la giornata. In una situazione in cui le insegnanti sono propense a scaricare il problema, oppure pressate dalla didattica o da altre situazioni difficili in classe ... forse alla fine finirebbero per lavarsene le mani.
Già a volte i nostri figli che hanno il sostegno non sono più seguiti dall'insegnante curricolare ma vengono totalmente "abbandonati" nelle mani del sostegno e se manca il sostegno o il bambino non è coperto per tutte le ore diventa un soprammobile in classe (ovviamente non generalizzo io stessa vivo una situazione splendida).
Se vedo la situazione della mia amica nello specifico mi sembra incredibile che le vengano fatte pressioni per iscrivere il bambino al CSE e penso che se questo progetto fosse molto più diffuso nelle scuole è lì che finirebbero molti dei nostri figli.
Sandro scrive:
i bambini sono "assegnati" ad una classe normale, hanno anche perciò oltre agli educatori del Centro il loro insegnante di sostegno...
Nella situazione della mia amica, dove gli insegnanti della classe sono molto propensi a "scaricare" il problema ... anche se di fatto il bambino è "assegnato" ad una classe normale, credo che nella pratica sarebbe assegnato al CSE vita natural durante ... la mia amica mi racconta che i bimbi del cse vengono accolti all'ingresso dalle educatrici del cse ed accompagnati nella classe del cse ... mentre se fossero assegnati ad una classe normale forse sarebbe più integrante che entrassero da soli e andassero nella loro classe (ovviamente relativamente al grado di disabilità) ... inoltre sempre da quello che mi racconta questi bambini non sono più bambini della 2°, 3° A-B-C ecc. ecc. ma i bambini del CSE.
aledario
06-11-2009, 16:07
Infatti vale... il discorso non va affrontato sulla validità dell' "Istituto" CSEp... che ti assicuro è altissima... ma sull'utenza che vi viene indirizzata.
Ripeto... nei tanti anni di CSEp vissuti quando vi andava Simone... mi pare di aver "incrociato" solamente un bambino down... con qualche problema relazionale importante. Diversamente tutti gli altri che conosco (e sono tanti! ;-)) hanno fatto il percorso scolastico "normale"... come è giusto che sia. Quindi nel caso specifico della tua amica l'unica è chiedere agli insegnanti ma soprattutto ai responsabili del CSE le ragioni di queste pressioni... ed un corretto inquadramento del bimbo nel rispetto delle sue potenzialità future... e non delle sue abilità attuali.
Loredana
06-11-2009, 17:19
Non ho mai sentito parlare del CSE pertanto prendete la mia impressione con le molle......
Così come raccontato da Valemi se una cosa del genere me la proponessero per mio figlio cambierei immediatamente scuola :(
Il pensiero di ritornare alle classi speciali mi fa inorridire....
Sandro ti ringrazio per la precisazione sulla validità del CSEp.
Però volevo chiederti se secondo te non è possibile che nel frattempo questo CSEp stia assumendo una connotazione diversa all'interno delle scuole, e stiano provando ad estendere il progetto anche a disabili medio/gravi?
Te lo chiedo perchè una volta ero a colloquio con la pedagogista dell'equipe sociopedagogica che ci segue e mi diceva: "mi hanno chiesto se Pietro può essere inserito in un progetto di CSE, ma io ho detto di no". Dal momento che quando mi ha detto questa cosa non ho colto subito il senso, non sapendo neanche di che cosa stesse parlando ... e poi a distanza di poco tempo la mia amica mi ha parlato dell'introduzione del CSEp nella scuola di suo figlio, ho avuto come l'impressione che cercassero utenti.
Forse tu ne sai qualcosa di più.
guardate... ahimè il problema si porrà di nuovo, tra qualche anno, se continuano a tagliare ore di sostegno e di assistenza di base.
Ci sono bambini con disabilità medio-lievi che possono stare in classe e - anzi - ci stanno con ottimi risultati e traendone grandissimo beneficio se hanno una persona a mediare tra loro e gli apprendimenti, a semplificare i contenuti del programma, a tenere viva la loro attenzione.
Lasciati soli con se stessi, taluni si isolano nel loro mondo o si assopiscono (e almeno non danno fastidio) ma altri decidono di uscire dalla classe, piuttosto che di cantare, piuttosto che infastidire i compagni...
Lo dico per esperienza diretta... mia figlia fino all'anno scorso ha avuto la copertura totale di ore a vario titolo. Quest'anno ne ha meno della metà delle 40 (8 sole di sostegno), ma per fortuna è molto maturata e riesce a stare in classe (magari mettendosi a fare altro, prima o poi arriverà a scrivere "il mattino ha l'oro in bocca" per tutto il quadernone di italiano ;)) anche se non è supportata, e talvolta anche a seguire la lezione e provare a trarne le sue personalissime interpretazioni.
Sarebbe stato impensabile alla materna gestire una classe, più una Lucrezia, per una sola insegnante.
Ma di "Lucrezie" continuano a nascerne e a crescerne, e non avranno la situazione scolastica idilliaca che ha avuto lei.
COme faranno le maestre di classe? abbandoneranno 25 ragazzini per rincorrere il disabile nel corridoio?
L'integrazione non si fa con l'acqua fresca. Ci vogliono le risorse, i soldini. In assenza di quelli, prima o poi si dovrà trovare una soluzione alternativa... :(
Qualcuno, evidentemente, sta iniziando a valutarla in autonomia :(
aledario
06-11-2009, 18:09
No, non può essere il problema economico a fare da discriminante... perchè nei CSEp il rapporto educativo è comunque inferiore al 3:1 ... addirittura a vole è circa 1,5:1 ... quindi abbandonare la strada dell'integrazione totale nella classe per l'inserimento nei CSE è pura follia sotto il profilo economico, ed è percorribile appunto solamente per le persone che diversamente non avrebbero alternative efficaci. Piuttosto come vi dicevo semmai potrebbe essere vero... il contrario, che in questo momento per tutelare dei progetti magari sopravvalutati e dei posti di lavoro venutisi a creare con essi... stiano cercando il numero di utenti sufficienti a giustificarne l'esistenza! Sarebbe molto più facile ... ve lo assicuro!
Vorrei rispondere a Sandro,conosco personalmente 1 o forse 2 bambini con SdD di monza che frequentano il CSEp e a mio parere non mi sembrano particolarmente gravi o disturbati quando ho l'occasione di vederli alle feste o agli incontri.Certo e' che alcune famiglie si affidano a quello che propone loro l'equipe forse anche sostenuti dal fatto che il progetto prevede una ''copertura'' anche nei mesi di giugno e luglio quando la scuola normale finisce e cosi non devi arrovvellarti per trovare una soluzione anche per quei mesi e se non sbaglio per i bambini che frequentano il CSEp esiste anche il servizio di trasporto.Cosi una famiglia un po pensa di affidarsi a chi conosce il bambino e un po sitrova semplificata la vita.Detto questo sono assolutamente certa che il progetto del CSEp sia una ottima proposta per quei bambini con delle problematiche gravi e spero che i casi siano valutati attentamente prima di fare alle famiglie una proposta simile.Cio che mi lascia perplessa e' che da lavoratrice del comune di Monza(educatrice di asilo nido)stiamo assistendo allo smantellamento dei servizi educativi per privatizzare(ieri c'e' stata un assemblea dove si e' sentita questa cosa)per cui non riesco a capire dove vuole andare a parare il comune.Boh chi vivra' vedra'.Per Valemi,scusa se sono indiscreta ma per caso eravate ad una castagnata qualche domenica fa?Io sono la mamma di Giorgio e abbiamo fatto un pezzo di strada assieme,felice di incontrarti anche qui.Per Cri oggi ho scoperto che ogni tanto Giorgio quando non c'e' il sostegno prende anche appunti,un passo avanti dopo"IL mattino ha.........gli appunti pero' devono essere decodificati e ci stiamo lavorando.
Per Cri oggi ho scoperto che ogni tanto Giorgio quando non c'e' il sostegno prende anche appunti,un passo avanti dopo"IL mattino ha.........gli appunti pero' devono essere decodificati e ci stiamo lavorando.
OT: il tuo ragazzo è un grande! :)
ma si certo che ero alla castagnata! Felice di ritrovarti! :-)
purtroppo anche io ho sentito parlare (male) delle pressioni per spingere questi CSE a Monza... mi sembra proprio il contrario dell'integrazione.... :(
purtroppo anche io ho sentito parlare (male) delle pressioni per spingere questi CSE a Monza... mi sembra proprio il contrario dell'integrazione.... :(
temo che sia il nuovo andazzo..anche a Milano sta succedendo con l'Abilità, con una frequenza minima di 19 ore settimanali obbligatoria da quest'anno, diventa una scuola speciale. E infatti Gabry che l'anno scorso andava solo 3 pomeriggi la settimana, quest'anno non ci va più.
Mela, scusa l'ignoranza.. cos'è l'Abilità? una specie di centro diurno?
Avete ragione tutti...ma il mio sentore è che questi CSE stiano diventando delle vere e proprie scuole differenziali....Inutile infarcirle di belle parole...dopo averli messi in classe...lentamente stiamo riportando i disabili fuori dalle classi... Io sono "scappata" da una situazione del genere e ne abbiamo tratto giovamento tutti....:-) Inutile essere ipocriti per molti genitori, e per molti insegnanti è un "sollievo" avere un disabile in meno in classe...
Conosciuta anche la realtà tedesca dove l'integrazione è a tutt'oggi un'utopia: idem...si fa passare per "meglio per loro" quello che è invece un'ipocrita smantellazione di diritti conquistati anni fa. E' vero ci sono disabili gravissimi che faticano a stare in classe, e per loro vanno pensati PROGETTI(!) NON ...LUOGHI che li accolgano... Li vedevo quelli del CSE sul mercato brianzolo ...coi loro educatori...siiiiiiiiiii....progetti????... Felici come le pasque le insegnanti che spingono qualunque disabile ad andare al CSE..." per lui!!!!strillano ...dimenticando i valori alla base della legge che i nostri padri vollero per l'integrazione....
Insomma...si è capito che li trovo allucinanti no???? Forse anche lì l'idea non era male...ma come tutte le cose italiane poi la realizzazione fa acqua dappertutto...e in Italia, quando hai un diritto, (per es questo dell'integrazione in classe...e NON solo sulla carta..perchè è iscritto in quella classe....sia seri...) meglio non perderlo..e lottare per mantenerlo...perchè dopo indietro non te lo ridà più nessuno...Dì alla tua amica di andarsene...
aledario
10-11-2009, 17:51
Perchè ti chiami sempre "la solita voce fuori dal coro"? ;-) Non stai dicendo niente di diverso da quello che diciamo tutti ;-)... anche se tu magari lo dici in modo leggermente più "colorito" :-
Ribadisco... permettetemi di dirlo dal "basso" ;-) della mia esperienza... che il CSE è una risorsa indispensabile ed insostituibile per i disabili gravissimi... perchè non è pensabile che stiano in una classe otto ore al giorno... nè per lui/lei... nè per gli altri... ed è inoltre l'unico modo possibile per mettere a contatto le due realtà (disabilità grave e classi di normo...) e far sperimentare loro momenti di vera convivenza ed integrazione. Quindi ... se di "lotta" si vuol parlare... parliamone pure... ma non sullo strumento, bensì sulle modalita di accesso. perdonatemi, ma davvero... dovreste solo provare ad immaginare cosa può voler dire una simile opportunità per uno come Simone o per altri come e "peggio" di lui...
ho trovato questo documento durante la mia ricerca sull'argomento che un pò si riallaccia al discorso di Sandro:
http://pressin.comune.venezia.it/stampa.php?idarticolo=20388
Il Secolo XIX del 03-11-2009
Handicap, l'esperienza di Genova osservata da tutto il mondo
Nei poli per disabili gravissimi una straordinaria lezione di integrazione nel quotidiano incontro con gli alunni "normali"
GENOVA. Non esiste al mondo una iniziativa come quella realizzata in alcune scuole genovesi dove c'è una sorta di tempo pieno per bambini disabili gravissimi.
Con plurimi e rarissimi handicap, oppure con traumi che li hanno scaraventati nel coma per poi emergerne con tremende ferite.
Bimbi che non hanno alcuna autonomia, non parlano nè camminano, con una capacità mentale sotto i due anni. Però sorridono, riconoscono, a volte migliorano.
Nel peggiore dei modi vengono definiti "vegetali": ma in queste scuole fiorisce la loro capacità di relazione. In un ampio ambiente colorato - dove i gravissimi vengono seguiti da uno staff di insegnanti, infermieri e operatori sociosanitari per 8 ore al giorno - incontrano, come protagonisti di un momento didattico, i coetanei che lasciano le classi per stare con loro, molte ore al giorno, per stringere legami attraverso una palpebra che vibra, un sorriso che si accenna. Raramente capita che i "normali" si sgomentino per posture contorte, per una piccola bocca che sbava, per una immobilità strana, per i sondini che alimentano. Superano, con la naturalezza che è dei bambini.
Li aiutano, li seguono, e quando alla elementare Anna Frank un piccolo se n'è andato, un alunno gli ha scritto: "Mi dispiace ti volevo bene, eri mio amico, ma forse era venuta la tua ora....". Quasi a comprendere che quella piccola vita era così gravosa che oltre non si poteva. Apprendono comunque tutti una capacità di assimilare la diversità alla normalità che rimane nel loro modo di pensare.
Per sempre.
E' una esperienza studiata dai pedagogisti di tutto il mondo, con visite di equipes di giapponesi come di scandinavi, di francesi e americani, ma così com'è concepita è rimasta unica al mondo.
Siamo entrati nel polo della elementare Anna Frank incontrando Anna Ferretti e Anton Maria Chiossone, due degli insegnanti (con competenze specifiche, anche in psicomotricità) che lavorano al polo dal momento della fondazione, alla metà degli anni 80. Ci tengono a ricordare una lezione forse misconosciuta di grande civiltà da parte di Genova che prima ancora della legge sulla integrazione dei disabili, l'aveva già concretizzata, cancellando le scuole speciali.
Prima città in Italia. Da questa forte inclinazione, sono nati i poli dei gravissimi. Per quei bambini che altrimenti rimanevano "nascosti"a casa. Dai 6 ai 15 anni, in piccoli gruppi al massimo 8 perché non siano ghetti, 40 in tutta Genova. Bambini di rara infelicità, sono il 2% di tutti i disabili.
Eppure in questo posto crescono, migliorano in salute e in comprensione, a tal punto che alcuni di loro vengono inseriti nelle classi.
Anna Ferretti ricorda un autistico particolarmente grave, che urlava sempre.
In seguito ha frequentato il liceo classico. Anton Maria Chiossone ricorda quel bambino con il cervello quasi bruciato da una meningite, post-comatoso, che ha ripreso parzialmente a parlare. «Hanno tempi diversi.Se li rispetti, ti danno le risposte che ti aspetti. In ogni bambino c'è la persona. Altro che vegetale» dice Anna Ferretti. «Abbiamo dovuto definire il livello di gravità, era molto importante questo passo. Sia chiaro questo è un polo educativo e non assistenziale o sanitario. Questi sono bambini che sono educabili comunque, qualsiasi sia il livello da cui partono. E con progetti educativi personalizzati, abbiamo dimostrato che, se inseriti in questo modo, si ottengono risultati che non ci sarebbero altrimenti. Migliora anche la sopravvivenza.
Comunque vivono meglio» dice Anton Maria Chiossone. E sono le classi che vengono qua in mezzo a loro. L'università di Toronto, insieme ad una docente genovese, osservando l'esperienza dei poli, studia quanto la generale capacità di socializzare dei "normali" ne tragga vantaggio dall'assiduità con questi bimbi speciali. Giuggi, bambina segnata da un intervento chirurgico sbagliato, usa un sorriso sempre appropriato al posto della parola.
Quando arriva suo padre si spalanca. Lucia, con una trisomia che l'ha inchiodata a terra, gira occhi furbi su chi l'aiuta a incontrare un raggio di sole oltre la vetrata. Quando arrivano gli amici delle altre classi loro non possono nè battere le mani nè gridare di gioia, ma è come se lo facessero.
La frase che mi ha colpita favorevolmente è stata questa:
Eppure in questo posto crescono, migliorano in salute e in comprensione, a tal punto che alcuni di loro vengono inseriti nelle classi.
Mi sembra che nella realtà della mia amica si stia procedendo nel senso opposto ... è questa la cosa che mi ha turbata!
Sono Luisa mamma di Luca sdd e Matteo e sono l'amica di Valentina che è alle prese con il cse. Volevo dire la mia sull'argomento che ci riguarda in prima persona. Premetto che con gli insegnanti abbiamo avuto problemi dal primo anno di scuola in quanto pensano chiaramente che i bambini disabili, durante le ore di lezione, devono stare fuori classe con l'insegnate di sostegno per non disturbare (cosa che ci è stata detta prima aver conosciuto il bambino). Alla fine della prima (ora Luca frequenta la terza) gli insegnanti ci hanno proposto il passaggio al cse che sarebbe stato aperto l'anno successivo all'interno della nostra scuola, proposta da noi rifiutata con l'appoggio della pedagogista dei servizi sociali che pensava che " Luca non era un bambino da cse ". Quest'anno alla riapertura della scuola a seguito degli ennesimi problemi con gli insegnanti, con nostra sorpresa i servizi sociali ci hanno detto chiaramente che l'unica cosa che si poteva fare era passare il bambino al cse. Anche a me, come a Sandro, è venuto il dubbio che ci fossero altri interessi in ballo, e cosi dopo qualche controllo ho saputo che il centro prevede la presenza di 5 bambini ma quest'anno ce ne sono solo 4 ( forse anche per i problemi di traffico legati ai lavori della ss 36 che hanno scoraggiato i possibili utenti dei quartieri vicini). Inoltre nella nostra classe è stata presentata la certificazione per un compagno di Luca al quale il provveditorato non ha dato ore aggiuntive (la certificazione è arrivata in ritardo) e per il quale sono state tolte 6 ore di Luca.
Sicuramente se accettassimo la proposta si risolverebbero molti problemi (non i nostri).
Settimana prossima abbiamo un incontro dove ci verrà presentato il progetto ma, malgrado l'insistenza, abbiamo deciso di dire di no anche per non dare ragione a chi pensa che i bambini con ssd possono essere gestiti solo fuori dalla classe.Faccio presente che Luca è ben voluto da tutti compagni con i quali ha un bellissimo rapporto.
Bravissima Luisa! Sei riuscita a rompere il ghiaccio! Ed anche a spiegare un pò meglio la situazione. Forza e coraggio, anche se non posso fare molto faccio il tifo per voi. Avendo conosciuto Luca sono sicura che ha delle grandissime potenzialità e spero che i suoi maestri decidano di rimboccarsi velocemente le maniche!
mariasole
16-11-2009, 01:53
Ciao Luisa! Benvenuta!!! ci puoi dire qualcosa di più di te e di tuo figlio? Quanti anni ha??ciao ciao e ...tanti in bocca al lupo per questa situazione!!! fate sentire voi la voce di Luca!!!
L 'alto giorno ho avuto la certezza che un altra bambina di Monza con SdD frequenta un CSE piccoli,non ho pero chiesto alla mammma se la proposta sia stata maturata con la famiglia o sia stata piuttosto una proposta un po forzata dai servizi.Penso di conoscere Luca e forse anche la sua mamma mi ha riconosciuto.Antonella mamma di Giorgio(14 anni)
Loredana
16-11-2009, 18:26
Benvenuta Luisa, da quanto hai raccontato il tuo rifiuto mi sembra più che legittimo.
Speriamo che le insegnanti capiscano e collaborino affinchè Luca abbia la giusta assistenza all'interno del suo gruppo classe.
In bocca al lupo!
Grazie mille per il benvenuto, come ho già detto sono Luisa la mamma di Luca sdd che compirà 9 anni alla fine di dicembre e di matteo 2 anni e 7 mesi. E' la prima volta che intervengo in una discussione di un forum e quindi non sò bene cosa raccontare.
Antonella hai ragione noi ci conosciamo da quanto Luca ha frequentato il nido.
Benvenuta luisa e continua cos'.
Anche io ho Ale che frequenta la terza e penso a quale enorme sofferenza gli recherei se decidessi che lui in classe non ci potesse più stare.
Penso che tutto dipenda dalla buona volontà delle insegnanti soprattutto delle curricolari e noi ringraziando il cielo abbiamo delle insegnanti fantastiche
Volevo aggiornarvi sulla vicenda cse.
Venerdì ho avuto l'incontro con i servizi sociali che mi hanno presentato la proposta di programmazione cse che prevedeva solo 2 ore di laboratori con i compagni ( l'anno scorso ne faceva 5) e 4-5 ore di lavoro con il bambini del cse ( gruppo di solo bambini disabili ).
Abbiamo rifiutato la proposta e dopo una piccola discussione ci siamo accordati per continuare come negli anni passati, con un modello di scuola potenziata che prevede più ore di laboratorio con i compagni. Abbiamo richiesto di poter avere una bozza di PEI che preveda degli obbiettivi chiari e verificabili in tutte le materie, di incontrarci e porterlo modificare prima di arrivare alla stesura definitiva e di essere informati dei contenuti della programmazione periodica.
Speriamo che questa volta sia quella buona!
Ciao a tutti.
Luisa
Meglio Sandro, il titolo?:-)
a parte questo, ribadisco che il tentativo della scuola di far slittare i bambini con la sindrome di down al cse sia sempre un caso di "estromissione" dall'integrazione.... E credo che restare in una scuola che ha cercato di spostare il bambino dalla classe al cse voglia dire comunque fargli sentire (noi genitorti non siamo a scuola con loro) tutto il peso di questa nostra decisione....sulle sue povere spalle... Sappiate che "raramente" la scuola decide per il loro meglio: spesso il primo meglio è quello della scuola, delle maestre sclerate con gli "stranieri" ( e fra poco ci troveremo a assistere a classi dedicate anche per loro!!!), coi bambini di ogggi così vivaci, con le proteste dei genitori di bambini "normali" così aperti da pensare che vostro figlio sia comunque un peso per la classe.... Quindi....La mia voce..nel coro...è solo per sollevare un po' di SANA indignazione....Per es...ho sentito genitori lamentarsi perchè la maestra non portava la classe in cortile durante l'intervallo, perchè A. (bimbo con la sindrome di down) non era "coperto in quell'orario e lei non se la sentiva di portare fuori la classe.....Che gioia sarebbe stato per tutti avere A al cse e poter permettere ai bambini normo di uscire....Si sarebbero evitate voci come saette brucianti fuori dalla scuola, e forse ad A l'impressione (perchè spesso si parla dv a bimbi down come se non ci fossero....) di essere motivo di disturbo più che una "risorsa"....
Effettivamente in questi giorni, dopo aver fatto l'incontro per la stesura del PEI, abbiamo deciso di cercare una nuova scuola per Luca.
Oggi è arrivata l'ultima sorpresa: il verbale della riunione interclasse tra insegnanti e raprresentanti di classe, dove c'è scritto che gli insegnanti hanno difficoltà a gestire la classe nelle ore in cui manca la compresenza. Chissà come saranno contenti gli altri genitori!!
Se qualcuno fosse interessato Mercoledi 16 Dicembre presso il teatrino della Villa Reale di Monza verra presentato il progetto CSE piccoli ,dimenticavo l'orario ,alle ore 14.30.Un saluto Antonella
Ciao Luisa,
mi domando ma come fai a cambiare scuola a Luca??? Lo farai in corso d'anno?? Anch'io l'anno prossimo avrò Eleonora alla elementari e vorrei sapere, fino a che punto posso non condividere l'operato delle insegnanti (sia curriculari che sostegno:evil:).
Se qualcuno fosse interessato Mercoledi 16 Dicembre presso il teatrino della Villa Reale di Monza verra presentato il progetto CSE piccoli ,dimenticavo l'orario ,alle ore 14.30.Un saluto Antonella
Purtroppo ho logopedia per la Ele, ma il CSE quindi è una struttura che accoglie bambini non solo di Monza???
Su questo non sono informattissima ma penso solo i monzesi.
Per cambiare la scuola a Luca ne abbiamo parlato con i servizi sociali che si stanno muovendo per trovare nel comune un team d'insegnanti adeguato ad accogliere Luca.
Per quanto riguarda i particolari non ne abbiamo ancora parlato, sicuramente il cambiamento sarà a sett. 2010 e abbiamo intenzione di cogliere l'occasione per fargli ripetere l'anno. Mi hanno detto che dovrò scegliere la scuola entro febb.2010 in modo di poter fare la richiesta in tempo per l'insegnante di sostegno.
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