abile
10-08-2009, 10:18
http://www.superabile.it/web/it/REGIONI/Lombardia/Sulla_stampa/info-1192780522.html
L'Inps fa marcia indietro e restituisce l'assegno ad un giovane invalido
Dopo la denuncia ai media per essersi visto revocare l'accompagnamento, a Mauro Gualdi, un ragazzo di 26 anni invalido civile al 100%, l'Inps ripristina l'assegno, con tanto di telefonata del ministro Brunetta alla famiglia. Anmic: "Queste cose non dovrebbero mai accadere". Ne parla l'Eco di Bergamo sulle sue pagine
FIORANO AL SERIO - Il mondo politico non è rimasto indifferente al caso di Mauro Gualdi, il ragazzo di 26 anni di Fiorano al Serio, affetto da Sindrome di Down, invalido civile al 100%, che s'era visto revocare dall'Inps l'assegno di accompagnamento (472 euro al mese) per quella che si è rilevata come un'errata interpretazione della normativa. Dopo la denuncia del nostro giornale, prima l'entourage del ministro Renato Brunetta con una telefonata a casa Gualdi e poi un'interrogazione in Parlamento dell'onorevole Giorgio Jannone (Pdl) hanno portato al celere «recupero» del caso sui binari della giustizia sociale. Una comunicazione giunta ieri a casa Gualdi annunciava che l'indennità di accompagnamento era stata ristabilita. Quindi la precedente disposizione che revocava l'assegno, adducendo come causa l'attività lavorativa del ragazzo, è di fatto rientrata in una corretta interpretazione della legge. «Ai fini dell'attività lavorativa svolta - si legge nella nota della Commissione medica superiore dell'Inps firmata da Massimo Piccioni - occorre sottolineare come il rapporto lavorativo (di Mauro Gualdi in un'azienda tessile, ndr.) evidenzi un orario ridotto (part-time) e la discontinuità dello stesso. Dal punto di vista medico-legale lo stesso si connota con un carattere di proficuità interpretabile non ai fini economici bensì ai fini terapeutici. Il comma 3 dell'art. 1 della legge 21/11/1999 n. 508 recita testualmente "... l'indennità di accompagnamento non è incompatibile con lo svolgimento di attività lavorativa"». In sostanza Mauro non va a lavorare «per lucro» bensì per condividere alcune ore della sua giornata in un ambiente che gli consenta un dignitoso margine di socializzazione extra familiare.
L'Inps fa marcia indietro e restituisce l'assegno ad un giovane invalido
Dopo la denuncia ai media per essersi visto revocare l'accompagnamento, a Mauro Gualdi, un ragazzo di 26 anni invalido civile al 100%, l'Inps ripristina l'assegno, con tanto di telefonata del ministro Brunetta alla famiglia. Anmic: "Queste cose non dovrebbero mai accadere". Ne parla l'Eco di Bergamo sulle sue pagine
FIORANO AL SERIO - Il mondo politico non è rimasto indifferente al caso di Mauro Gualdi, il ragazzo di 26 anni di Fiorano al Serio, affetto da Sindrome di Down, invalido civile al 100%, che s'era visto revocare dall'Inps l'assegno di accompagnamento (472 euro al mese) per quella che si è rilevata come un'errata interpretazione della normativa. Dopo la denuncia del nostro giornale, prima l'entourage del ministro Renato Brunetta con una telefonata a casa Gualdi e poi un'interrogazione in Parlamento dell'onorevole Giorgio Jannone (Pdl) hanno portato al celere «recupero» del caso sui binari della giustizia sociale. Una comunicazione giunta ieri a casa Gualdi annunciava che l'indennità di accompagnamento era stata ristabilita. Quindi la precedente disposizione che revocava l'assegno, adducendo come causa l'attività lavorativa del ragazzo, è di fatto rientrata in una corretta interpretazione della legge. «Ai fini dell'attività lavorativa svolta - si legge nella nota della Commissione medica superiore dell'Inps firmata da Massimo Piccioni - occorre sottolineare come il rapporto lavorativo (di Mauro Gualdi in un'azienda tessile, ndr.) evidenzi un orario ridotto (part-time) e la discontinuità dello stesso. Dal punto di vista medico-legale lo stesso si connota con un carattere di proficuità interpretabile non ai fini economici bensì ai fini terapeutici. Il comma 3 dell'art. 1 della legge 21/11/1999 n. 508 recita testualmente "... l'indennità di accompagnamento non è incompatibile con lo svolgimento di attività lavorativa"». In sostanza Mauro non va a lavorare «per lucro» bensì per condividere alcune ore della sua giornata in un ambiente che gli consenta un dignitoso margine di socializzazione extra familiare.