milena
11-01-2006, 18:37
Purtroppo, ho scoperto questo libro tardi, quando oramai avevo già fatto il mio percorso di accettazione per l’handicap di mia figlia Francesca. Però è un libro che ho letto con interesse e piacere e che consiglio caldamente ai nuovi genitori, a chi ha figli ancora piccoli e anche a chi come me, ha ancora voglia di riflettere e di rivivere (con un po’ più di distacco, certo) il proprio percorso di accettazione.
Il libro è scritto a due mani da una mamma e da un papà down, lei pedagogista, lui psicoanalista, per cui affronta con competenza sia tecnica sia umana un evento traumatico come quello della nascita di un bambino handicappato; la loro professione/competenza non li ha certo risparmiati o meglio preparati, come del resto tutti noi, a gestire o accettare meglio la nascita del figlio, però: anche per loro è stato difficile e doloroso. Inutile dire che, ancora una volta, mi sono stupita di come gli essere umani anche se diversi l’uno dall’altro, nonostante le differenze socio-culturali, reagiscano quasi tutti allo stesso modo di fronte ad eventi imprevisti e traumatici come la nascita di un figlio diverso. Alla fine, sono convinta, ci sia un filo invisibile che ci guida e ci unisce.
Di questo libro mi ha interessato particolarmente l’analisi dedicata agli aspetti del desiderio di un altro figlio (Guido, questo il nome del figlio con sdd, è il primogenito), alla sua realizzazione e gli approfondimenti psicologici relativi ai fratelli sani rispetto ai fratelli handicappati.
Come ha scritto Gimmy, poi, esiste anche il seguito… perché Guido oramai è un adulto.
C’è chi dice che quando un libro ci è piaciuto ci viene voglia di parlare all’autore… beh, uno degli autori di questo libro è iscritto a questo sito: chissà che non abbia voglia di raccontarci ancora di Guido!
:wink: :wink:
Il libro è scritto a due mani da una mamma e da un papà down, lei pedagogista, lui psicoanalista, per cui affronta con competenza sia tecnica sia umana un evento traumatico come quello della nascita di un bambino handicappato; la loro professione/competenza non li ha certo risparmiati o meglio preparati, come del resto tutti noi, a gestire o accettare meglio la nascita del figlio, però: anche per loro è stato difficile e doloroso. Inutile dire che, ancora una volta, mi sono stupita di come gli essere umani anche se diversi l’uno dall’altro, nonostante le differenze socio-culturali, reagiscano quasi tutti allo stesso modo di fronte ad eventi imprevisti e traumatici come la nascita di un figlio diverso. Alla fine, sono convinta, ci sia un filo invisibile che ci guida e ci unisce.
Di questo libro mi ha interessato particolarmente l’analisi dedicata agli aspetti del desiderio di un altro figlio (Guido, questo il nome del figlio con sdd, è il primogenito), alla sua realizzazione e gli approfondimenti psicologici relativi ai fratelli sani rispetto ai fratelli handicappati.
Come ha scritto Gimmy, poi, esiste anche il seguito… perché Guido oramai è un adulto.
C’è chi dice che quando un libro ci è piaciuto ci viene voglia di parlare all’autore… beh, uno degli autori di questo libro è iscritto a questo sito: chissà che non abbia voglia di raccontarci ancora di Guido!
:wink: :wink: