herjn
18-04-2008, 21:34
Ciao a tutti,
avevo scritto un pò di tempo fa e poi il mio lavoro mi aveva portato lontano ma ora rieccomi qui...Mi avevate aiutato molto nei miei dubbi e quindi mi rivolgo ancora a voi con tante domande. Sono un'assistente ad personam e da tre anni seguo R. (11 anni, quinta elementare e il prossimo anno andrà alle medie). Il neupsichiatra che ci segue per tre incontri all'anno (senza vedere il bambino) nel penultimo incontro aveva proposto di fare un progetto sulla comunicazione per il prossimo anno, usando la CAA (il bimbo non parla) e in quel senso riconfermava l'assistenza (che sta cercando di togliere da due anni a questa parte). Siamo uscite da quella riunione molto sollevate perchè sembrava aver compreso le esigenze del bambino. Ieri ultima riunione e...si è rimangiato tutto. Davanti agli occhi di quattro insegnanti, una mamma, e me, ha detto l'esatto contrario. E cioè che il bimbo andrà alle medie senza assistenza, che se dovessero verificarsi problemi si provvederà con calma dopo l'inizio della scuola e che il progetto...boh nemmeno lo nominava piu'! E' arrivato a dire cose per me molto gravi ad una mamma, del tipo che andrebbe bene anche se il bimbo restasse in classe PASSIVAMENTE e, cosa che mi ha fatto venire la nausea, ha ribattuto alla mamma che diceva che è un diritto del bimbo avere l'assistenza " suo figlio ha diritto anche alla sedia a rotelle ma non la chiede perchè cammina" (gridando). Siamo uscite tutte veramente avvilite. E preoccupate per il futuro di questo bimbo che si prospetta parcheggiato alle medie. Mi sono sorte delle domande, ma non so da che parte iniziare per togliermi i punti interrogativi:
1) cosa può realmente fare la famiglia nei confronti di questi operatori, in materia di diritti del bambino?
2) a chi spetta l'ultima parola sul futuro di un bambino?
3) come fa un'operatore che ha visto due volte in 5 anni un bambino ad avere l'arroganza e la presunzione di conoscerlo senza prendere minimamente in considerazione l'idea di avere un confronto e un dialogo con le persone che lo vivono costantemente a casa e a scuola?
4)qualcuno ha vissuto esperienze simili e può magari raccontarmi anche come ha reagito il bambino al cambiamento di scuole, di insegnanti, di ambiente?
Grazie davvero e scusate per il post un pò confuso ma sono tra lo schifato, l'inc....ato e il triste...
avevo scritto un pò di tempo fa e poi il mio lavoro mi aveva portato lontano ma ora rieccomi qui...Mi avevate aiutato molto nei miei dubbi e quindi mi rivolgo ancora a voi con tante domande. Sono un'assistente ad personam e da tre anni seguo R. (11 anni, quinta elementare e il prossimo anno andrà alle medie). Il neupsichiatra che ci segue per tre incontri all'anno (senza vedere il bambino) nel penultimo incontro aveva proposto di fare un progetto sulla comunicazione per il prossimo anno, usando la CAA (il bimbo non parla) e in quel senso riconfermava l'assistenza (che sta cercando di togliere da due anni a questa parte). Siamo uscite da quella riunione molto sollevate perchè sembrava aver compreso le esigenze del bambino. Ieri ultima riunione e...si è rimangiato tutto. Davanti agli occhi di quattro insegnanti, una mamma, e me, ha detto l'esatto contrario. E cioè che il bimbo andrà alle medie senza assistenza, che se dovessero verificarsi problemi si provvederà con calma dopo l'inizio della scuola e che il progetto...boh nemmeno lo nominava piu'! E' arrivato a dire cose per me molto gravi ad una mamma, del tipo che andrebbe bene anche se il bimbo restasse in classe PASSIVAMENTE e, cosa che mi ha fatto venire la nausea, ha ribattuto alla mamma che diceva che è un diritto del bimbo avere l'assistenza " suo figlio ha diritto anche alla sedia a rotelle ma non la chiede perchè cammina" (gridando). Siamo uscite tutte veramente avvilite. E preoccupate per il futuro di questo bimbo che si prospetta parcheggiato alle medie. Mi sono sorte delle domande, ma non so da che parte iniziare per togliermi i punti interrogativi:
1) cosa può realmente fare la famiglia nei confronti di questi operatori, in materia di diritti del bambino?
2) a chi spetta l'ultima parola sul futuro di un bambino?
3) come fa un'operatore che ha visto due volte in 5 anni un bambino ad avere l'arroganza e la presunzione di conoscerlo senza prendere minimamente in considerazione l'idea di avere un confronto e un dialogo con le persone che lo vivono costantemente a casa e a scuola?
4)qualcuno ha vissuto esperienze simili e può magari raccontarmi anche come ha reagito il bambino al cambiamento di scuole, di insegnanti, di ambiente?
Grazie davvero e scusate per il post un pò confuso ma sono tra lo schifato, l'inc....ato e il triste...