Ferdi
31-01-2006, 00:09
"Credo che sia arrivato il tempo di considerare le persone Down come interlocutori delle ricerche che li riguardano. Nigel Hunt e tanti altri ci portano a conoscere le loro originalità e le loro esperienze, in modo da non poter più facilmente fare a meno di interpellarli per le questioni che li concernono. Personalmente ho qualche amico Down, qualcuno più amico degli altri come è logico nelle amicizie; e mi è capitato più di una volta di chiedere, in particolare ad un caro amico, di spiegare a insegnanti, genitori, operatori e persone a vari titoli interessate la situazione della sindrome di Down attraverso la propria personale esperienza. Credo che sia un aspetto molto importante, che meriti la massima attenzione da parte di tutti noi. Ma rimane il problema di ragionare non in termini competitivi e di raggiungimento per tutti i Down dello stesso traguardo. Questo non è possibile, e sarebbe in forte contrasto con lo sforzo di valorizzazione delle identità originali di ciascuno. E' importante che nessuno senta un possibile o presunto mancato traguardo come una colpa. Il libro di Nigel Hunt merita l'attenzione giusta, e non una generica segnalazione né una spasmodica competizione. E' una testimonianza importante per la possibilità di interrogarla ciascuno dalla propria storia e con la propria condizione". ANDREA CANEVARO[/b]