Visualizza la versione completa : La Bossi e le invasioni "Mongoliche"
francesco
07-09-2007, 10:43
Ieri è apparsa questa lettera sul Magazine del Corriere della Sera (l'inserto settimanale), nella rubrica "La Posta di Isabella Bossi Fedrigotti"
Nel caso qualcuno volesse unirsi alla mia protesta sull'uso del penoso termine "mongolino" magari chiedendo una rettifica sul prossimo numero, fornisco i due indirizzi mail. Ciao!
ibossi@corriere.it
corrieredellaseramagazine@rcs.it
LA TRAGEDIA DELLE GEMELLE, I BIMBI DOWN
E L'ABORTO SELETTIVO
Sono padre di tre figli di cui l'ultimo, di 12 anni, è down, e mi riferisco alla tragica vicenda dell'aborto selettivo di cui i giornali hanno molto parlato, finito con la morte del feto sano. Mentre leggevo l'articolo ricordo di aver pensato: poveretti quei genitori, però per fortuna gli è rimasta una gemellina, sia pure quella down. E invece alla fine leggo che susseguentemente, anche quella erastata abortita. In base alla mia esperienza posso dire che hanno fatto uno sbaglio colossale. Noi per fortuna non avevamo fatto la diagnosi prenatale così non abbiamo mai rischiato di privarci di questo amatissimo figlio. Dopo il primo, profondo smarrimento soprattutto da parte mia, posso dire, infatti, senza voler nascondere le difficoltà pratiche che abbiamo dovuto affrontare, che Luca è un ragazzino affettuoso, tenero, divertente e anche pieno di ingegno.
Paolo F. (Milano)
Conosco vari genitori di bambini down e devo dire che tutti quanti raccontano storie simili alla sua. Certo, l'amore potrà deformare il giudizio, però penso anch'io che oggi, perfino in Italia, non sia più così difficile cavarsela bene con un figlio <mongolino>. Compatisco profondamente quei poveri genitori, per l'atroce beffa che è loro toccata, e che, in un certo senso, si sono per di più autoinflitti, ma penso che, forse, non siano stati informati a sufficienza su cosa significhi, in negativo ma anche in positivo, crescere un bambino down. M'immagino che, in tal caso, avrebbero forse preferito tenersi entrambe le gemelle.
francesco
07-09-2007, 10:58
Io le ho scritto questo:
Gentile Signora Bossi Fedrigotti,
ho letto la sua risposta al padre del bimbo down del Magazine del
6/9/07. Mi sono cadute le braccia quando ho letto che Lei utilizza
ancora il termine "bimbo mongolino". E' un termine decisamente
offensivo, si usa (nelle sue derivazioni) infatti quando si vuole
offendere qualcuno, ha il sapore della discriminazione e
dell'umiliazione. Lei sarei molto grato, considerato il prestigio
della testata e l'autorevolezza presso i lettori, se facesse una breve
rettifica non legittimando così il prolungarsi dell'uso di questo
termine. La ringrazio.
P.S. Anch'io ho una bimba down ma, mi creda, le avrei scritto in ogni caso.
francesco
07-09-2007, 12:10
Incredibile, mi ha già risposto!
Guardi, anch'io ho un nipote down e se fa attenzione ho usato quel termine esclusivamente per non ripetere la parola down per più di quattro volte nel mio breve testo. Esistono nella nostra professione anche delle regole linguistiche. Ciononostante ho pregato il caporedattore di rileggere attentamente proprio per evitare reazioni offese come le sue e mi ha assicurato che messo in quei termini la parola "mongolino" non poteva, seriamente, mortificare nessuno. Evidentemente abbiamo sbagliato. Un cordiale saluto, Isabella Bossi Fedrigotti
le avevo scritto anche io...mongolino nn offende? BAH....
francesco
07-09-2007, 12:46
hai visto? la colpa è del capo redattore! :lol:
Caro Francesco,
Isabella Bossi Fedifragotti (o come diavolo si chiama) è una signora nessuno. E' il niente mischiato al nulla, e lo si evince non dalla terminologia utilizzata ma dalla insulsa risposta che ha dato al suo "lettore" (sic!): sarebbe per me più interessante lo studio delle carcasse dei bradipi morti.
Ogni nostra vibrata protesta per lei è profumo sugli escrementi!
francesco
07-09-2007, 13:01
Senz'altro è come dici tu, il problema è che la fanno scrivere sul Corriere della Sera :roll:
francy80
07-09-2007, 13:39
MAH...CERTO CHE C'è N'è DI GENTE STRANA IN GIRO EH?
almeno le scuse no?oppure è troppo umiliante chiedere scusa ?
Mah !
Ehm su queste argomentazioni come al solito mi sento di fare la voce fuori dal coro :oops: anzi dirò di più: sono d'accordo con il redattore capo in quel contesto la parola mongolino, o anche fosse stata usato un termine più forte quale mongoloide, non la ritengo offensiva, per svariati motivi.
Il primo è che la sig.ra Bossi ha risposto da persona informata sull'argomento "mondo Down" cito: "ma penso che, forse, non siano stati informati a sufficienza su cosa significhi, in negativo ma anche in positivo, crescere un bambino down". Secondo voi quanti giornalisti scrivono cose del genere sui nostri figli? quanti hanno il coraggio di affermare che negli ospedali è prassi consigliare l'eliminazione condita da disinformazione? :roll:
A volte termini di "effetto" che scuotono (quali handicappato, disabile, mongoloide) linguisticamente serve per affermare l'esatto contrario, lo dico perchè spesso li uso anche io sul forum, infatti + volte mi è stato detto che "dà fastidio". Nel contesto in cui è stato usato il termine "mongolino" per come l'ho letta io, metteva l'accento sulle paure che ha chi abortisce un figlio Down (si abortisce l'immagine turpe del mongolo/mongoloide a cui sono legati gli stereotipi più diffusi sfuggendo così alla paura di ciò che non si conosce), per poi affermare che "oggi, perfino in Italia, non sia più così difficile cavarsela bene con un figlio <mongolino>."
Personalmente penso che a volte le crociate continue contro questi termini siano davvero un po' come dire "stonate" nella nostra situazione: vogliamo attenzione però quando ce la danno siamo subito pronti a mettere i puntini sulle i senza magari pensare al messaggio complessivo che si vuol dare, con il risultato che se se ne parla ci indignamo se non si fa ci indignamo per l'indiferenza.
So che leggere o ascoltare alcune parole a volte è come sentire una fitta al cuore per il dolore che ci arrecano perchè in esse sono contenute tutte le nostre paure, indicano una realtà da cui ci vorremmo tener lontano e quindi ci barrichiamo dietro espressioni socially correct che di fatto non cambiano la sostanza, quali: "diversamente abile", "persona Down" (che per la cronaca viene usato già in termini dispregiativo tra i ragazzini), ragazzi "speciali", ecc. però al mondo c'è chi pensa, coma la sottoscritta, che non c'è nulla di disonorevole nel chiamare un "operatore ecologico" spazzino, perchè raccogliere immondizia non può essere una vergogna ed è onorevole quanto stare dietro la scrivania, così come non c'è nulla di offensivo nella parola "mongolino" se nello stesso tempo si riconosce ai nostri figli la dignità di persone come ha fatto la giornalista nella sua risposta.
Insomma forse dovremmo essere noi i primi a non badare all'immagine delle cose ma a guardare alla sostanza...
francesco
07-09-2007, 14:12
Insomma forse dovremmo essere noi i primi a non badare all'immagine delle cose ma a guardare alla sostanza...
Francamente non mi sembra "badare all'immagine" far ragionare le persone, con pacatezza, sul fatto che l'uso di certi termini ha una valenza dispreggiativa. Sono invece convinto che un cambiamento di mentalità passa ANCHE (non solo, è chiaro) attraverso l'abbandono di un certo tipo di termini. E' chiaro c'è sempre qualcos'altro da fare, di più e meglio, ma non mi sento di perdere di vista la sostanza nel non far passare l'uso di certi termini sul quotidiano più letto.
Anch' io credo sia giusta la battaglia per l' uso dei termini appropriati quando si parla di sindrome di down.
E non credo che il problema sia quello di capire di cosa si parla indipendentemente dai termini usati, ma proprio quello di non urtare la sensibilitá delle persone.
Perchè se non fosse così allora anche questo sito ( permettetemi la provocazione ) potrebbe chiamarsi WWW.PIANETAMONGOLINI.COM; sarebbe uguale no ?
chicchi123
07-09-2007, 16:25
D'accordissimo al 100% con Michele. Quando si tratta di "sottili differenze linguistiche" tipo "il mio bimbo e' Down" contro il piu' corretto "il mio bimbo ha la sindrome di Down," ci si puo' anche passare sopra ma mongolino e' un termine assolutamente offensivo e la signora in questione se non e' riuscita a trovare un sinonimo di Down e' un'ignorante che non dovrebbe gestire una rubrica su una testate cosi' importante. Sinonimi ce ne sono a bizzeffe (affetto da trisomia 21, diversamente abile, volendo anche disabile ....). Altrimenti e' come chiamare una persona di colore un "negro" e dire che non ci sono altri modi per definirla...dico, stiamo scherzando??????????
Senz'altro è come dici tu, il problema è che la fanno scrivere sul Corriere della Sera :roll:
Appunto! Mica su una rivista della Erickson!
E' chiaro c'è sempre qualcos'altro da fare, di più e meglio, ma non mi sento di perdere di vista la sostanza nel non far passare l'uso di certi termini sul quotidiano più letto.
Mi sbaglio o una delle puntate del Grande Fratello è stata la trasmissione più vista in TV per molti anni di seguito?
Credo che il Corriere della Sera non sia questa fonte di autorevolezza e indipendenza che molti descrivono. E neppure fornisce garanzia sull'intelligenza di chi vi scrive.
Voglio poi dire che la sig.ra Rossi Pernigotti (o come si chiama) se non scrive "mongolino" nel suo articolo, non se la fila nessuno.
Avete presente quando in una classe di scuola elementare c'è un bambino che inizia a dire parolacce e la maestra consiglia agli altri di lasciarlo perdere e di far finta di non aver sentito perchè prima o poi la smetterà?
La parola "mongolino" è servita alla sig.ra Dossi Panzerotti (o come si chiama) per capire se qualcuno legge la sua rubrica, e questo l'ha fatta sentire più viva!
Premetto che il mio pensiero è quella della minoranza di genitori e lo so bene, comunque cerco di spiegarmi meglio
Sono invece convinto che un cambiamento di mentalità passa ANCHE (non solo, è chiaro) attraverso l'abbandono di un certo tipo di termini.
Ecco sta qui l'enorme differenza... secondo me non passa affatto dal cambio di terminologia, tutt'al più la scomparsa di valenza "negativa" legate a determinate termini è una conseguenza del cambio di mentalità. Ovvero il cambio di mentalità non passa dall'abolizione di un termine tutt'al più può avere come risultato il fatto che quel termine non ha più valenza dispregiativa perchè non c'è nulla da disprezzare.
Non so se ve l'ho mai raccontato. Ho una cara Amica che sta lontano, beh da quando è nato Davide non ha mai perso occasione x vederci (a differenza di altri), per stare con lui, visto che i miei spostamenti si erano anche complicati si fece addirittura 800 km da sola x venire a casa mia e stare un fine settimana insieme a me e a Davide. Prima di lui non era mai stata a trovarmi. Insomma sull'affetto sincero verso mio figlio ci metto la mano sul fuoco! Un annetto fa in uno dei nostri fugaci incontri parlando del più e del meno, mentre stava giocando con Davide, gli scappò una generalizzazione delle più banali su una categoria di persone dicendo "beh si sa che sono tutti Down!" :shock: ovvero il Down aveva lo stesso significato di mongoloide detto in quel modo. Un secondo dopo voleva morire... era stato detto senza cattiveria, una leggerezza certo dovuta a quello che era il linguaggio "corrente". Io ho fatto finta di nulla e ho proseguito il discorso x accorciarle il più possibile l'imbarazzo, non mi pareva il caso di puntualizzare.
Ora a questo punto che si fa? visto che dopo dure lotte per abolire il termine "mongoloide" dal linguaggio corrente, questo è stato sostituito dal + consono "Down" ma con la stessa valenza? forse in virtù di questo cambiamento di mentalità che è in atto sarebbe idoneo inoltrare la nostra proposta ufficiale a tutte le associazioni (iniziando dal nome del ns sito) per cambiare detto termine, visto che viene usato in modo dispregiativo, per il più politically correct trisomico :twisted: , per poi preventivare tra 20 anni di trovarne un altro perchè anche trisomico sarà considerato un insulto :twited: :oops: ;)
E' ovvio che quello che ho appena scritto è una provocazione che non è molto lontano dalla realtà però :( Il problema non è il termine usato ma come la società vede i nostri figli e non cambieremo mai questa immagine se continueremo ad attaccarci alle parole gridando allo scandalo anche contro chi dice cose giuste perchè ha usato un termine "offensivo" se isolato dal contesto in cui è stato scritto.
Io non ho mai usato la parola "mongoloide" nonostante fosse linguaggio comune, non mi hanno mai fatto sorridere le barzellette sui disabili che erano molto in voga quando facevo le superiori, e non perchè qualcuno abbia mai protestato, penso che questo sia semplicemente frutto dell'educazione che ho ricevuto in cui non mi è mai stato detto "questo non si dice" ma mi è stato sempre detto che dovevo rispettare tutti con il cuore non a parole, a prescindere da razza e intelligenza, perchè nessuno può decide come e dove nascere, e quindi non era giusto prendere in giro qualcuno per come era o per le sue origini, perchè ogni persona ha qualcosa da dare. Forse è questo tipo di mentalità "contadina" che bisognerebbe ritrovare...
Ora vi faccio una domanda, ma della sua risposta avete visto solo il termine "mongolino" (che ripeto in quel contesto non mi pare essere offensivo)? non era forse più proficuo sfruttare l'attenzione di una testata così importante, che non parlava dei ragazzi Down in termini insensibili, per dare qualche altro messaggio sulla qualità della vita dei nostri figli ad esempio? Non pensate che invece a suon di proteste si può ottenere l'effetto contrario ovvero che la prossima volta onde evitare di "sbagliare" l'argomento Down venga accantonato magari senza neanche pubblicare le lettere? Così alla fine non sarà più facile ignorarci che darci spazio se ogni volta che si scrive c'è qualcuno pronto a indignarsi? :roll:
:D :D :D
Siccome il sito suggerito da me come provocazione è venuto fuori come un Link, ho provato a cliccarci sopra ma la ricerca mi ha detto che non esiste alcun sito con questo nome.
PER FORTUNA :D :D :D
Anch' io credo sia giusta la battaglia per l' uso dei termini appropriati quando si parla di sindrome di down.
Ricordo che "mongolismo" è un termine medico e poi stata la società a farne un uso distorto, quindi non è nelle parole il problema ma nelle persone che le usano e che ne cambiano i significati.
Per raccogliere la tua provazione Michele per me non ci sarebbe nulla di "scandaloso" se questo sito si chiamesse www.pianetamongolia.it ad esempio che suona meglio di pianeta mongolino :oops:
Visto che mi trovo rispondo pure a Nunzio, sinceramente non penso sia quello il motivo dell'uso di questo termine "aberrante" visto che la sig.ra Bossi Fedrigotti è toccata, seppur indirettamente, dalla sdd. Cerchiamo di non vedere sempre mala fede in tutto ;)
Caro Francesco,
Isabella Bossi Fedifragotti (o come diavolo si chiama) è una signora nessuno. E' il niente mischiato al nulla, e lo si evince non dalla terminologia utilizzata ma dalla insulsa risposta che ha dato al suo "lettore" (sic!): sarebbe per me più interessante lo studio delle carcasse dei bradipi morti.
Ogni nostra vibrata protesta per lei è profumo sugli escrementi!
Accipicchia Nunzio....ti sei svegliato con il piede sbagliato oggi eh???? :?
Non so se ve l'ho mai raccontato. Ho una cara Amica che ...
Ce lo hai raccontato, ce lo hai raccontato. In un altro contesto ma ce l'hai raccontato. Ma non ci hai detto se l'amica continua a farsi gli 800 Km per venire a trovare Davide. O se si è spaventata ...
Paola, non è detto che siccome la sig.ra Mossi Mariemonti (o come si chiama) ha un nipote con SdD sia toccata dalla questione! Non si caPirebbe allora la superficialità della risposta; sarebbe stato meglio stare zitti e non commentare. Ho il sospetto che alcuni giornalisti siano pagati un tot a riga che scrivono.
Non si è spaventata, non è più venuta xchè non ce n'è stata + l'occasione (d'altronde era la prima volta in 13 anni), in compenso mi raggiunge sempre quando capito dalle "sue" parti ;)
Accipicchia Nunzio....ti sei svegliato con il piede sbagliato oggi eh???? :?
Oggi, normale giornata lavorativa, sono stato svegliato di soprassalto dalla signora delle pulizie mentre dormivo sul divano del soggiorno abbracciato a Vittorio.
Erano le 9.10 in punto!
Allo strepitio del campanello ho messo a terra il piede destro, quello sbagliato! Ho sentito un crack che dal ginocchio raggiungeva velocemente la coscia e, incavolato, ho accolto la signora con un: "ma è ora di venire?". E mi ha risposto: "chiedo scusa per il ritardo! chissà come reagirà quando leggerà quello che ha scritto oggi la Fossi Bacherozzi sul Corriere".
Poi è successo l'irreparabile.
Ho cliccato anche su www.pianetamongolia e per fortuna non esiste neanche quello :D :D
A me comunque il nome non piacerebbe :(
Ho cliccato anche su www.pianetamogolia e per fortuna non esiste neanche quello :D :D
Non è quindi il sito di Mogol!
mi verrebbe al 80% di dar ragione a Paola...sipotev acogliere l'occasione parlar concretamente di obiettivi e di informazione al di la' del termine...
.....pero' quel termine in un giornale che si crede serio, ...guardate fosse in un giornale di gossip, di reality'....o detto a voce ..si sarebbe anche capito il peso se era tenero, scherzoso, umoristico, ci sarebbe stata la rispost pront aper correggere, sdramamtizzzre , obiettare,....ma in un giornale dico che si crede serio e trattandosi di scrittura..misurata, rivista, mi sa di poco rispettoso.
tanto piu' che nonci sono i secondi, i minuti,le situazioni, gli sguardi non verbali che aiutano a sdrammatizzare e /O a capirne lo scopo eil tono.
Sapete com'e'....in latino verba volant...........!
E' vantaggio svantaggio dello scritto...
Ebbene forse la sinonimia non è il forte della signora Fedrigotti, ma posso assicurarvi che la sua posizione rispetto ai poveri disabili è di assoluta, incondizionata, estrema, pietà, di quella intesa nel peggiore dei modi.
Apertamente confessata in occasione della presentazione del libro (figlia del silenzio) di cui ho già avuto modo di scrivere. Esperta di sindrome, perchè toccata in famiglia dal dramma di una persona handicappata.
Quel che ricordo io di quel suo intervento assolutamente inutile e inconcludente (ancora mi domando a chi fosse venuta l'idea di coinvolgere quel "culo secco" per citare Una donna in carriera (Mike Nichols, 1988)) , fu quell'assurdo ripetere handicappato e handicappato, una sorta di intercalari in un discorso privo di senso. Nessun sinonimo dunque, ma un tono mellifluo e straziato, una confessione teatralmente dolorissima, tutta rivolta ad enfatizzare il dramma familiare.
Certo poi anche Finardi ci aveva messo del suo e se ne erano andati a nozze con quella falsa comprensione del problema piu' grande di tutti noi...e poi i down sono esseri destinati all'infelicità, si sa.
Ma è pu vero, come dice Paola che certe occasioni andrebbero prese al volo. Strategie della comunicazione che dovrebbero trascendere le ragioni del cuore.
Ve lo dice una la cui rabbia è sempre in agguato e il cui desiderio di assalire la suddetta signora andrebbe volentieri al di là di una schermaglia di parole.
chicchi123
08-09-2007, 15:14
Ritz.......sei un mito...!!!!
:applaudit:
francesco
09-09-2007, 23:55
Ora vi faccio una domanda, ma della sua risposta avete visto solo il termine "mongolino" (che ripeto in quel contesto non mi pare essere offensivo)? non era forse più proficuo sfruttare l'attenzione di una testata così importante, che non parlava dei ragazzi Down in termini insensibili, per dare qualche altro messaggio sulla qualità della vita dei nostri figli ad esempio? Non pensate che invece a suon di proteste si può ottenere l'effetto contrario ovvero che la prossima volta onde evitare di "sbagliare" l'argomento Down venga accantonato magari senza neanche pubblicare le lettere? Così alla fine non sarà più facile ignorarci che darci spazio se ogni volta che si scrive c'è qualcuno pronto a indignarsi? :roll:
Mai avrei pensato di dover difendere su questo sito la scelta di non transigere sull'uso del termine mongolo (e derivati) che a me ricorda quei politici che definiscono "culattoni" gli omosessuali e bingo bongo gli immigrati! Comunque io credo (e con questo concludo i miei interventi sull'argomento) che non dobbiamo ricercare attenzione ad ogni costo pagando il prezzo dell'uso di certi termini.
Vi faccio presente poi che l'attenzione se noi la sappiamo creare c'è: solo questa settimana sono state pubblicate:
la mia lettera su tre quotidiani (Avvenire, in seconda pagina tra gli editoriali, mercoledì), Repubblica di oggi (anche se con tagli) e la Provincia di Como (per chi si ricorda, quel giornale che criticò i "Mongoli per Natale";
La Repubblica, mi sembra giovedì, ha pubblicato come lettera principale quella di un altro papà, e il Magazine del Corriere quella di cui parliamo.
Mai avrei pensato di dover difendere su questo sito la scelta di non transigere sull'uso del termine mongolo (e derivati) che a me ricorda quei politici che definiscono "culattoni" gli omosessuali e bingo bongo gli immigrati! Comunque io credo (e con questo concludo i miei interventi sull'argomento) che non dobbiamo ricercare attenzione ad ogni costo pagando il prezzo dell'uso di certi termini.
Francesco mi dispiace sinceramente che tu abbia preso in questo senso le mie parole :( volevo solo mettere l’accento sul fatto che a volte bisogna ragionare in un contesto più ampio e vedere se determinate parole vengono usate per offendere oppure no.
Permettimi però di fare un discorso molto generico, staccandoci un attimo dalla vicenda del topic. Dopo che è nato Davide (molto dopo) mi sono accorta che non esisteva solo il bianco e il nero e non era arroccandomi su delle posizioni intoccabili che facevo il bene di mio figlio. A insegnarmelo è stato proprio lui, prima una cosa o era giusta o sbagliata, o bianca o nera non esisteva il compromesso, non poteva esister. Guai mai a chi diceva qualcosa di sbagliato: le parole andavano pesate, mai buttarle là, poi il tempo passa e la vita ci mette di fronte allo sconforto, al dire “sbaglio anch’io”, alle difficoltà e a realtà che non ci aspettavamo ed ecco che dobbiamo cambiare, non vorremmo ma dobbiamo farlo , nostro malgrado, e la cosa più ironica è che proprio per quella realtà nuova (sia che sia un figlio con sdd o anche altre difficoltà a cui la vita ci può mettere di fronte) sentiamo salire rabbia, rabbia che dissimuliamo, ma che inconsciamente ci avvicina ancor più a dividere il mondo in due fazioni, rabbia "inconsapevole" che neghiamo e che poi sfoghiamo sul primo malcapitato che ci pare "sbagliato". A volte ho l'impressione che spesso noi genitori ci arrocchiamo nelle nostre torri d'avorio della verità e siamo lì belli pronti a gridare allo scandalo e a giudicare chiunque sbagli (ieri la mamma delle gemelline, oggi la Bossi, l'altro ieri la De Filippi, e nel quotidiano il primo parente o insegnante che dice frasi con leggerezza) perchè noi siamo migliori di loro... senza pensare neanche per un secondo che magari pensavano di fare le cose a fin di bene, che non c'è sempre e solo marcio negli altri. Sono questi i motivi per cui penso che sempre su questo forum si sentiranno campane diverse da quelle che ci aspetteremmo e questo lo ritengo una sua ricchezza.
Ora torniamo al discorso del topic. L'attenzione c'è in questo particolare momento per lettere che non sono scomode e che non denunciano lo stato vero delle cose in Italia, ma che puntano il dito sulla scelta di quella donna, questo per mettere indirettamente in discussione ben altri argomenti tipo la legge sull’aborto, e penso proprio che l’attenzione sia non poco strumentalizzata in questo frangente.
Nella tua lettera pubblicata (trascritta nel topic delle gemelline per chi non l'avesse letta) ad esempio dici che ci sono leggi in Italia che ci dovrebbero aiutare. Bene! Allora perchè non si sente mai parlare del fatto che queste leggi non vengono rispettate? :evil:
Io abito in una zona dove non ho MAI sentito in 15 anni la parola mongolo, mongoloide o qualsiasi derivato, (o meglio è stata detta solo una volta a mio marito x comunicargli la diagnosi ma su questo torno dopo) ho vissuto per i 19 anni precedenti nel centro Italia dove erano termini invece molto inflazionati. Beh in questa stessa regione c’è un’altissima percentuale di falsi invalidi non dichiarati e negata agli invalidi veri, in compenso spesso la 104 non viene rispettata (ho la fortuna di avere un datore di lavoro che la rispetta alla virgola ma solo una fra tanti e per questo ogni giorno mi sento fortunata) e dove si rispetta c’è chi la fa pure per parenti di cui sanno a mala pena l’esistenza pur di avere i 3 giorni di permesso. Qui capita che medici ti prescrivono terapie da fare presso i loro centri a go go e poi se gli chiedi i certificati per l’invalidità te li rifiutano, qui gli assistenti sociali ti dicono (con patologie ben più gravi della sdd) che fino a 3 anni non ti spetta nulla e che comunque se tuo figlio cammina non ti spetta l'accompagnamento, qui vengono rifiutati i tagliandi x i parcheggi che nel ns caso servirebbero x accedere nei parcheggi custoditi degli ospedali onde evitare di uscire e non trovare più la macchina, qui i giudici delle cause di invalidità nominano come perito del tribunale lo stesso medico che presiede la commissione che ti ha bocciato l’invalidità e questo si permette pure il lusso di non rifiutare l’incarico e farti slittare la causa di 10 mesi… e potrei anche continuare, e bada bene che te le farei conoscere 'ste persone: tutte educate, cerimoniose e manco una parola fuori posto, vicini alle problematiche dei bambini disabili (sì quando si tratta di prender soldi! :evil: ). Qui l’unico che ha detto che mio figlio aveva la sindrome di Down ovvero era “mongoloide”, dopo si è fatto in quattro per assicurarsi che fosse seguito dal miglior centro cardiologico del sud, nonostante un cardiologo gli avesse detto che era tutto a posto, e ha avuto anche la pazienza e l’umanità di tranquillizzare una madre in crisi isterica terrorizzata, concludendo “signora quando le serve qualsiasi cosa io ci sono” anche se davvero non era tenuto, mi dirai “ha fatto solo il suo dovere!” beh peccato che quelli che lo fanno sono davvero in pochi... Tutto quello che ho scritto fa in modo che ogni giorno, pur vedendo persone che si comportano educatamente e che non oserebbero mai dire “mongolino” a mio figlio, mi si attorcigliano le budella perché mi rendo conto di quanto sia solo tutto apparenza. In questa realtà conosco due mamme down: sarà un caso che il non aver fatto l’amniocentesi è un loro rammarico? La vergogna vera del nostro paese è che esistono due, tre Italie però fino ad ora sembra che l’occupazione maggiore delle nostre associazioni sia quella delle terminologie, beh permetti che visto dove vivo (perché ancora non ho capito se sto in Italia) quando lo leggo mi venga da ridere? o meglio da piangere…
Scusa Francesco, non so se si legge, ma ti assicuro che c’è molta amarezza nelle mie parole perché le proteste per questioni linguistiche davvero sono discorsi lontani anni luce da quelle che sono le problematiche reali e quotidiane che mi ritrovo a vivere e penso beati voi che sono queste le cose che vi fanno indignare perché vuol dire che non vi trovate a combattere contro i mulini a vento :oops:
maxniola
10-09-2007, 17:05
Paola ti appoggio al 100% L'ipocrisia è un male che colpisce a 360°
... qui gli assistenti sociali ti dicono (con patologie ben più gravi della sdd) che fino a 3 anni non ti spetta nulla e che comunque se tuo figlio cammina non ti spetta l'accompagnamento, ...
Il problema, non reputando che questi assistenti sociali abbiano a cuore le sorti del nostro erario, è che loro pensano che sia veramente così. Non hanno studiato!
Qui l’unico che ha detto che mio figlio aveva la sindrome di Down ovvero era “mongoloide”, dopo si è fatto in quattro per assicurarsi che fosse seguito dal miglior centro cardiologico del sud, ...
E sono le persone che preferiamo tutti. Poi, se riescono anche a curare la terminologia, siamo pronti, oltre che a sorvolare durante i colloqui, a intentare cause di canonizzazione al loro decesso.
Hai però dimenticato, Paola, quelli che, oltre all'uso superficiale delle parole, non fanno neppure i convenevoli (e mi sembra che la Sinossi Panzerotti o come si chiama :wink: sia fra questi).
Poi volevo evidenziare che a tutti, mentre si parla, può sfuggire qualche termine inopportuno su cui è possibile lasciar correre. Ma quando si scrive tale circostanza dovrebbe essere evitata e se ricorre è giusto che sia eventualmente oggetto di biasimo, perchè nella scrittura c'è la possibilità di pensarci almeno due volte prima di comunicare qualcosa.
Quando, a causa del lavoro, ho da rispondere particolarmente a qualcuno per iscritto, soprattutto per comunicargli qualcosa di sfavorevole, leggo e rileggo il testo proprio per evitare una anche involontaria offesa. Mi sembra strano (ma sottolineo che non mi tange) che chi scrive sul quotidiano più diffuso in italia, se è in buona fede (e non credo che la signora in questione, di cui non ricordo più il nome :wink: :wink: , lo sia), si lasci sfuggire un termine che non solo è offensivo per chi la vicenda la vive, ma anche per un qualsiasi lettore dotato di buon senso.
A me non piacerebbe leggere un giornale dove si da gratuitamente del mongolino a un portatore di handicap, come evito di guardare trasmissioni dove si da apoditticamente del fascista o del comunista all'avversario, come evito di guardare una trasmissione sportiva dove si da gratuitamente del citrullo a questo e a quell'altro atleta.
La terminologia forte, le urla, quasi sempre nascondono una stitichezza di idee!
Grazie Nunzio per aver ribadito ..anche il<mio concetto..c''e differenza fra scritto e orale....fra scambio epistolare amichevole e lo scrivere per professione ...come si ritiene di farlo la PAnzerotti! :D :D & company
Ho cliccato anche su www.pianetamongolia e per fortuna non esiste neanche quello :D :D
A me comunque il nome non piacerebbe :(
Non vale! Hai corretto!
Ragazzi l'altro giorno ero in vena polemica e mi sono permessa di scrivere pure io alla giornalista in questione:
(ammetto che per far presto ho copiato e riadattato la lettera di Francesco).
Gentile Signora Bossi Fedrigotti,
ho letto la sua risposta al padre del bimbo down del Magazine del 6/9/07. Mi sono cadute le braccia quando ho letto che Lei utilizza ancora il termine "bimbo mongolino". E' un termine decisamente offensivo, si usa (nelle sue derivazioni) infatti quando si vuole offendere qualcuno, ha il sapore della discriminazione e dell'umiliazione. Lei sarei molto grato, considerato il prestigio della testata e l'autorevolezza presso i lettori, se facesse una breve rettifica non legittimando così il prolungarsi dell'uso di questo
termine.
Ricordi che le testate giornalistiche, quale mezzo di informazione, devono fare informazione corretta partendo anche dall'utilizzo corretto dei termini.
Lara Maccolini
P.S. Anch'io ho un bimbo down ma, mi creda, le avrei scritto in ogni caso, anche perchè mai nella mia vita mi sono permessa di definire una persona down "mongolina".
Questa è stata la risposta:
Ho un nipote down e so che la parola giusta è down: Ma nella mia breve risposta l'avevo già usata quattro volte e regola giornalista vuole che non si abusi di ripetizioni. Avrebbe preferito che usassi "portatore di handicap"? A me mio nipote sembra tutto fuorché handicappato... Cordialmente, Isabella Bossi Fedrigotti.
Ho deciso solo ora di rendere pubblica questa mia lettere e pure la risposta per timidezza :oops: :oops:
Ora elenco pure due alcuni dubbi:
In primis chi ci assicura che la giornalista abbia un nipote down ?
come alcuni di voi hanno notato chi ci dice che la sig.ra è "toccata" dalla situazione di suo nipote ? penso che chiunque abbia un nipote down avrebbe rispoto in maniera più umana sia alla lettera pubblicata che alle lettere ricevute per posta elettronica; ma sappiamo tutti quanti che pur di far notizia si strumentalizza il dolore altrui...... (vedi altri fatti di cronaca avvenuti in questo periodo). Molti dei sig.Giornalisti che hanno criticato il Corona, sarebbero dei veri professionisti se prima di pubblicare qualcosa pensassero se si sono comportati più o meno similmente a Lui. (vedi tutti i servizi/articoli che tutti i giorni ci tormentano sul delitto di Garlasco ecc....)
...Ho un nipote down ...Avrebbe preferito che usassi "portatore di handicap"? A me mio nipote sembra tutto fuorché handicappato...
Bella coerenza la signora! Alla presentazione del libro di cui vi dicevo, ha usato esclusivamente il termine Handicappato, anche in riferimento al proprio nipote. E quanto al dubbio nipote down si, nipote down no, posso darvene certa conferma: la signora ha realmente un nipote down-mongolino-handicappato, il che certo non gioca a suo favore, viste le risposte assurde che elargisce
:-(
Conosco vari genitori di bambini down e devo dire che tutti quanti raccontano storie simili alla sua. Certo, l'amore potrà deformare il giudizio, però penso anch'io che oggi, perfino in Italia, non sia più così difficile cavarsela bene con un figlio <mongolino>. Compatisco profondamente quei poveri genitori, per l'atroce beffa che è loro toccata, e che, in un certo senso, si sono per di più autoinflitti, ma penso che, forse, non siano stati informati a sufficienza su cosa significhi, in negativo ma anche in positivo, crescere un bambino down. M'immagino che, in tal caso, avrebbero forse preferito tenersi entrambe le gemelle
Poi, in risposta alle "lamentele" ha aggiunto, per ben due volte:
Ho un nipote down e so che la parola giusta è down: Ma nella mia breve risposta l'avevo già usata quattro volte e regola giornalista vuole che non si abusi di ripetizioni. Avrebbe preferito che usassi "portatore di handicap"? A me mio nipote sembra tutto fuorché handicappato... Cordialmente, Isabella Bossi Fedrigotti.
Ecco invece come avrebbe potuto prosare la sig.ra Rotti (tutti i) Supporti per rispettare i canoni giornalistici e magari pure (visto che le mette in secondo piano rispetto ai primi) le persone:
<<Conosco vari [nell'accezione di "tanti"; ndr] genitori di bambini Down [maiuscola; ndr] che raccontano storie simili alla Sua [maiuscola; ndr]. Certo, l'amore potrà rendere soggettivo il modo di guardare le cose, e [e non "ma", visto che quello che dice è coerente con quello che dicono i genitori; ndr] penso anche io che oggi, perfino in Italia, sia sufficientemente agevole far nascere e crescere un bambino disabile. Compatisco profondamente quei poveri genitori per l'atroce sorte che è loro toccata, frutto di una loro scelta fatta probabilmente senza le necessarie informazioni su cosa significhi, in senso lato, crescere un bambino "speciale". Immagino [e non "m'immagino"; ndr] che, con cognizione di causa, avrebbero preferito tenersi entrambe le gemelle.>>
Lo ripeto senza il disturbo delle note di redazione:
<<Conosco vari genitori di bambini Down che raccontano storie simili alla Sua. Certo, l'amore potrà rendere soggettivo il modo di guardare le cose, e penso anche io che oggi, perfino in Italia, sia sufficientemente agevole far nascere e crescere un bambino disabile. Compatisco profondamente quei poveri genitori per l'atroce sorte che è toccataloro, conseguenza di una scelta fatta probabilmente senza le necessarie informazioni su cosa significhi, in senso lato, crescere un bambino "speciale". Immagino che, con cognizione di causa, avrebbero preferito tenersi entrambe le gemelle.>>
Nella sostanza, comunque, nonostante fosse possibile menzionare la parola Down una sola volta e mai quella "handicappato", la risposta rimane insulsa e superficiale.
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