MARTY
07-09-2007, 09:21
Padova, lo psicologo "insulta" un bambino down. La protesta della madre, l'Asl avvia un'indagine
Una donna chiede al consultorio un consiglio su come gestire l’approccio del figlio disabile con l’asilo. “Ha un figlio down? E’ un insulto della natura. Mi dispiace per lei, queste cose non dovrebbero accadere”, avrebbe risposto il medico psicologo. La madre non ci sta, e dopo quattro giorni il direttore generale precisa: “Condivido il sentimento di sdegno, chiariremo le responsabilità: a quei bambini dedichiamo energie e impegno costanti”
PADOVA - Ci hanno messo quattro giorni, a rendere nota una presa di posizione ufficiale. Ma alla fine, anche il direttore generale dell'Unità locale socio-sanitaria 16 di Padova, Fortunato Rao, è dovuto intervenire sulla vicenda sollevata domenica scorsa, sulle pagine cittadine del Corriere del Veneto, dalla madre di un bambino down "insultato" da un medico psicologo del consultorio.
Secondo il racconto di Mirella Pra, 42 anni, mamma di quattro bimbi di cui l'ultimo nato è down, uno degli psicologi ai quali si era rivolta per avere qualche consiglio su come gestire l'approccio del piccolo alla scuola materna avrebbe esordito con queste parole: "Ha un figlio down? E' un insulto della natura, mi dispiace per lei signora, queste cose non dovrebbero accadere". Sorpresa e smarrimento da parte della signora, la conclusione rapida del colloquio e poi a mente fredda la decisione di denunciare il fatto prima al direttore e poi, visto il suo silenzio, ai mezzi di comunicazione.
"Se fossi stata anche solo lievemente depressa - fa notare la signora nella lettera a Rao - che effetto avrebbe potuto avere su di me una frase del genere detta da uno psicologo? Probabilmente avrebbe potuto legittimare un atto estremo, di disperazione… E' questo che fanno le istituzioni? E' così che aiutano le famiglie?". "Mio figlio" - sottolinea la donna - "per me è un regalo bellissimo e amatissimo, altro che insulto della natura. E tutta la mia famiglia lo ama immensamente. Come si permette un medico, un professionista dell'istituzione pubblica, di rivolgersi in questi termini a un genitore? Mi sembra incredibile e allucinante. E ancora più incredibile è che, nonostante abbia denunciato l'episodio all'Usl 16, non ho avuto alcun genere di risposta, né sono stati presi provvedimenti contro questa persona".
Dopo che il fatto, segnalato anche alla Fondazione Baccichetti e all'associazione down Dadi (due realtà da sempre impegnate in città nel settore della disabilità) ha avuto rilevanza mediatica, ecco arrivare, ieri, un comunicato ufficiale da parte dell'Ulss 16: "Abbiamo avviato un'indagine interna per approfondire e precisare i contorni della vicenda e le relative responsabilità, anche al fine di assumere i provvedimenti del caso", scrive il direttore Rao. "Condividendo i sentimenti di sdegno della mamma di quel bambino - si legge nel breve comunicato - desidero riaffermare che non è nell'animo, né tanto meno nelle parole dell'intera direzione dell'azienda, pensare od esprimere valutazioni insensate e crudeli nei confronti dei bambini, ai quali, al contrario, vengono dedicate energie, risorse ed impegno costanti, nel profondo rispetto della loro realtà e della deontologia professionale. L'Ulss 16 - prosegue Rao - è costantemente impegnata nel progettare e nel realizzare, in stretta e fruttuosa collaborazione con le Associazioni dei Genitori, continue iniziative dirette a favorire e sostenere l'integrazione e il diritto alle pari opportunità dei bambini disabili. Quotidianamente - conclude il documento - gli operatori dei servizi per l'Integrazione Scolastica e Sociale sono impegnati nel concretizzare i dettami della Regione Veneto e le decisioni della Conferenza dei Sindaci". Un comunicato riparatore che non entra nel merito del fatto e che tace sugli eventuali provvedimenti nei confronti del responsabile.
(6 settembre 2007)
http://www.superabile.it/CANALI_TEMATICI/Superabilex/Il_punto/info-1142110785.html
Una donna chiede al consultorio un consiglio su come gestire l’approccio del figlio disabile con l’asilo. “Ha un figlio down? E’ un insulto della natura. Mi dispiace per lei, queste cose non dovrebbero accadere”, avrebbe risposto il medico psicologo. La madre non ci sta, e dopo quattro giorni il direttore generale precisa: “Condivido il sentimento di sdegno, chiariremo le responsabilità: a quei bambini dedichiamo energie e impegno costanti”
PADOVA - Ci hanno messo quattro giorni, a rendere nota una presa di posizione ufficiale. Ma alla fine, anche il direttore generale dell'Unità locale socio-sanitaria 16 di Padova, Fortunato Rao, è dovuto intervenire sulla vicenda sollevata domenica scorsa, sulle pagine cittadine del Corriere del Veneto, dalla madre di un bambino down "insultato" da un medico psicologo del consultorio.
Secondo il racconto di Mirella Pra, 42 anni, mamma di quattro bimbi di cui l'ultimo nato è down, uno degli psicologi ai quali si era rivolta per avere qualche consiglio su come gestire l'approccio del piccolo alla scuola materna avrebbe esordito con queste parole: "Ha un figlio down? E' un insulto della natura, mi dispiace per lei signora, queste cose non dovrebbero accadere". Sorpresa e smarrimento da parte della signora, la conclusione rapida del colloquio e poi a mente fredda la decisione di denunciare il fatto prima al direttore e poi, visto il suo silenzio, ai mezzi di comunicazione.
"Se fossi stata anche solo lievemente depressa - fa notare la signora nella lettera a Rao - che effetto avrebbe potuto avere su di me una frase del genere detta da uno psicologo? Probabilmente avrebbe potuto legittimare un atto estremo, di disperazione… E' questo che fanno le istituzioni? E' così che aiutano le famiglie?". "Mio figlio" - sottolinea la donna - "per me è un regalo bellissimo e amatissimo, altro che insulto della natura. E tutta la mia famiglia lo ama immensamente. Come si permette un medico, un professionista dell'istituzione pubblica, di rivolgersi in questi termini a un genitore? Mi sembra incredibile e allucinante. E ancora più incredibile è che, nonostante abbia denunciato l'episodio all'Usl 16, non ho avuto alcun genere di risposta, né sono stati presi provvedimenti contro questa persona".
Dopo che il fatto, segnalato anche alla Fondazione Baccichetti e all'associazione down Dadi (due realtà da sempre impegnate in città nel settore della disabilità) ha avuto rilevanza mediatica, ecco arrivare, ieri, un comunicato ufficiale da parte dell'Ulss 16: "Abbiamo avviato un'indagine interna per approfondire e precisare i contorni della vicenda e le relative responsabilità, anche al fine di assumere i provvedimenti del caso", scrive il direttore Rao. "Condividendo i sentimenti di sdegno della mamma di quel bambino - si legge nel breve comunicato - desidero riaffermare che non è nell'animo, né tanto meno nelle parole dell'intera direzione dell'azienda, pensare od esprimere valutazioni insensate e crudeli nei confronti dei bambini, ai quali, al contrario, vengono dedicate energie, risorse ed impegno costanti, nel profondo rispetto della loro realtà e della deontologia professionale. L'Ulss 16 - prosegue Rao - è costantemente impegnata nel progettare e nel realizzare, in stretta e fruttuosa collaborazione con le Associazioni dei Genitori, continue iniziative dirette a favorire e sostenere l'integrazione e il diritto alle pari opportunità dei bambini disabili. Quotidianamente - conclude il documento - gli operatori dei servizi per l'Integrazione Scolastica e Sociale sono impegnati nel concretizzare i dettami della Regione Veneto e le decisioni della Conferenza dei Sindaci". Un comunicato riparatore che non entra nel merito del fatto e che tace sugli eventuali provvedimenti nei confronti del responsabile.
(6 settembre 2007)
http://www.superabile.it/CANALI_TEMATICI/Superabilex/Il_punto/info-1142110785.html