milena
11-01-2006, 18:23
Questa una delle tante riflessioni, nel racconto/percorso di questa mamma davvero speciale, all'uscita dell'ambulatorio di un "medico della speranza":
"Carlo ed io ci guardammo sconsolati. La ruga che aveva sulla fronte era profondamente scavata e sulle tempie due vene azzurre pulsavano visibilmente. La mia furia interiore, nell'impossibilità di esplodere come una granata, nell'incapacità di esprimersi con parole adeguate ai miei pensieri (nei miei cromosomi c'è troppo rispetto per gli altri e troppa buona educazione , purtroppo) si trasformò in una terribile voglia di piangere e mi sarei presa a schiaffi perché ancora una volta riuscivo ad esternare il mio senso di frustrazione e la mia rabbia solo con un gesto di debolezza psicologica.
Gli occhi mi si riempirono di nebbia e l'anima fu pervasa dalla palpitante tristezza di chi ha scoperto un tradimento. Quel filo di speranza che ci accompagnava quando eravamo entrati in quell'ambulatorio ora penzolava spezzato dall'uragano che ci aveva investiti e noi, chini sotto la furia di quell'uragano, con le schiene incurvate per non soccombere alla violenza del vento, uscivamo da quella stanza con addosso solo la consapevolezza di essere assolutamente ed irrimediabilmente soli con il nostro fardello da portare, e che avremmo dovuto sopportare la nostra solitudine per molto tempo."
questo il link alla pagina del libro, con l'indirizzo per poterlo ordinare:
http://document.itwg.com/home/tommaso/
Se avete voglia di piangere e anche sorridere, leggete questa storia che non è una storia a lieto fine, ma che vi sarà sentire sicuramente meno soli... nel vostro cammino.
"Carlo ed io ci guardammo sconsolati. La ruga che aveva sulla fronte era profondamente scavata e sulle tempie due vene azzurre pulsavano visibilmente. La mia furia interiore, nell'impossibilità di esplodere come una granata, nell'incapacità di esprimersi con parole adeguate ai miei pensieri (nei miei cromosomi c'è troppo rispetto per gli altri e troppa buona educazione , purtroppo) si trasformò in una terribile voglia di piangere e mi sarei presa a schiaffi perché ancora una volta riuscivo ad esternare il mio senso di frustrazione e la mia rabbia solo con un gesto di debolezza psicologica.
Gli occhi mi si riempirono di nebbia e l'anima fu pervasa dalla palpitante tristezza di chi ha scoperto un tradimento. Quel filo di speranza che ci accompagnava quando eravamo entrati in quell'ambulatorio ora penzolava spezzato dall'uragano che ci aveva investiti e noi, chini sotto la furia di quell'uragano, con le schiene incurvate per non soccombere alla violenza del vento, uscivamo da quella stanza con addosso solo la consapevolezza di essere assolutamente ed irrimediabilmente soli con il nostro fardello da portare, e che avremmo dovuto sopportare la nostra solitudine per molto tempo."
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Se avete voglia di piangere e anche sorridere, leggete questa storia che non è una storia a lieto fine, ma che vi sarà sentire sicuramente meno soli... nel vostro cammino.